6. Famiglia di attori.

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Sto aspettando da mezz'ora alla cassa, c'è questa tizia che per passare i prodotti ci mette tre ore. Sbuffo alzando gli occhi al cielo e inizio a sbattere il piede a terra. Poggio i gomiti sul carrello e fisso la scatoletta di assorbenti interni e mi salgono strani pensieri. Ho sedici anni e non ho ancora baciato nessuno, a differenza di molte mie amiche...
Non mi sono mai fatta toccare da nessuno, neanche a "obbligo e verità", quando ti obbligavano a baciare uno dei giocatori, mi sono sempre rifiutata...

Non mi sento né triste né frustata...magari solo molto sola....
Ogni giorno mi ripeto che non ho bisogno di un ragazzo per essere felice, ma più il tempo passa, più non ci credo.

<Signorina sta dormendo?> chiede un vecchio dietro di me, e solo ora mi rendo conto che è il mio turno alla cassa.

<Abbiate pazienza> rispondo al vecchio facendogli un sorrisetto, e sento la sua indignazione uscirgli dalle orecchie. Dovrei essere io quella indignata!
Inizio a poggiare i prodotti in modo disordinato sul banco.

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<Sono a casa!> urlo entrando in casa tenendo le buste in mano, per poi chiudere la porta con il piede.
Mi guardo intorno ed entro in cucina poggiando le buste a terra, andando a lavarmi le mani.

<Ecco perchè dobbiamo restare insieme Allan!> sento mia madre sbraitare al piano di sopra.
Sgrano gli occhi.
So che non dovrei ma se non mi dicono niente, allora lo scoprirò.
A passo veloce e felpato mi avvio verso il piano di sopra, e con una lentezza assoluta salgo la scalinata. Arrivata sopra mi tolgo gli anfibi e sento mio padre dire <Quindi dovremo continuare a fingere per altri due anni? Ti sei fottuta il cervello?> sento un silenzio totale, ma poi continua sempre lui dicendo <Ma guardaci Flor...siamo patetici. Io...io non ti tocco da più di cinque mesi...io...non posso vivere in questa freddezza...>.

<Non è di certo colpa mia> risponde acida mia madre, e io mi irrigidisco.
In che senso?

Ma prima che potessero continuare, io come una stupida faccio un passo indietro e sposto un anfibio facendolo cadere per le scale.

Rimango immobile, sperando che non avessero sentito.

<Beh caro, di sicuro Vick si sta impegnando molto col clarinetto> dice mia madre ad alta voce, pensando o meglio sperando che io non avessi sentito. Buona strategia quella di cambiare discorso.

<Si, sarò molto felice di sentirla suonare> aggiunge mio padre.
Ma che bravi attori! Un bel spettacolino improvvisato.

Stringo i denti e chiudo gli occhi ispirando cercando di calmarmi.
Mi avvio verso la stanza e chiedo <Mamma dove sei? Ah eccoti! Dove metto il vino?>.
So esattamente che il vino va messo bel frigo, ma devo farceli credere.

<Nel frigo, stavo giusto parlando di te con tuo padre...> dice facendo un sorrisetto forzato, e venendo verso di me.

<Approposito?> chiedo continuando la pantomima.

<Del clarinetto! Vorremo sentirti suonare!> esclama aggiungendoci anche un po' di "non vedo ľ ora" nella voce.

<Magari suonerò dopo aver finito di studiare> rispondo sorridendo forzatamente, uscendo poi dalla stanza.

Che bella famiglia di attori!

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