Vendetta

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[(T/n)]

Il vento fresco batteva leggermente contro la finestra della mia camera da letto.
La luna, fuori, splendeva insieme alle sue sorelle stelle in quella notte invernale e incredibilmente fredda.
Mi ero messa addirittura due felpe addosso e mi ero avvolta nel piumone caldo.
Hatake era, come sempre, al piano inferiore, steso sullo scomodo divano dove, oramai, era abituato ad assopirsi.

Dopo aver concluso quella giornata movimentata ed imbarazzante, la sera tardi, provai a chiedergli se volesse per una volta dormire come si deve; ero disposta a cedergli il letto che, in realtà, era suo ma lo utilizzavo solo ed esclusivamente io.
Lui aveva continuato a rifiutare dicendo che avrebbe sopportato la scomodità ma non perse occasione per fare battutine su di me, ovvio.

K: "Non vorrei mai privare sua maestà delle comodità a lei necessarie. Si potrebbe offendere"

Io non avevo ribattuto solo perché ero stanca sennò lo avrei picchiato.
Mi limitai a dirgli un "buonanotte" senza entusiasmo, per far vedere che non mi importava della sua battuta, e sfilai al piano di sopra sentendolo ridere.
Incredibile come fosse irritante ma dolce allo stesso tempo ma non mi importava più di tanto visto che la mia vendetta era vicina.

Sono malvagia, lo so, ma per pura bontà del mio cuore ho deciso di andarci piano con lui per questa volta, solo per questa.
Mi alzai piano dal letto scostando la coperta e poggiando i piedi nudi sul pavimento di legno marroncino leggermente consumato.
Senza fare rumore mi sistemai appena i capelli: mi dava fastidio averli scompigliati, davanti agli occhi o a solleticarti il naso.
Mi diressi verso il tavolo dove era posato un pennarello indelebile nero che avevo preparato precedentemente.
Sogghignai come fanno gli psicopatici nei film dell'orrore.
La vendetta mi provocava un che di piacevole e mi veniva voglia di ridere ogni volta che i miei piani sortivano gli effetti desiderati.

Comunque sia lo afferrai e lo misi nelle tasche profonde della felpa nera.
Dopodiché, con passo felpato e delicato, filai verso la porta socchiusa e la aprii piano, facendo attenzione a non colpire niente che facesse troppo rumore.
Scesi le scale che, per mia sfortuna, scicchiolavano un poco e dovetti procedere con cautela per non svegliarlo, sennò sarebbe stato tutto rovinato!
Io vinco sempre alla fine!
Nessuno preso di mira da me è mai scampato alla vendetta.
Amavo agire nell'ombra, come un ninja solitario e vendicatore.
Ok ok sembro pazza ma tutti, almeno una volta nella vita, hanno goduto vedendo il proprio bersaglio cedere contro la trappola della loro vendetta.
Arrivata all'ultimo gradino tirai un sospiro di sollievo: non avevo fatto troppo rumore e, per ora, non correvo rischi.

Piano mi addentrai nel salotto e la mia mano scattò automaticamente verso le tasche della felpa, prendendo in mano il pennarello e tirandolo fuori,maligna.
Sorrisi divertita vedendolo tranquillo e beatamente addormentato, ignaro, o almeno per il momento, di quello che gli avrei fatto.
Mi assicurai di avere i capelli legati, in modo da non solleticarlo svegliandolo, e poi mi rimboccai le maniche.
Mi sedetti piano accanto a lui, girandomi verso il suo viso.
Stappai il pennarello cercando di attutire il suono prodotto dal tappo e, una volta rimosso quest'ultimo, agii un poco in agitazione.
E se si fosse svegliato?
Che gli avrei detto?
"Avevo voglia di fare un ritratto di te alle 2 di notte, scusami per averti svegliato"?
Non avrebbe di sicuro retto, troppo patetico.

Comunque sia mantenni la mano abbastanza ferma.
Scostai delicatamente i suoi capelli dalla sua fronte, scoprendola.
Solo ora notai che aveva un profumo simile a quello delle ciliege.
Oddio... ciliege...
È pervertito anche il suo profumo, mi dissocio.
Mi venne da ridere anche se, in fondo, mi piaceva un sacco quell'odore, un sacco, come mi piaceva un sacco la sua espressione rilassata, anche se coperta da quella fastidiosa maschera, e con la sua pelle chiara.
Ok era davvero bello ma non avevo tempo di pensare a queste cose!
La vendetta viene prima di tutto e, cara pelle di Kakashi, mi dispiace per te ma verrai segnata da questo pennarello.

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