Capitolo 10

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I have wrestled with death. It is the most unexciting contest you can imagine. It takes place in an impalpable greyness. With nothing underfoot, with nothing around, without spectators, without clamour, without glory, without the great desire of victory, without the great fear of defeat, in a sickly atmosphere of tepid scepticism, without much belief in your own right, and still less in that of your adversary.

Joseph Conrad – Heart of Darkness


Per tutta la notte e il giorno seguente Valentina rimase in infermeria, stava malissimo.

I ragazzi rimasero con lei, soprattutto Johnny, che non si allontanò nemmeno un istante e, mentre lui dormiva, rimase Sara ad occuparsi di lei, a farle bere l'acqua santa e ad aspettare che la ributtasse fuori.

Valentina le fece qualche domanda, lei rispose in modo parziale, non voleva preoccuparla, non sapeva quanto lei sapesse e voleva che si riprendesse al meglio.

Le chiedeva dove si trovava e poi, dopo che lei l'aveva tranquillizzata, tornava a dormire. Aveva dormito molto, oltre ad aver bevuto molto, e si stava riprendendo.

Quando lasciò soli Johnny e Valentina, prese una decisione.

Era giunto il momento di affrontare il clan, non potevano lasciare che niente del genere accadesse di nuovo. Lo disse ai ragazzi, che erano d'accordo con lei.

Lasciarono Johnny a prendersi cura di Valentina e di Vittoria, che dormiva già. Era stata una giornata strana per la piccola, a cui non era stato permesso di accedere all'infermeria.

Il covo del clan era L'Aqua Morte, un sontuoso edificio sede di terme monumentali.

I ragazzi vi si recarono, avvicinandosi con cautela, consci che non sarebbero stati i benvenuti.

Gli Shadowhunters non parlarono tra loro, camminarono compatti e veloci, senza avere in mente un piano preciso.

Sara sentiva montare dentro di sé una rabbia ancestrale, che l'accecava e le impediva di provare la paura che invece avrebbe dovuto provare.

Non le importava se il clan aveva deciso di fare a modo suo. Qualunque cosa stessero facendo, andavano fermati. Dovevano mettere fine ai rituali negromantici, alle aggressioni, a tutta quella brutalità.

Avrebbero pagato per i loro errori, o meglio per il male deliberato che avevano procurato, per le umiliazioni inferte a delle ragazze innocenti, per le vite che si erano permessi di troncare.

Le leggi dell'Alleanza dovevano essere rispettate. Non le importava che quell'incontro sarebbe potuto sfociare in uno scontro aperto o che i rapporti con i nascosti ne sarebbero potuti uscire indeboliti. Semplicemente non le importava, era arrabbiata e sapeva che era la cosa giusta da fare. Quegli omicidi non potevano rimanere impuniti.

Una volta arrivati all'edificio, trovarono fuori dalla porta due sentinelle, che avevano l'aspetto di ragazzi molto giovani e i volti di un bianco spettrale.

"Desideriamo essere ricevuti dal capoclan." disse Sara, rimanendo spalla contro spalla con la propria parabatai, mentre i ragazzi chiudevano il gruppo.

I due vampiri voltarono appena il capo nella loro direzione, come se non si fossero accorti della loro presenza.

"Adesso." Lin marcò il concetto portando la mano all'elsa di Ama no Murakumo.

Il vampiro più vicino alla ragazza strinse la mascella e li guardò con sdegno.

"Da questa parte." acconsentirono poi in coro, aprendo il portone di legno.

SHADOWHUNTERS - La Spada del ParadisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora