Gli innamorati soffrono, e anche noi,
non si curano del cibo, nemmeno noi ce ne curiamo;
non possono dormire, e questo ora accade anche a noi;
hanno l'impressione di bruciare e anche in noi c'è il fuoco;
smaniano di vedersi, e perciò noi preghiamo che venga giorno presto.
Forse questo è amore e noi ci amiamo senza saperlo,
se infatti questo non è amore, per quale motivo ci cerchiamo l'un l'altra?
Lungo Sofista – "Dafni e Cloe"
Quando Sara si svegliò, la mattina successiva, Nick non era più al suo fianco sul divano. Si stiracchiò, portando le braccia sopra la testa e si sedette. Il risveglio portò con sé i ricordi della notte precedente. Primo fra tutti il bacio con Nick, sorrise, mordendosi il labbro inferiore e si mise seduta.
Il sole illuminava la stanza e all'esterno il boschetto di ulivi creava un contrasto cromatico mozzafiato con il cielo azzurro. Sara pensò che sarebbe stato bello fare una passeggiata con Nicholas quel giorno: dato che avevano fatto ciò per cui erano venuti, potevano prendersi un paio d'ore di libertà.
Con il risveglio, però, tornarono anche i pesi della vita quotidiana e i pochi minuti di leggerezza furono coperti dal masso che si portava nel petto. Si spostò i capelli dagli occhi e sospirò.
Nick non sapeva tutto di lei, c'era molto che non sapeva. Non era giusto che lui fosse all'oscuro, non si trattava di dettagli, si trattava di un macigno.
Si alzò in piedi e raggiunse la cucina. Lui era ai fornelli.
Indossava i pantaloni del pigiama e si muoveva a piedi nudi su e giù per la stanza. Lei si appoggiò alla porta, mordicchiandosi il labbro, e lo osservò. Era bello, davvero bello ai suoi occhi.
Le venne voglia di andare ad abbracciarlo anche in quel momento e di rimanere così all'infinito, ma si trattenne.
Non era giusto che lui non sapesse. Non lo era, eppure lei sapeva di non poterglielo dire.
Era egoista, l'avrebbe ferito, lo stava ingannando, ma voleva essere egoista, per un po' almeno, e godersi quel momento.
Lui si voltò e la vide: "Buongiorno." la salutò con un sorriso. "Stavo preparando la colazione."
Nick rimase con la spatola alzata a mezz'aria. Avrebbe voluto baciarla forse, stringerla, non lo fece. Lei avrebbe voluto fare lo stesso e dovette lottare con tutta sé stessa per rimase sulla porta con le braccia incrociate, ma gli sorrise. Gli rivolse un sorriso che non risparmiava niente, che le illuminò gli occhi, uno di quelli che concedeva a poche persone.
Lui ricambiò, e quasi le fece male, quasi la bruciò lo splendore del suo viso.
Poi si voltò di scatto verso i fornelli, dato che si sentiva un leggero odore di bruciato.
"Me ne hai fatto bruciare un pezzetto." disse lui.
"Non dare la colpa a me!" esclamò, avanzando di qualche passo e mettendosi in punta di piedi per osservare il suo operato.
"Non preoccuparti, io detengo il record in famiglia per numero di cibo bruciato. Una volta sono riuscita a carbonizzare delle brioche, solo riscaldandole... in microonde." raccontò.
Lui scoppiò a ridere. "Sul serio?"
Lei annuì.
"E non mettere mai in microonde le vaschette di alluminio... quelle prendono fuoco." lo ammonì lei.
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SHADOWHUNTERS - La Spada del Paradiso
FanficRoma, 2013 A fine estate Nick, uno Shadowhunter di città del Capo, parte per il suo anno all'estero. Ad aspettarlo a Roma ci sono Chiara Malatesta, direttrice dell'Istituto locale, sua figlia Sara, la sua parabatai Lin, la piccola Vittoria e gli al...