L'anima incontra l'anima sulle labbra degli amanti.
Percy Bysshe Shelley
La mattina successiva Lin si svegliò presto, si vestì e uscì. Non incrociò nessuno tranne Giovanni, con cui scambiò un paio di parole, ma non si trattenne a lungo con lui: voleva essere puntuale. Ricontrollò il cellulare, per essere sicura di non aver sbagliato il luogo dell'incontro.
Il penultimo messaggio recitava: Ti va di vederci domani mattina alle sei, di fronte al vecchio cinema?
Lei aveva risposto: Okay.
E ora si stava incamminando verso la fine della strada. Non si svegliava mai così presto di solito. In quel caso, però, aveva addirittura faticato a prendere sonno e si era alzata senza lanciare tante maledizioni alla sveglia.
Arrivata di fronte al cinema abbandonato, si appoggiò ad una ringhiera e aspettò.
Controllò più volte l'orologio. Sarebbe dovuto nevicare ad agosto: per lei, arrivare in anticipo era un evento più unico che raro! Era sicura che se lo avesse raccontato a Sara non ci avrebbe creduto, o avrebbe gridato al miracolo, o avrebbe fatto entrambe le cose. Solo che non poteva scriverglielo, non le aveva detto niente di quell'uscita.
La notte precedente erano tornati molto tardi, il che rendeva ancora più sorprendente il fatto che si fosse svegliata così presto, e Sara era preoccupata per Nicholas, quindi...
Si osservò sulla finestra impolverata dell'edificio alle sue spalle, quella sotto il murale della fenice rossa, scosse la testa per sistemarsi la frangetta.
Poi sentì il rombo di un motore, si voltò e vide una moto avanzare a tutta velocità lungo la strada. I motociclisti dovevano proprio darsi una calmata, correre così velocemente per le strade del centro storico era folle.
Salì sul marciapiede. La moto cominciò a rallentare, fino a fermarsi di fronte a lei.
Lin fece ancora qualche passo indietro. Il motociclista spense il motore, mise il cavalletto al suo veicolo e drizzò la schiena, senza scendere. Si portò le mani, ricoperte da guanti vintage marroni, alla testa e si sfilò il casco.
Il sole colpì due orecchini circolari dorati e due occhi quasi dello stesso colore, che la fissavano sorridenti.
"Buongiorno, Lin." la salutò Selvaggia Cappelletti, che indossava un giubetto di pelle marrone.
"Buongiorno." disse lei.
"Sei vestita nel modo giusto." disse Selvaggia, indicando il giubbotto di pelle nera di Lin.
"E per quanto mi piaccia la tua maglietta, dovresti chiuderlo."
Lin fece quanto le era stato detto senza dire una parola, ma annotò che a Selvaggia piaceva la sua maglia dei Muse. Si scostò i capelli dalle spalle e chiuse la zip.
Quando tornò a guardarla, Selvaggia le porse un casco.
"Dove andiamo?" chiese Lin.
"Lo vedrai." fu tutto ciò che ottenne.
Selvaggia si ricacciò il casco in testa, la guardò, invitandola a fare lo stesso, poi abbassò la visiera sui brillanti occhi castani, imitata da Lin, che salì sulla moto dietro di lei.
Partirono sfrecciando per le strade di Roma, di certo non era sicuro, però Lin doveva ammettere che era divertente. Si tenne stretta a Selvaggia, mentre le due uscivano dal centro città e imboccavano la strada statale, che le portò in piena campagna.
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SHADOWHUNTERS - La Spada del Paradiso
FanfictionRoma, 2013 A fine estate Nick, uno Shadowhunter di città del Capo, parte per il suo anno all'estero. Ad aspettarlo a Roma ci sono Chiara Malatesta, direttrice dell'Istituto locale, sua figlia Sara, la sua parabatai Lin, la piccola Vittoria e gli al...