Capitolo 59: Neil

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Il viaggio durerà 34 ore. Io, James, Alexandra e Adriana siamo saliti in macchina poche ore fa consapevoli che sarebbe stato il viaggio lungo più breve nella storia della nostra vita. Niente aereo, niente treno, niente mezzi rintracciabili o potrebbero impedirci di lasciare la California.

Ci si alterna con turni di cinque ore, si fanno soste solo nel cambio turno e non è permesso perdere tempo in autogrill a comprare da mangiare: abbiamo tutto qui con noi e per due giorni e mezzo di viaggio sarà più che sufficiente.

"Faccio io il primo turno" James si era seduto al posto del guidatore e nessuno si stava lamentando della sua guida pericolosamente sportiva.

Mentre guidava non facevo altro che ripercorrere a mente tutte le volte in cui lei era davanti a me e per puro orgoglio l'avevo lasciata sfuggire, a quanto fossi stato stupido a lasciare che fosse felice con la persona sbagliata. Ripenso ai lividi sul suo corpo. Erin la stava minacciando? Doveva essere sicuro andata così, ma per cosa la stava minacciando?

"A cosa pensi?" Chiede James girando la testa verso di me per poi riportarla velocemente sulla strada.

"A Amy"

"A cosa in particolare?"

"Ai lividi che aveva la sera in cui l'ho trovata al Ticket" non l'avevo detto a James perchè Amy mi aveva chiesto di non dirlo a nessuno, diceva che Brie si sarebbe preoccupata per niente. Ma ora troppe cose non quadravano e io avevo bisogno della razionalità del mio amico per risolvere questa cosa.

"Lividi? Perché non ce l'ha detto. Come se li è procurati?"

"Ricordi la foto della ragazza di schiena che ci ha fatto vedere l'agente durante l'interrogatorio?" annuisce senza levare lo sguardo dalla strada "Era il corpo di Amy, l'ho riconosciuta dalla cicatrice, ma non so quando Erin possa avergliela scattata. Lui c'entra in tutto questo, è stato lui a farle quei lividi anche se lei ha sempre smentito, ma non mi ridanno i conti. Se lui è tornato qui per riportarla da suo padre allora perché non l'ha fatto appena l'ha trovata? Ha fatto passare mesi prima di rapirla."

"Potrebbe aver provato a farla innamorare di nuovo di lui, ma lei ha capito le sue intenzioni e l'ha respinto così lui l'ha picchiata" ipotizza lui "e potrebbe essere stato troppo sentimentale per rapirla in quel momento"

"O forse perché in quel momento c'era solo Amy con lui... Walter voleva sia Amy che Brie perché sapeva che se fosse sparita insieme a lui significava che l'aveva riportata in Ohio e lei non avrebbe esitato a dare l'allarme"

James stringe le labbra e preme ancora di più il piede sull'acceleratore superando una macchina blu cui stiamo dietro da almeno mezz'ora.

Potrebbe essere andata così, ma scommetto che le cose sono più complicate di quello che sembrano.

Droga, traffici di esseri umani, mafia. Tutto si sta facendo così confuso e le uniche persone che sanno cosa sta succedendo davvero erano a Elyria o a dormire sui sedili posteriori di questa macchina.

Allungo il braccio dietro quando James accosta, sono già passate cinque ore e la prossima del turno è Alexandra.

"Alex" la chiamo battendole la mano sul ginocchio.

"Devo guidare?" per fortuna è già mezza sveglia.

"Sì, se volete ci fermiamo qualche minuto all'autogrill, ma fate veloci". Parcheggiamo la macchina ed entriamo in una baracca che dovrebbe essere un autogrill, ma in realtà è una pompa di benzina con un bar collegato. Il signore dietro il bancone potrebbe avere più di cento anni viste le sue rughe profonde, ma il suo sguardo dice ben altro: è vigilissimo e minaccia di morte qualunque cliente con quel fucile appeso all'appendiabiti alle sue spalle.

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