<Tuo padre ed io abbiamo firmato il divorzio> non è la frase migliore che ti aspetti di sentire di prima mattina, mentre spalmi il burro sul pane.
<Ah> poggio il coltello. Ho sempre desiderato con tutte le mie forze il loro divorzio, ma ora che si è avverato c'è un retrogusto amaro che inonda le mie papille gustative, tanto da farmi passare ľappetito.
<Aveva un'altra, ľho scoperto nella sala insegnanti> si lega I capelli lunghissimi in una coda stretta.
<Che?> rimango allibita.
<Non facevano niente di che, stavano solo facendo merenda, ma ad un tratto, le ha fatto dare un morso al suo panino, e tu sai quanto sia ipocondriaco, quanto odia che gli altri poggiano bocca sul suo cibo> si aggiusta I pantaloni di lino con estrema lentezza.
Mi fa strano non vederla piangere, mi da strano vederla truccata di prima mattina, si è persino messa dei sandali con un po'di tacco, è bellissima.<Che hai fatto?> mi aggiusto meglio sulla sedia.
<Gli ho dato un morso inaspettato al panino mentre lo teneva ancora in mano e ľho costretto a mangiarlo. Ci guardavano tutti, era ovvio che ai loro occhi ero impazzita, ma non ho smesso. Ho bevuto dalla sua bottiglia, facendo colare sui suoi pantaloni grigi un po'di acqua, poi con le dita bagnaticce ho impregnato i suoi spartiti. Ho fatto tutto ciò che odia in tempo 20 secondi> sorride.
<Wow ribelle> nascondo il sorriso bevendo dalla tazza.
<Mi sono sentita così bene sai? Una liberazione intensa, ovviamente non paragonabile a ciò che ho patito io, ma comunque è stato perfetto> si accarezza la fronte ridendo al solo pensiero.
<Immagino la faccia> ridacchio malefica.
<Pura goduria> apre le braccia per poi abbracciarsi.
<Dove vivrò?> la presa di coscienza mi colpisce come un fulmine.
<Ovunque vorrai. In giardino, sotto ad un ponte, in stazione> le conta sulle dita, ha le unghie pittate di blu? STRANO.
<Sii seria> le lancio il fazzoletto ammucchiato contro.
<Ovunque vorrai> mi dà un buffetto sulla guancia.
<Quel tuo amico biondo invece?> chiede com lo sguardo lungo.<Vuoi sapere la tinta? È il suo colore naturale> restiamo disinvolti.
<No, volevo sapere ľorigine dei rumori che provenivano dalla tua stanzetta ľaltro giorno> sgrando gli occhi facendo uscire il latte dal naso.
<Beh ecco, ora ho capito> afferma con tono derisorio, poi prende la borsa e il violino pronta ad uscire di casa.
<Mamma>.
<Si?> si gira preoccupata.
<Grazie> mi sorride anche col cuore, fa subito cadere tutto a terra e mi corre incontro abbracciandomi. È la prima volta che mi faccio toccare da lei in questi mesi, ed è la sensazione migliore di sempre cazzo.
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TATTOOS
ChickLitVictoria è una ragazza nata in una famiglia di musicisti, da sempre circondata da spartiti, appunti, strumenti, dischi, e tutto ciò che può essere riconducibile alla musica. È sempre stata vista come la figlia prodigio, l'amica disponibile e seconda...