Capitolo 17: Amy

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Ho sempre creduto che l'ultimo giorno dell'anno fosse il più bello di tutto l'anno. Dopo mesi di fatica, di bei ricordi, di cose da dimenticare, di emozioni vissute è il momento di lasciarsi tutto alle spalle e iniziare qualcosa di nuovo e, dal mio trasferimento, l'idea di poter finalmente ricominciare mi è sembrata un dono.

Brianna sa benissimo quello che provo perché ha vissuto con me tutti gli alti e bassi della mia vita senza lasciarsi spaventare da tutta quella merda che era più grande di me e di lei messe insieme.

/Respira e ricomincia/

È il suo messaggio che mi ha svegliata questa mattina e le sono infinitamente grata.

Prima di dare ufficialmente il via alla festa e far venire i miei amici a casa, ho scelto di fare un giro per la città e cercare le ultime cose da mangiare. Compro qualche pacco di patatine, ketchup, maionese, uova e latte per il dolce e torno a casa a cucinare.

Quando suona il campanello alzo lo sguardo verso l'orologio della cucina, sono le 15.45 ed è ancora presto per l'arrivo dei ragazzi.

Mi pulisco le mani sul grembiule e vado ad aprire.

"Buongiorno tesoro" Allarga le braccia ed entra in casa portando tutto il suo buon umore, tanto che fa sorridere anche me vederlo così raggiante.

"Neil sono le 4 meno un quarto... buongiorno?"

"Che cucini?"

"Un dolce per stasera" dico con aria di sufficienza.

"E' tossico?" chiede con un mezzo sorriso indicando il misto ancora disastrato di farina e uova sul tavolo da pranzo.

"Perché dovrebbe?"

"Tesoro ti ricordo che non sai cucinare, parole tue..." alza le mani e scrolla le spalle. Oggi si diverte a prendermi in giro il signorino.

"Se è tossico lo scopriremo ad anno nuovo" dico buttando le mani al cielo divertita.

Tutta l'ora successiva la passa ad aiutarmi a tagliare la frutta da mettere sul dolce, a leggere la ricetta dal telefono e a pesare gli ingredienti. Devo dire che in due non sembra poi così difficile e noioso cucinare.

Apro il forno e Neil mette il dolce dentro.

"E ora che si fa?" chiedo guardandolo senza alcuna espressione specifica.

La sua mano si alza e si poggia sulla mia guancia. Fa scorrere il pollice sotto lo zigomo sfregandolo. Si è pericolosamente avvicinato come per vedere meglio qualcosa e io ho scostato il mio viso dal suo. Cretina.

"A-Avevi della farina sulla guancia" dice ritraendo la mano come se si fosse bruciato.

"Grazie" ripasso la mano lì dove sento ancora la sua.

Mi giro dandogli la schiena e inizio a trafficare con il nastro del grembiule, ma non trovo il capo del fiocco. La sua mano sposta delicatamente la mia e lo lascio fare. Non può vedermi, ma i miei occhi sono chiusi, il mio corpo cerca disperatamente di respirare il suo profumo e, al contempo, resistere ai brividi che il suo respiro provoca battendo sul mio collo.

Mi giro e quel verde smeraldo mi travolge come un treno tanto che non mi accorgo che la sua mano è ancora sulla mia vita.

Le nostre labbra sono a due dita di distanza e un respiro pesante mi sfugge facendole schiudere. "Dovremmo cambiarci per la festa. Ho avvertito i ragazzi che mi sarebbe piaciuto qualcosa di elegante"

La sua mano scivola via e Neil va a recuperare un borsone lasciato sul divano "E' tutto qui dentro. Dove mi cambio?"

Lo lascio vestire in camera, mentre io trasferisco tutta la mia roba in bagno per farmi una doccia, vestirmi e cambiarmi.

Proteggimi da teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora