Capitolo 41: Amy

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Giorno 3 dall'ultima volta che ho parlato con Neil.

Non so perché tengo il conto, so solo che nonostante io abbia trovato la stabilità tra le braccia di Thomas, sento un vuoto dentro di me e il caos in testa.

Il bello di quando sto con Thomas è che riesco a non pensare a nulla, come se mettessi tutti i miei pensieri, gli incubi, le discussioni con Neil, i problemi al Ticket sotto il tappeto, come fosse polvere da nascondere, ma appena resto da sola a casa ecco che il mio primo istinto è guardarci sotto.

Ripercorro a mente i nostri litigi più e più volte, li analizzo e analizzo la nostra storia pensando a quale sia stato il punto di rottura e al perché la cosa più semplice sia stata allontanarsi.

Ma questo vuoto... era il posto che lui occupava e ora se ne era andato via senza riempirlo.

È colpa sua se ora mi sento insoddisfatta nonostante io abbia tutto ciò che mi era stato sottratto e a cui avevo sempre anelato.

È colpa sua che non esce dalla mia testa.

È colpa sua se riesce a farsi amare nonostante sia così facile litigarci.

È colpa sua se mi ritrovo ad amare due persone contemporaneamente.

Il cielo si è già fatto scuro e io non ho pranzato né cenato. Sono totalmente priva di energia, ma ho bisogno di uscire per pensare ad altro e lavorare è il modo migliore per aiutarmi.

Salgo sulla macchina e la faccio partire, guido come un automa fino all'ingresso sul retro dove riconosco la macchina di James.

Sono forse in ritardo? Guardo l'orologio sul cruscotto e l'orario è giusto.

Quando scendo delle voci catturano la mia attenzione.

"Chiedi a Brie di parlarci per favore, mi sta evitando da tre giorni" era l'inconfondibile voce di Neil.

"Vedo cosa posso fare, ma sai che Brianna è molto protettiva nei confronti di Amy e dubito che si schieri dalla tua parte ora che Amy è così presa da Erin"

"Tanto presa?"

"Sì amico, mi dispiace" risponde affranto James.

"Cazzo" un rumore metallico riecheggia nel parcheggio vuoto, credo abbia tirato un pugno alla porta, e io mi nascondo dietro la fila di colonne a muro sperando che non mi abbiano vista.

"Mi sento una merda, James. Ho rovinato tutto, volevo aggiustare le cose e non ho fatto altro che peggiorarle. Se solo avessi Erin sottomano..."

"Non gli faresti niente, perché Amy è felice con lui" dice secca la voce dell'amico.

"Esatto, non farei niente. Sono disposto a lasciarla andare, cazzo. Ora capisci quanto è importante per me!" La sua voce è un progressivo alzarsi di tono, ma sono le sue parole che mi lasciano impietrita: lui sacrificherebbe la sua felicità per la mia.

"Lui non mi piace per niente e ho paura che le farà del male"

"Amy è forte e saprà capire chi è meglio per lei"

"Non è lui" ribatte secco Neil.

"E saresti tu?"

Resto con l'orecchio teso, ma non so se Neil abbia risposto o meno. Vedo solo la sua sagoma immersa nelle fioche luci delle scale antincendio che si allontana a grandi passi verso la sua macchina. Ha una felpa scura, credo sia la stessa che mi ha prestato la notte che ho dormito da lui... con lui... quando si era rotta la doccia. Quelle braccia che mi avevano tenuta stretta durante il sonno e quelle mani che più volte si erano infilate tra i miei capelli, ora sono infilate nelle tasche e si allontano da me. Sono tre giorni che guardarlo senza incrociare il suo sguardo fa male.

Aspetto cinque minuti che James entri e poi raggiungo le ragazze.

Oramai il mio corpo sa esattamente cosa deve fare e su quale pezzo della canzone farlo. Non mi rendo nemmeno conto del tempo che passa e resto tutta la sera sul mio metro quadro di cubo a dimenare i fianchi come piace alla gente. Non so se sia la stanchezza o il fatto di essere stanca di tutti questi pensieri che mi affollano la mente. Ero venuta per cercare di fare pace col cervello ed ecco che le parole di Neil mi scaldano il cuore e mi mandano in tilt i neuroni.

Qualcuno agita le mani dall'angolino del locale vicino le scale che portano ai camerini e io metto da parte, finalmente, i miei pensieri per esaminare la faccia di Vicky e capire perché tanto allarme.

La raggiungo e l'adrenalina inizia a circolare nel mio sangue quando vedo la sua espressione preoccupata.

"E' successo di nuovo, questa volta a Faith, Rachel e Jenna. Le hanno drogate tutte e tre."

"Dove sono adesso?"

"In camerino"

Corriamo nel camerino ed eccole sedute sulle sedie delle toelette circondate dalle altre.

Adriana le sta interrogando nella maniera più dolce di cui è capace "Avete bevuto qualcosa?"

"Mi sono fatta fare da Jeff un mojito e ce lo siamo divise in tre"

"Cazzo" sussurra Adriana "e ve lo siete portate in giro per il locale o ve lo siete bevuto al bancone?" qualcuno potrebbe averci versato qualcosa dentro mentre attraversavano la pista.

"Sono andata a portarlo alle altre e siamo rimaste in un angolino a finire di bercelo, poi Rachel non si è sentita bene e l'abbiamo accompagnata in bagno" continua a spiegare Jenna.

"Da lì buio totale" conclude Faith.

Com'è possibile che entri così tanto Alcover dentro il locale?

Le altre si affacciano sullo schermo dei telefoni delle mie colleghe, ma io so già cosa c'è. Prove di quello che succede in questo cazzo di locale. Prove che prima o poi tocca a ognuna di noi e anche Alex si è fatta due conti dato lo sguardo che mi sta lanciando.

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