Sento la porta di casa aprirsi, ma non capisco se sto sognando oppure è la realtà.
Presto però sento mia madre sospirare ed il suo petto alzarsi e abbassarsi.
È arrivato papà.
Mi sollevo sui gomiti, e lei si alza dal divano andando con disinvoltura in cucina. Ad ogni passo il suo vestito lilla, largo, che gli arriva alle caviglie, si muove con fluidità ed io resto incantata ad osservarlo. Mia madre, ha ormai più di quarant'anni, nonostante stress e stanchezza, è rimasta così bella, con il viso fresco solcato da qualche rughetta. Vengo distratta da mio padre, che di togliersi il cappotto e le scarpe, ed entra nel soggiorno.<Buonasera> dice raffredolendo la stanza. Il gelo mi punge il cuore.
<Ciao pa'> rispondo improvvisando un sorriso, che lui ricambia con meno difficoltà.
<Come va a scuola?> chiede avvicinandosi a me, e sedendosi sulla poltrona di fianco, per poi allargare la cravatta blu al collo.
<Bene...> rispondo massaggiandomi le ginocchia, spostando lo sguardo verso la cucina e vedendo mia madre apparecchiare in silenzio.
<Hai visto tuo fratello questi giorni? Ci ho parlato oggi a telefono> afferma sorridendo, anche se da ridere c'è poco. Mamma non ha mai vietato a mio fratello di venire qui a casa.
<Si papà, ci sono andata> rispondo con la gola secca. Tossicchio, e mi mordo le labbra, non mi piace quando lui e mamma sono nella stessa stanza...
<Sai uno di questi giorni ci dobbiamo incontrare tutti e tre, se vuoi> detto questo, mi manca un colpo.
Sento un rumore metallico, probabilmente di una forchetta, provenire dalla cucina. Vedo mia madre venire decisa verso il soggiorno, con gli occhi lucidi e le guance arrossate. Si mette dritta in piedi davanti a mio padre.
<Quindi decidi di escludere me e Michelle?> chiede con la voce più dura che gli riesce.
Mio padre sbuffa, e dopo un attimo di esitazione ribatte con un <Tu non ti sei fatta problemi nel cacciare di casa Logan>.
Mia madre apre la bocca, espira, ma poi risponde con <Sai perfettamente il motivo! Ľ ho fatto per proteggere questa famiglia, nostra figlia!>.
In tutto ciò rimango qui, stonata e spaventata a guardare questi che si scagliano ľ uno contro ľ altro.
<Era solo un po' ď erba!> urla mio padre alzandosi in piedi.
<Sai che non è così!> risponde mia madre affrontandolo senza abbassare lo sguardo.
Mio padre prova a dire qualcosa, ma mamma lo interrompe <Io sono stata la madre di tuo figlio da quando aveva sei anni! Sei! Io gli ho tolto il primo dente! Io gli ho baciato la testa prima di addormentarsi! Io lo ho aiutato con i compiti! Ed io gli fatto persino la spiegazione sugli argomenti più imbarazzanti cazzo! Tu...tu non hai fatto neanche la metà del mio lavoro con le ragazze...> lo indica con la mano tremolante e il respiro irregolare.
Io nel frattempo non esisto, sono invisibile, non mi muovo, non parlo, non batto ciglio...
<Ma sentiti! La donna perfetta Americana degli anni 70! Non sarò stato un padre presente, ma di certo ho rispettato e rispetto tutti e tre allo stesso modo, e di certo non li butto in mezzo alla strada di notte umiliandoli davanti a tutto il vicinato, senza neanche consultarti> ribatte mio padre avvicinandosi a mia madre, e guardandola minaccioso.
Mia madre non demorde, e dice una cosa molto cattiva, così cattiva che mi viene quasi da vomitare.
<Di certo non è colpa mia se prendeva più polvere bianca che cibo! E tu...a te non è mai fottuto un cazzo! A me...beh a me si...molto>.<Sarebbe stato meglio aiutarlo non credi? E poi, non parliamo di tua figlia, a lei non l'hai cacciata quando portava ogni giorno un ragazzo nuovo a casa, per non parlare anche di ragazze!> risponde mio padre nervoso più che mai, stringendo i pugni e stringendo le labbra.
Se mio padre ha dei punti deboli, quello è Logan. È ľ unico ricordo che ha della sua vecchia vita, di sua moglie morta, del suo passato...
Toccare Logan è come toccare una ferita ancora aperta, e questo mamma lo sa, ma a quanto pare non si fa scrupoli.<Erano suoi amici!> esclama stridula mia madre sollevando le braccia al vento, e sgranando gli occhi per poi girarsi di spalle.
<Tra amici non ci si fotte!> ribatte mio padre inferocito.
Silenzio.
Vedo mia madre barcollare, ma poi si riprende, e si gira lentamente. Le lacrime le rigano il viso candido, e le mani bianche le tremano lungo il corpo.
Mio padre al contrario è immobile, privo di emozioni, oltre alla rabbia ripugnante.<Quando ti ho sposato non mi aspettavo che tu fossi così...come lui...> afferma mia madre con voce tremolante e bassa, quasi inudibile.
<Come il tuo ex che ti ha lasciata con una figlia piccola e senza casa? Non provare a compararmi a lui...io ti ho dato tutto, anche il mio amore!> dice mio padre tra i denti, con un espressione schifata.
<No, stai sbagliando. Intendevo un pezzo di merda come lui> risponde con voce decisa e forte.
Mio padre chiude gli occhi e lo faccio anche io. Sento il suo stesso dolore. Mia madre è brava con le parole, mio padre più con i fatti.
Mio padre porta i suoi occhi grigi sulla mia figura, so che gli si è appena spezza il cuore, lo vedo, lo sento...
<Vai in camera tua Vick> dice con un filo di voce, ed io lo ascolto. Annuisco, e mi alzo lentamente. Percorro in silenzio il soggiorno, con gli occhi di mio padre addosso, mentre quelli di mia madre sono fissi sul pavimento, raggiungo il piano di sopra, e solo una volta aver chiuso la porta di camera mia, mi inginocchio e fisso il vuoto.Mi tremano labbro, mae lacrime non escono, mi sforzo ma non escono. Come potrei sentire oltre dolore? Mia madre ha dato a mio fratello del cocainomane, e mio padre ha dato a mia sorella delle puttana...
Beh se uno è un drogato e ľ altra è una troia, io cosa cazzo sono? Il loro giocattolino? Il loro cerottino su tagli ancora freschi? Cosa si aspettavano? Un nuovo inizio? Una nuova opportunità di essere dei bravi genitori? Rido.Rido perchè non riesco a piangere. Sento una pesantezza soffocante, mi colpisce il petto, e mi fa singhiozzare inutilmente. Guardo ancora il vuoto, immersa nel buio più totale, e mi massaggio il petto con la speranza di ridurre la pesantezza che provo.
Sento le mura di questa casa restringersi, farsi sempre più vicini...devo uscire di qua, ora.
Mi dirigo in fretta verso la finestra, la apro e poggio i piedi sul tetto, e senza pensarci due volte esco, e lentamente, passo per passo vado sulla parte più bassa. Mi siedo e poggio un piede sul bidone delle spazzatura, poi ľ altro e con salto arrivo a terra.
Senza pensarci due volte inizio a correre, non importa dove, basta scappare...
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TATTOOS
ChickLitVictoria è una ragazza nata in una famiglia di musicisti, da sempre circondata da spartiti, appunti, strumenti, dischi, e tutto ciò che può essere riconducibile alla musica. È sempre stata vista come la figlia prodigio, l'amica disponibile e seconda...