30. Mare e Sonno

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Corro per I marciapiedi umidi a causa della pioggia, schivo un palo e salto in una pozzanghera bagnando totalmente le scarpe. Merda. Attraverso di corsa la strada con una macchina che mi suona dietro.

Arrivo finalmente alla fermata e vedo la sua macchina. Inizio a camminare velocemente verso ľauto, e sorridendo batto con le nocche sul finestrino pieno di goccioline ďacqua.

Il finestrino viene abbassato lentamente mostrandomi il ragazzo per cui ho corso per dieci minuti come una disperata.
È così bianco che i suoi tatuaggi sembrano fatti su carta, e capelli ormai lunghi li ha legati in un codino cob gli occhiali da sole, che nonostante le nuvole, gli nascondono gli occhi.

<Sei in ritardo di un minuto> dice ridacchiando.

<Potevi avvisarmi prima> rispondo con falsa indifferenza aprendo la portiera e salendo in macchina. Cavolo si crepa dal caldo, mi devo togliere il giubbotto.
Lo faccio in un modo lento, non apposta, ma semplicemente perchè sto stretta e se allungassi le braccia gli tirerei un pugno.

Lo sento sospirare e mi giro per guardare, ho sbagliato qualcosa? Ha gli occhi fissi sul mio corpo, è sinceramente mi sento totalmente a disagio. Ľintenzione era "si, devo essere sexy", ma una volta che sei "sexy" diventi una preda dei lupi. Il tuo corpo diventa carne fresca e le tue curve sangue caldo. Sapevo di non essere pronta per essere guardata così...in quel modo...ma, ma se questo lo farà cadere ai miei piedi...forse ne vale la pena! Credo...

<C'è qualcosa che non va?> chiedo ingenuamente mentre con falsa disinvoltura allaccio la cintura.

Tossisce per poi dire <Non...non credi che ti farà freddo? Con quella scollatura ti prenderai il mal di gola...> .

<Sei per caso mia madre?> chiedo in tono sarcastico, anche se ha ragione, avrò freddo.

<Dicevo soltanto> alza le mani in segno di resa per poi mettere in moto e partire.

Accendo la radio e cerco di mia spontanea volontà una stazione decente, dai ci deve essere una senza pubblicità e con musica decente.

<Chi ti ha detto che puoi toccare la mia radio?> afferma guardandomi con la coda degli occhi, in un modo fastidiosamente altezzoso.

<Chi ti ha detto che voglio stare in silenzio per tutto il viaggio? Smettila di rompere. Più che altro, dove andiamo?> dico continuando a pulsare contro la freccetta destra.

<Al mare>

<Odio il mare>

<A nessuno fotte, o vieni o ti lascio a fare autostop> minaccia in un modo spaventosamente serio e composto.

<Al diavolo no! Ok, ma starò zitta solo se trovo una buona musica a sta radio!> esclamo continuando a pigiare.

Dalla tasca estrae una chiavetta e come se fosse una sigaretta mi dice <Prova questa>.

Stringo le labbra e gliela prendo, finendo per sfioraragli le dita...
Il mio corpo prende una scossa e mi si rizza il pelo.
Cazzo Vick Svegliati! Terra chiama Vicktoria!
Dopo averla collegata parte una canzone metal insopportabile, che mi rende quasi sorda.

Abbasso di fretta il volume.

<Perchè hai abbassato?>

<Per non rischiare la pensione per handicap metallaro!> quasi non urlo.

<Se vai più avanti c'è della musica rock> afferma tenendo gli occhi sulla strada.

<Speriamo bene> rispondo facendo spallucce.
Parte una canzone dei Korn. Non i miei preferiti, ma va bene lo stesso, almeno sono più tranquilli rispetto a quelle urla infernali, sarò io poi a non capire quel genere...

Rimaniamo di nuovo in silenzio, ma di nuovo il sonno ha in meglio su di me, così mi tolgo le scarpe e mi tiro le ginocchia al petto, poggiando la testa sulla finestra.

Con la coda dell'occhio segue attentamente i miei movimenti, ma ora non mi importa è ľora di dormire.

•°•°•°•°•°•°•

<Ehy...Victoria, Hey sù sveglia!> sento una voce maschile sussurrarmi all'orecchio.

Apro gli occhi di scatto e mi guardo intorno spaesata.

O merda.

I suoi occhi sono puntati sui miei, siamo ancora in macchina e lui ha le ginocchia poggiate sul sedile e il braccio sinistro poggiato sul vetro mentre il  destro sulla testiera del sedile.
È così vicino che il suo respiro caldo sfiora leggermente la mia pelle e il suo profumo dolce irradia ľaria intorno.

<Oh, buongiorno principessina, siamo arrivati> dice in tono antipatico allontanandosi ed uscendo dall'auto.

<Ohh che stronzo> sussurro stiracchiandomi. Dov'è il mio giubbotto? Bello buttato tra i sedili.

Mi stiro abbassandomi tra i sedili, dove cazzo è? Io lo avevo poggiato qui! AHHHH CHE NERVI.

Mentre sono col culo all' insù e la testa in giù, sento la sua voce incazzata da fuori.

<Ma che cazzo fai?>

<Cerco il mio giubbotto> rispondo spaventata dal suo tono duro e dalla sua faccia fredda.

<Te ľho preso io, vedi se ti muovi>

<Ah...si...ehm...ok> rispondo pateticamente rimettendomi le scarpe ed uscendo dall'auto in fretta.

Il freddo mi trafigge, e il vento mi taglia le gambe. Perchè qui fa così freddo?
Il cielo è privo di nuvole, ma qui sembra che ci siano -20°, anche se non c'è la neve.
Incrocio le mani e mi giro verso il rumore delle onde, e non posso mentire, ma la vista dell' acqua mi da ansia, e neanche poca!

Posso dire di avere paura del mare? Si, si lo posso dire.

Sento il tessuto caldo del mio giubbotto posarsi sulle mie spalle, e mi giro verso Connor, che me lo ha posato il delicatamente sulle spalle come un galantuomo. Ok la smetto altrimenti scoppio a ridere e non mi fermo!
In più ľodore della salsedine mi dà nausea, spero almeno che non starò qui ad annoiarmi insieme a lui!

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