Capitolo 28: Neil

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"Sbrigati cucciola che tra poco ho ospiti"

La ragazza di cui non so il nome si inizia a rivestire frettolosamente raccogliendo mano a mano la sua roba sparsa per la stanza. Non le aveva fatto sicuramente piacere essere cacciata a giudicare dall'occhiataccia che mi aveva rivolto. Nel frattempo inizio a rimettere le cose al loro posto assicurandomi di non lasciare nulla di mio o della signorina dalle mutandine di pizzo rosa in giro. Stiro con le mani le coperte del letto e accompagno la ragazza alla porta.

"Se vuoi puoi richiamarmi, ti ho lasciato un post-it col mio numero sulla scrivania" povera illusa. Non le rispondo e la congedo con una gentile pacca sul culo. Chiudo la porta dandole le spalle, ma qualcosa fa resistenza. Quando mi giro per vedere se la ragazza la sta tirando, vedo due occhi color nocciola che mi guardano in maniera severa, molto severa. "Ciao Amy"

"Che c'è quando una ragazza non disposta a dartela vuole entrare le chiudi la porta in faccia?"

"Quanto hai sentito?" chiedo con aria meno colpevole dato che lei si è divertita a ironizzare. Da quando ha chiarito la sua intenzione di restare solo amici, non abbiamo più parlato o riso come avevamo sempre fatto, nè avevamo più toccato l'argomento. Non so perchè, ma ho la sensazione che non me la racconti giusta: c'è altro dietro la scusa del mio essere donnaiolo.

"Dall'ultimo gemito... che schifo, se mi è permesso aggiungere un commento." storce la bocca in un'aria schifata.

"Beh, perdonami se ho una vita sessuale attiva" dico seguendo il filo dei miei pensieri tant'è che è la prima cosa che mi viene in mente a mia difesa. In realtà non volevo che le due ragazze si incrociassero per il corridoio. Forse Amy aveva ragione a non fidarsi e a non lasciarsi andare. 

"Ti riesce bene. Non ti sei mai posto il problema" butta il suo zaino sul divano.

"Ecco perchè  tu invece sei così acida" Amy abbassa lo sguardo e diventa improvvisamente scura in volto. Forse avevo esagerato col giochetto di ribattere acido contro la sua saccenteria. A volte era divertente, ma in alcuni momenti vederla quasi offesa mi faceva venire voglia di rimangiarmi tutto e andarmi a confessare da un prete.

"Fammi lavorare che a fine mese devo pagare casa" il discorso si è concluso così.

Come al solito entrambi seduti alle proprie postazioni cominciamo a studiare. Alla prima pausa la vedo ancora offesa, o forse è solo sovrappensiero. Dopo pochi minuti mi alzo e vado in cucina a vedere cosa c'è di commestibile nel frigo che non rifornisco da almeno una settimana. Il succo all'arancia sembra ancora del colore giusto, così ne preparo due bicchieri e uno lo porgo alla bionda in segno di pace. "Stamattina ti ho promesso che ti avrei raccontato di ieri sera!" alza la testa per vedere cosa le offro e afferra il bicchiere, segno che posso continuare. "Non ero mai andato al Ticket ma è pazzesco! Quel locale ha delle ballerine niente male, Amy, è ovvio che la gente paghi per un locale esclusivo se il servizio è così di qualità... ma forse a te non interessa"

"Sì dai, racconta alla vecchietta cos'hai visto" sembra genuinamente interessata anche se scettica, così mi lancio nella descrizione delle curve della ballerina in cui mi ero imbattuto.

"Cazzo era pazzesca. Aveva delle curve che... wow. Forse una di queste volte torno a chiederle il numero"

"Così puoi farti anche lei, poverina" dice con un ghigno divertito. Speravo di scatenare una minima reazione di gelosia, ma zero. Non ne ha o la nasconde benissimo?

