16. Rossastro

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Decido di chiudere gli occhi, nella speranza di poter dormire o almeno rilassarmi. Vengo però interrotta dal campanello che suona, e Connor che si alza lentamente, pensando che io stia dormendo. Sono venuti a prendermi? No...io non...io preferirei sgozzarmi qui, piuttosto che tornare nella mia perfetta famiglia tossica.

<È qui?> sento la voce vibrante di mio fratello, e di scatto apro gli occhi e mi raddrizzo.

Entrano entrambi nella stanza e vedo il viso di mio fratello rilassarsi.
<Cristo Vick!> afferma in tono duro, facendomi quasi tremare, nonostante ciò non demorde.
<Sei mica stupida eh? Scappare di casa, di notte, senza telefono, sai quanti pericoli! Se non ti avesse trovata Connor? Saresti potuta essere stuprata, o peggio>.

La rabbia mi sale, e con la voce spezzata dall'emozione affermo <Questo perchè voi uomini non vi fidate neanche tra di voi, e non vi fidate neanche del potere di proteggersi di una ragazza>.

<Risparmia i discorsi moralisti!> esclama puntandomi il dito contro.

<Ah si? Beh allora invece di farmi la predica, chiedimi il perchè della mia "FUGA"> quasi urlo, mi trattengo solo per il rispetto di Connor che sta assistendo ma anche dei suoi vicini, che a quest'ora staranno sicuramente dormendo.

Vedo mio fratello arrossire, e sollevare lentamente le sopracciglia.
<S..stai bene?> dice preoccupato. Ha capito. Lui capisce. Lui mi capisce.

<Non credo ti importi> rispondo sorpassandoli e andando verso ľ entrata.
<Andiamo a casa> dico incrociando le mani al petto, aspettando che si muova. Ora che lo guardo meglio noto i suoi occhi rossi...ha pianto? No, non mi importa, anche lui dovrebbe preoccuparsi di me, almeno 1/4 di come mi preoccupo io.

<Grazie per averla tenuta> si rivolge mio fratello al biondo, dalla sua voce si sente rispetto. Che poi  con il termine"tenuta", manco avesse dato in prestito un giocattolino. Che cringiata.

<Non ti preoccupare> risponde il biondo, posizionando lo sguardo sulla mia figura, con fare furbo...che strano...

Mio fratello viene verso di me, ed io dopo aver salutato Connor, apro il portone ed esco seguita da mio fratello. Scendo di fretta le scale, non prendo ľ ascensore, non starò in una stanzetta con mio fratello, non ora di sicuro.

Salgo in macchina e decido di restare in silenzio con lui al mio fianco.
Decide lui di rompere il silenzio con un <Stupido da parte tua, ma ora, ora devi dirmi cos è successo?>.

Non gli dirò del litigio tra mamma e papà, non voglio, non voglio che sappia ciò che mamma ha detto. Ma fare scena muta farebbe sembrare tutto più grave.
<E tu perchè hai pianto?> chiedo a mia volta guardando i suoi occhi ancora rossi.

<Non rispondere ad una domanda con un altra domanda> dice facendo una smorfia di disprezzo.

<Non voglio dirtelo, sono troppo trasparente a te, devi smetterla di cercar di convincermi a parlarti> sbotto guardando la strada di fronte a me.

<Ti offro ľ opportunità di sfogarti, ma se fai la stronza allora soffri> risponde guidando. Odio quando ci trattiamo così, lui forse è il più importante per me. È brutto da dire...ma sceglierei lui a mia sorella.

<Scusa> dico dopo un po', e lo vedo rilassarsi sul sedile.
<È solo che...io odio la distanza, odio che non siamo più uniti, odio stare sola e odio esser vista come una povera bambina, cazzo alla mia età scopano come conigli e tirano glitter dal naso, ed io sto da sola con voi che mi pedinate>.

Lo vedo fare una faccia stranita e poi stringere le labbra. <Io ti sono sempre accanto> dice, e subito continua <Sei la persona a cui tengo di più, se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei>.

Quasi non piango, sentirle dire è molto meglio.

<Dormo da te vero?> chiedo agitata dal pensiero di dover tornare a casa.

<ovvio che no, stanotte film> risponde, anche se so che si addormenterà in 2 minuti. Sorrido lo stesso.

<Grazie> dico guardandolo con gli occhi lucidi.

<Si ma ora non essere smielata, già ti devo sopportare così quando hai il ciclo> dice per poi ridacchiare al pugno che gli dò.

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