Epilogo

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8 Anni Dopo

"Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo"

Se qualche anno fa mi avessero detto che la ragazza che il mio attuale marito si portava a letto ai tempi dell'università sarebbe stata la madrina di battesimo di mia figlia non ci avrei mai creduto. Taylor è in piedi di fianco al prete con la piccola Jessica tra le braccia mentre la asciuga delicatamente con il lenzuolo bianco candido adatto all'occasione. James si gira verso di noi e sorride facendo l'ok con il pollice.

Piego la testa di lato ed incontra la spalla di Neil che mi circonda le spalle con il braccio e accarezza la pelle lasciata scoperta dal vestito. Le sue labbra si posano tra i miei capelli ed un brivido che sa di felicità e di tranquillità mi attraversa la schiena: dopo otto anni lui è ancora in grado di farmi venire le farfalle nello stomaco. Quando lo guardo noto che ha gli occhi lucidi alla vista del quadretto che si è formato lì vicino all'altare, con l'altra mano si strofina un occhio ed io sorrido a vederlo emozionato. Taylor cammina verso di noi sculettando nel suo abito vinaccia e restituisce al papà la sua bambina.

Ora dovrò condividere il mio uomo con un'altra piccola donna, ma la cosa non mi ingelosisce affatto perché l'amore è l'unica cosa che si moltiplica dividendola... o almeno questo è quello che il prete ha detto al corso pre-battesimo per i genitori e mi è sembrato un bel pensiero.

"Vado a prendere la macchina, ci vediamo al ristorante" Dice James dopo essersi congratulato con noi ed aver lasciato un bacio sulla fronte della piccola Jess. Con un cenno della testa richiama Adriana che ci saluta e si incammina verso di lui tendendogli la mano. Adriana è stata fondamentale per James dopo quella notte all'Hell, lo ha aiutato ad elaborare il lutto e da quel momento sono stati inseparabili. In realtà tutte le ragazze ci hanno aiutati, da Alex a Taylor con cui ho stretto una bellissima amicizia. Non sarò mai sufficientemente grata per la loro infinita pazienza, la loro capacità di ascoltare e di dire sempre la cosa giusta al momento giusto.

Tornati da Elyria nessuno di noi riusciva a chiudere occhio ed è andata avanti così per un annetto buono. La mia fortuna è stata avere Neil con me che si svegliava quando urlavo nel sonno il nome di Brianna, che asciugava le mie lacrime e che ascoltava con dedizione quando gli raccontavo dei momenti belli che avevamo vissuto da adolescenti. James aveva preferito soffrire in silenzio fino a quando la necessità di esternare tutto era diventata tale da venire a bussare al mio appartamento vicino al campus una notte per parlare di lei. Aveva bisogno che qualcuno gliela ricordasse perché stava dimenticando il suo viso, la sua voce, il suo profumo. Mi sono fatta raccontare di quando si sono conosciuti e lui era sembrato così sollevato nel vedere che tutte le cose belle tornavano e spazzavano via il ricordo più brutto. Mi ha parlato di quanto fosse stato difficile per lui batterla in simpatia perché le battute più divertenti era sempre lei a dirle, della loro prima volta e dei brividi che aveva ogni volta che quegli occhi smeraldo lo guardavano con la tenerezza e la tranquillità di chi sentiva al sicuro. Mi ha raccontato della sua irrefrenabile voglia di fare qualche pazzia come una fuga di una notte a Las Vegas per farsi sposare da un tizio travestito da Elvis.

"Aveva questa fissa da quando era bambina!" avevamo riso insieme "Le dicevo che non avrebbe mai potuto farlo perché dovevo organizzarglielo io il matrimonio"

"L'avrei fatto" aveva detto lui sorridendo affranto "Ce l'avrei portata"

Quella notte ci eravamo addormentati in un mare di fazzoletti abbandonati sul letto e incastrati tra le lenzuola. Ricordo ancora la faccia di Neil preoccupata perché non riusciva a trovare il suo migliore amico e la paura che potesse aver fatto qualcosa di irreparabile, poi l'aveva visto dormire sul letto e si era lasciato preparare un tè caldo.

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