"La ragazza che hai visto uscire era nulla in confronto alla ballerina misteriosa. Poi lei sapeva come muoversi, sembrava sapere esattamente cosa mi piacesse... e aveva quel profumo pazzesco, l'ho già sentito da qualche parte perché credo sia uno shampoo"

"Buon per te, cercala sniffando per tutto il Ticket" scoppiamo a ridere immaginando la scena. Quando ride le si sollevano gli zigomi e gli occhi quasi scompaiono, è davvero bella. E io sono stato un cretino fino a cinque minuti fa. Dovrei chiederle scusa? Lei sembra essere passata sopra ad ogni mia parola in pochissimo tempo...

Dopo qualche ora le chiedo se posso riportarla a casa, ma mi avverte che ci sono James e Brianna sotto ad aspettarla per mangiare fuori a cena. "Vieni anche tu scusa, che stai a fare da solo qua?"

Sarei dovuto uscire a comprare del cibo, quindi tanto valeva uscire direttamente per mangiare.

Ci accomodiamo ad un tavolo di uno street food e una bella biondina viene a prendere le nostre ordinazioni.

"Ci fai 4 hamburger e 4 porzioni di patatine. Puoi portarci anche la coca cola da bere?" dice James per tutti.

"E il tuo numero dolcezza" propongo io con aria spavalda. La ragazza arrossisce e abbassa lo sguardo tirandosi dietro l'orecchio una ciocca che le ricade sul viso. Generalmente le ragazze che appaiono così innocenti e sprovvedute sono tutt'altro che dolci tra le lenzuola. Mi crogiolo nel pensiero di quel corpicino minuto sopra il mio e perdo totalmente la cognizione del tempo. La voce di James mi riporta alla realtà e quando mi giro Brianna e Amelia hanno un'espressione di vero disgusto dipinta sul volto, come se avessero potuto vedere quello che avevo immaginato nella mia testa. Soprattutto Amy dato che mi aveva visto cacciare la bionda precedente. Finalmente una reazione! Ma la sua occhiata da mamma incazzata mi stava quasi facendo sentire intimidito e capivo cosa dovevano aver pensato le altre ragazze di me quando si era sparsa la voce che ero il tipico ragazzo da una notte e via, menefreghista dei sentimenti altrui ed egoista. Da quella sera in macchina con lei ero tornato ad essere quel ragazzo e lui, fino ad ora, mi era sempre andato bene.

La serata passa tranquilla e ridiamo tutti insieme spensieratamente fino a quando è ora di pagare il conto e andarsene dal locale.

Usciamo e devo dire che l'aria è davvero cambiata rispetto a qualche ora prima. Nuvole trasparenti di vapore escono dalla bocca quando espiro e quando si dissolve vedo Amy coperta con la sciarpa fin sotto il naso e con le mani incrociate sotto le ascelle per cercare di scaldarle. "Ricordami che il prossimo giubbino che compro dovrà avere per forza le tasche" dice a Brianna mentre sbattono i denti in sincronia.

"Amy vieni così ti riaccompagno a casa" oramai l'ho fatto talmente tante volte che mi suona naturale chiederglielo. Aspetto che mi lanci la sua solita occhiata che dice espressamente 'sei sicuro che non è un disturbo?' ma la convinco dicendole che accenderò il riscaldamento.

Durante tutto il  tragitto guarda dritto davanti a sè come ad assicurarsi che io non sbagli strada. Chissà a cosa starà pensando, se probabilmente dopo ciò che ha visto e che le ho detto oggi, è ancora più convinta di aver fatto la scelta giusta e restare amici. 

"Grazie, buonanotte Neil" Si gira verso di me appena accosto la macchina sotto casa sua.

"Buonanotte tesoro" mi sporgo per darle un bacio sulla guancia e noto che lei rimane paralizzata. So perché ho fatto qualcosa di così fraintendibile e come mi allontano lei si rilassa e scende dalla macchina con le labbra arricciate a formare un'espressione indecifrabile.

"Non volevo" dico prima che possa chiudere la portiera "Quello che ti ho detto pomeriggio. I-io..."

"E' la tua vita, non sarò io a dirti cosa farci. Solo... capisci ciò che vuoi" Si rigira facendo ondeggiare i capelli e spostando una piccola corrente d'aria. Mentre attendo che infili la chiave nella toppa e scompaia nel buio del pianerottolo penso che abbia proprio un buon profumo.

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