Capitolo 51: Neil

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"Qualcuno può spiegarci perché siamo qui da un'ora e nessuno ci lascia andare?"

Io e James ci ritroviamo in una delle stanze della centrale di polizia simile a quella che si vede nei film: una stanza con tre mura e una fila di sbarre come quarta parete. Non pensavo che esistessero al di fuori delle serie poliziesche, ma mi sbagliavo. James è seduto sulla sua brandina con la testa tra le mani e ha passato la prima mezz'ora a scusarsi per essersi fermato, dopo di che è andato in mutismo selettivo.

Se solo sapessi cosa sta succedendo e che Amy è al sicuro potrei restare qui in eterno, ma l'attesa di qualunque cosa stia per accadere mi logora e mi costringe a camminare per la stanza come un animale in gabbia. Effettivamente siamo in gabbia, ma un animale non si distrarrebbe mai contando il numero di piastrelle della cella.

"C'è qualcuno che risponde, cazzo?" urlo di nuovo con la testa tra le sbarre, come se avvicinare la mia bocca alla gente che lavora frenetica dall'altra parte del metallo servisse a farmi sentire meglio. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

"Neil Reinhart e James Lastlings, seguitemi" finalmente un'agente viene ad aprire la cella e ci porta in quella che penso sia la sala degli interrogatori. Ci sediamo e guardiamo il nostro riflesso sullo specchio alle spalle dell'agente certi che dall'altra parte ci sia qualcuno a guardarci.

"Ragazzi come mai stavate correndo in macchina?" inizia a chiederci l'agente.

"Avevamo motivo di credere che delle ragazze fossero in pericolo e siamo andati ad accertarci che fosse tutto a posto" chiarisce James scocciato.

"Chi sono queste ragazze?"

"Amelia Blake" inizio io.

"E Brianna Comann" conclude il mio amico.

La tizia si gira verso lo specchio come per fare cenno di cercare su qualche strano database i nomi delle nostre ragazze.

"E perché dovrebbero essere in pericolo?" torna a rivolgersi a noi.

"Sappiamo che c'è una persona che vorrebbe fare loro del male"

"Mi pare che qui gli unici a fare del male agli altri siete voi" dice con finta ironia l'agente.

Ci mette davanti un tablet con la foto di Erin e dell'occhio nero che gli ho fatto qualche ora prima. Questo stronzo è venuto in centrale a denunciarci!

Scorre il dito sullo schermo e rimango pietrificato: tra le lenzuola bianche risalta una schiena piena di lividi mascherati dalla carnagione abbronzata e proprio lì, poco sotto la spalla, una piccola cicatrice dai bordi irregolari. Chi può aver fatto una foto ad Amy quando lei è rimasta con me tutto il tempo? Guardo James preoccupato, ma lui non può sapere che la ragazza della foto è Amy perché non si vedono particolari che potrebbe riconoscere. Se dopo le parole dell'altra sera avevo accettato che non fosse stato Erin a ridurla in quello stato, ora faticavo a immaginare spiegazioni alternative.

"Verrà emessa un'ordinanza restrittiva nei vostri confronti per aver pestato lo studente Erin Miles. Una volta che verrà ufficialmente emessa non potrete avvicinarvi a Erin, Amelia e Brianna" conclude lei.

"Un attimo, in che senso?" chiede sconcertato James.

"Secondo la sua dichiarazione il movente del signorino Reinhart sarebbe stato la gelosia nei confronti di Miles per la sua fidanzata Amelia. Lui era venuto in pace per chiarire la questione è si è ritrovato coinvolto in un pestaggio: mentre Reinhart lo picchiava, Lastlings lo ha tenuto fermo."

"Che pezzo di merda" sussurro a denti stretti. James mi lancia un'occhiataccia, come se il mio insulto potesse far aggravare la nostra situazione qui dentro, ma se Erin ha voluto incastrarci è sicuro coinvolto e le nostre ipotesi erano più che fondate. Questo significa che qualunque cosa io dica non usciremo molto presto da qui.

"Agente siamo noi le vittime, è da lui che le ragazze dovrebbero essere protette!" James cerca di far ragionare la poliziotta, ma le nostre parole sono inutili se lei è stata pagata per tenerci in stallo qui in questo buco di merda di centrale.

"Tra una settimana il mandato entrerà in vigore, mi dispiace ma la burocrazia è molto lenta. Nel frattempo starete qui sotto osservazione."

Io e James protestiamo mentre veniamo condotti in una cella diversa dalla precedente e più lontana dall'ingresso della centrale. Veniamo trattati come criminali mentre il vero pazzo è fuori e sta andando dalla mia Amy.

Mi accorgo di quello che sto facendo solo quando sento la pelle della nocca che si lacera e James che mi allontana dal muro che ho macchiato di rosso. Ho tirato pugni al cemento come se fosse la faccia di Erin, o Thomas o come cazzo si fa chiamare.

Di nuovo qui. Di nuovo impotente. Di nuovo con la donna che amo lontana anni luce da me e ignara del pericolo.

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