Capitolo 57: Neil

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HELL.

Due giorni a cercare di capire il significato del messaggio. Più le ore passavano più Amy e Brie si facevano lontane. James stava per impazzire e Dio sa quanto lo capisco.

La lettera è ancora lì, cerchiata di rosso.

Le sole cose che abbiamo trovato sono poesie che parlano dell'inferno, collegamenti con la divina commedia, e attrazioni da parco giochi.

Sembrano sparite nel nulla.

Sono due giorni che cammino come un ossesso nella stanza del dormitorio, non mangio, non faccio una doccia, non dormo, non stacco la mente dalle ragazze. Sono ridotto a un cadavere e a quanto pare anche James.

"Alex ha delle novità" non bussa neanche, ma tanto la serratura è rotta da quando ho preso la camera in affitto a inizio anno. Quante cose sono cambiate...

Alzo lo sguardo e vedo il ragazzino che ero quando Marylin era in quell'ospedale, mi distrugge vederlo così. Ha le occhiaie, gli occhi rossi e i capelli un po' più lunghi per aver dimenticato di rasarli.

"Che novità?" non c'è emozione nella voce perché non ne ho le forze.

James allarga lo spiraglio della porta ed entra metà delle ballerine del Ticket.

"Neil, siediti" Alexandra ha un tono imperativo e quando mi siedo mi rendo conto di quanto fosse necessario per le mie gambe riposarsi.

"Prometti di non dare di matto appena ti diremo cosa sappiamo" è la voce di Adriana questa. La mora spunta da dietro le spalle di Alex e tiene le braccia conserte. La sua non è una richiesta. Con un cenno della testa do il via ad Alex per raccontare.

"Amy e Brianna in Ohio"

"Come lo sai?" chiede James sconvolto quanto me. A quanto pare Alexandra non gli ha voluto dare anticipazioni.

"Ha detto una cosa prima che Erin la rapisse..."

"E lo dici solo ora?" mi alzo dalla sedia e mi avvicino a lei, ma Adriana mi afferra dal gomito e mi rispedisce sulla sedia spendendo il minimo della sua forza.

"Prima di andarsene mi ha detto che nessuno avrebbe dovuto sapere cosa era successo qui e in Ohio. Non sarò io a dirti cosa è successo, ma ti posso dire che si trova da qualche parte in Ohio"

"Cazzo" batto il pugno sul tavolo. Ora quadra tutto.

"James ci ha detto del messaggio stamattina e abbiamo iniziato a fare delle ricerche che potessero chiarire se c'è un legame tra la parola che avete trovato e l'Ohio"

"Cosa avete trovato?"

"Articoli di giornale" dice d'un fiato Adriana.

"Articoli? Su cosa?" James è stufo quanto me di queste spiegazioni a rate.

Alexandra si siede al tavolo occupando la sedia affianco a me e gira il computer in modo da poter scrivere. Le sue mani sulla tastiera mi ricordano le dita leggere di Amy mentre lavorava. Distolgo lo sguardo per disconcentrarmi dall'immagine che ha invaso la mia mente.

Fa scorrere la rotella del mouse e clicca un paio di volte su un sito di giornalismo.

'Corriere della droga si suicida: lotta tra famiglie mafiose sfiora la tragedia'

'Rilasciato capo mafioso arrestato per traffico di droga e sfruttamento della prostituzione'

Sono solo due dei titoli della sfilza di articoli presenti sulla pagina.

"Eccolo" Alexandra indica una piccola foto nell'angolo dell'articolo. Un agente tiene la mano sulla testa di un uomo in carne mentre lo spinge dentro la volante della polizia, ma non mi concentro tanto sulla faccia del signore che, a quanto pare, è un mafioso trafficante di donne, quanto sul locale alle sue spalle e sulla scritta al neon che risalta di bianco sulla foto in bianco e nero.

Hell.

"Il locale" la voce di James sembra sospesa in aria, sembra fragile come il vetro e io non parlo per quanto la paura che Amy fosse immischiata in tutto quello schifo si stia facendo reale. Credo che potrei crollare da un momento all'altro se solo Alexandra o Adriana mi dicessero che Amy era una delle vittime di quell'uomo.

Ma ho bisogno di ricercare la verità, lo devo a lei e lo devo a me stesso. Devo sapere a cosa sto andando incontro, almeno questa volta.

"Walter Teller" legge James sull'articolo prima che io possa aprire bocca.

"E' il padre di Amy, ragazzi." Dice lapidaria Alexandra.

"Ne sei sicura?"

"So che si chiama Walter, me ne aveva parlato una volta Amy, ma non so il cognome e dubito che sia Blake visto che lei ha un'identità falsa"

Un rumore orribile mi risveglia dal torpore in cui non immaginavo di trovarmi e mi costringe ad assimilare tutte le informazioni nella frazione di un secondo. James ha lanciato una sedia contro il muro facendola volare sufficientemente vicina al viso di una biondina riccia tanto da farla impallidire. Non faccio in tempo ad intercettare il suo braccio che anche il bicchiere che era sul tavolo va in frantumi addosso alla porta. Sento il cento per cento di quello che sente lui: rabbia, dolore, trepidazione, furia, stanchezza. Gli corro incontro e lo blocco circondandolo con le braccia.

"James" lo chiamo ma non risponde, fino a quando lo sento rilassarsi e scaricare tutto il suo peso su di me "James, ce la faremo. Sappiamo dove sono" Non credo di averlo mai visto piangere. Mi sforzo di essere quello forte, glielo devo. Cerco di sembrare quello che ha la situazione sotto controllo, ma qui sotto controllo non ho proprio un cazzo.

"Dove si trova questo locale?" dobbiamo partire.

"Elyria"

"Fate le valigie" dico alzandomi dalla sedia facendola stridere e andando in camera a infilare nel borsone il necessario per il viaggio.


*Angolo autrice*

Buon lunedì! Questo capitolo è un po' più corto del precedente, ma spero che suddividendoli in questo modo abbiate un quadro completo di ciò che sta avvenendo ai nostri amati protagonisti.

Spero i capitoli siano stati all'altezza delle vostre aspettative, io starò qui seduta sul mio letto a leggermi e godermi i vostri commenti mangiando pop corn. Grazie come sempre del sostegno e al prossimo episodio <3 

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