Capitolo 14

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Giorni passati

Ἧλθες, και ἐπόησας, ἔγω δἔ σ' ἐμαιὄμαν,

ὄν δ' ἔψυξας ἔμαν φρένα καιομέναν πόθω.

Sei arrivata, lo hai fatto e io ti desideravo:

hai dato ristoro alla mia anima bruciante per il desiderio.

Saffo

Atene, 2012


"Sbaglio o questa mattina Irene era furente?" chiese Giacomo a Giovanni mentre i due andavano a pranzo da Kosta.

Quelli sarebbero stati gli ultimi giorni che passavano ad Atene. Le due settimane che avevano trascorso lì erano state entusiasmanti, piene di nuove scoperte, conoscenze ed esperienze.

Tra le mura dell'Istituto, Johnny era anche riuscito a conquistare il cuore di una Shadowhunter greca, che ora, con ogni probabilità, si stava pentendo di averlo incontrato.

"Non ha preso bene il fatto che io non voglia avere una relazione con lei." spiegò Giovanni, alzando le spalle. "Che ci vuoi fare?"

Jack alzò gli occhi al cielo, mentre attraversavano la strada. Si erano lasciati il Museo dell'Acropoli alle spalle e, di fronte a loro, si apriva una via sede di negozietti di souvenir, bar e ristorantini tipici, con i tavoli all'aperto, sotto ombrelloni colorati.

"Potevi dirglielo prima." osservò Giacomo.

"Vorresti consolarla tu per caso?"

Jack alzò gli occhi al cielo. "Sai che il mio cuore appartiene già ad un'altra." gli rispose, con leggerezza, mentre si accomodavano intorno ad un tavolo tondo, di fronte al bancone di Kosta.

"Allora dovresti farti avanti con Lin." suggerì Giovanni.

Jack avrebbe dovuto, non c'erano dubbi, soprattutto se lo diceva Mr. Rubacuori.

La giornata era perfetta per pranzare all'aperto. L'inizio della primavera, in quella città, era mozzafiato: gli alberi erano in fiore, le persone allegre e il clima mite.

Jack aveva scattato delle fotografie da urlo, che sarebbero state benissimo appese alle pareti di camera sua, tra i poster cinematografici.

Una cameriera bruna e abbronzata servì loro i pita gyros che avevano ordinato. Johnny le fece l'occhiolino e quella si allontanò lanciando loro più di un'occhiata ammiccante.

Giacomo non ci fece caso e addentò il suo gyros: era una favola, il kebab più buono che avesse mai mangiato. Gli si scioglieva in bocca, facendogli venire voglia di mangiarne altri cento.

"Questo mi mancherà." disse all'amico tra un boccone e l'altro.

Johnny annuì, con la bocca piena, innamorato del suo piatto più di quanto lo fosse mai stato di una ragazza.

"Vorrei poterne fare una scorta."

A pancia piena, i loro sorrisi si allargarono.

"Cosa vuoi fare oggi pomeriggio?" chiese John.

"Potremmo tornare sull'Acropoli." propose Jack, che avrebbe volentieri scattato altre foto da lassù.

"Perché no? Salendo smaltiremo anche queste delizie." disse Johnny, guardando con dispiacere il piatto vuoto.

"Amico, noi mangiamo troppo. Dobbiamo essere grati agli allenamenti e al metabolismo veloce." esclamò Jack, estraendo la sua Canon.

"Hai ragione." Giovanni si portò il bicchiere alla bocca. "Ne vuoi un altro?"

SHADOWHUNTERS - La Spada del ParadisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora