Chi bacia al volo la gioia vive all'alba dell'eternità.
William Blake
Il sabato sera, Sara arrivò per prima a casa di Egon.
Lo trovò in soggiorno, che metteva a punto gli ultimi dettagli per la serata, e gli consegnò il piano preparato da lei e dai ragazzi: un semplice schema di postazioni.
"Magari riusciremo anche a divertirci." disse lui, prendendo il foglio e dandole un leggero bacio sulla guancia per salutarla.
"Forse..." sospirò lei, imbarazzata.
Egon era imbronciato, non era abituato ad organizzare feste e, sebbene avesse accettato di ospitare quella, sembrava un pesce fuor d'acqua.
Sospirò e Sara si sporse a guardare da sopra la sua spalla i fogli che erano disposti sul tavolo.
"È una lunga lista." borbottò. Non che lo biasimasse, lei avrebbe fatto lo stesso: ogni cosa doveva essere pianificata nei minimi dettagli.
"Non hai idea di quanto sia stato difficile trovare un barman. Non sapevo nemmeno a chi rivolgermi."
Rimasero un momento così vicini. Sara non sapeva perché, ma Egon le ispirava un senso di tranquillità e sicurezza, nonostante si fossero visti solo poche volte.
"Devo scendere a sistemare gli ultimi dettagli." esordì lo stregone facendo qualche passo indietro. "Per quando arriveranno tutti, la piazza deve essere sgombra e la fontana a disposizione delle sirene."
Sara sgranò gli occhi, Egon non sembrò farci caso e proseguì a elencare la scaletta che aveva in mente: "Anche gli addobbi devono essere terminati. Comunque, ho chiamato un paio di amici stregoni che mi aiuteranno con le barriere." terminò.
"Non esagerare con la magia, questa volta." suggerì lei.
"Non preoccuparti, ne rimarrà abbastanza per dopo." disse lui.
Sara ridacchiò tra sé, vedendo Egon così preoccupato per una semplice festa.
Lo stregone si passò una mano tra i capelli. "Andrà bene. È tutto a posto." disse, più a sé stesso che a lei. Era abituato a stare da solo e, anche se era il sommo stregone della città, aveva a che fare più con i suoi dipinti che con gli altri.
"Tu puoi cambiarti dove vuoi, nella mia camera ci sono degli specchi, sono sicuro che ti ricordi dove si trova." le disse e uscì dopo averle scoccato un bacio distratto sulla guancia, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Sara si diresse in camera di Egon, portando con sé la sua borsa.
Lanciò un'occhiata al soggiorno, la stanza era ampia, ma sembrava più piccola a causa della scultura a metà strada tra i due divani. Era ancora coperta da un lenzuolo, si chiese quanto ci si potesse mettere a scolpire un blocco di marmo di simili dimensioni.
Controllò il cellulare, per avere notizie degli altri, e trovò un messaggio dove Lin l'avvertiva che lei e i ragazzi erano partiti.
Si tolse i vestiti e li ripose nella borsa. I ragazzi avevano chiesto allo zio Leonardo, il padre di Giacomo, di dare loro una mano con le tuniche e il risultato era piuttosto soddisfacente.
La sua toga era un semplice lenzuolo bianco che le ricadeva morbido sul corpo sinuoso. Era stato drappeggiato in modo ammirevole dallo zio, in particolare i drappeggi disegnavano una fascia che le scendeva dalla spalla e dal seno destro fino al fianco sinistro. Sara aveva la spalla sinistra scoperta, quindi erano ben visibili le sue rune permanenti. Motivo per cui aveva portato anche uno scialle rosso porpora, che era in linea con i costumi dell'epoca.
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SHADOWHUNTERS - La Spada del Paradiso
FanfictionRoma, 2013 A fine estate Nick, uno Shadowhunter di città del Capo, parte per il suo anno all'estero. Ad aspettarlo a Roma ci sono Chiara Malatesta, direttrice dell'Istituto locale, sua figlia Sara, la sua parabatai Lin, la piccola Vittoria e gli al...