34. I relate

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Contenuti sensibili!!! Potete saltare il capitolo.

Sono nel letto da tre giorni. La parte peggiore? Nessuno è venuto a controllarmi. Nessuno si è preoccupato di come sto. Nessuno sà se sono ancora viva. La cosa peggiore? Logan neanche. Logan, Logan, Logan...ľ unica persona a cui voglio bene, ľ unico che consideravo davvero sangue del mio sangue, mio fratello. Ma a quanto pare neanche a lui importa di me, come a tutti.

Debra mi ha chiamata dodici volte, le ho contate una dopo ľaltra le suonerie, ma non le ho risposto. Perchè? Perchè sappiamo tutti che alcune cose non vanno dette, neanche ai migliori amici. Inoltre ha una cotta per Logan da quando aveva sette anni, non le voglio rovinare le fantasie, o il sogno di poter avere una possibilità con lui, è un bugiardo del cazzo.

Ieri ho mangiato un' arancia, oggi una barretta di cioccolato che avevo nella borsa, e proprio ora, mentre mastico questo cioccolato tosto, mi rendo conto che non ha senso. Perchè devo soffrire? Perchè devo piangere così tanto? Perchè salto scuola e a nessuno frega? Perchè accetto una madre alcolizzata, un padre assente, un ragazzo che mi dice esplicitamente che lo disgusto e i miei fratelli...loro...no...no, nulla.

E so che non dovrei pensarci, so che ho promesso di non farlo, l'ho promesso a mio fratello, a Debra, a me stessa. Ma il ricordo del sollievo che provai, sembra ľunica cosa che mi serva in questo istante.

Mi trascino a prendere una lametta dal bagno, toglierla dalla plastica e tagliare, un piccolo graffietto, piccolo ma profondo sul mio polso. Sono debole per questo? Mi dicevano tutti così...fanculo. Fanculo tutto. Fanculo loro. Fanculo me.

Il sangue gocciola a terra e pian piano diventa abbastanza abbondante da espandersi sulle piastrelle bianche. Il tappetino blu diventa marroncino, ľ immagine mi fa ridacchiare...sembra sporco di cacca. Fa ridere il fatto che nonostante il dolore che provo ora, sia al polso, sia al cuore, riesco comunque a ridere per qualcosa di squallido. Mi siedo sul wc e poggio la testa sul muro ghiacciato. I miei leggings grigi sono umidi, ah no ora che li tocco sono bagnati, di sangue. Il dolore sparisce, e così mi poggio a terra sorridendo, la luce del bagno non mi ha mai accecata come ora.

In secondi, minuti, ore sento la porta del bagno aprirsi e un urlo, un urlo fortissimo, straziante mi fa fischiare le orecchie e chiudere gli occhi.

Vedo luci, sento voci, suoni, grida, qualcuno mi dice di aprire gli occhi ma non ci riesco, non credo di volerli aprire.

<È cosciente ma instabile, dobbiamo trasportarla ď urgenza>.

No.

No.

No.

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