36 - Verso il futuro

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Yusuf

La vita era ben strana, per anni ero stato completamente solo per miglia e miglia su questo lato della costa del Bosforo, ed ora mi trovavo in mezzo ad una folla di persone allegre e sorridenti.

Dopo quel pranzo domenicale Aziz venne a stare con me, era una compagnia rilassante anche se veniva da chiedersi: cosa possono  avere in comune un vecchio pescato ed un noto uomo d'affari?
Bah niente probabilmente, ma non si sa come ci trovammo a condividere una piacevole routine fatta di chiacchierate sotto il portico e tè bevuti all'ombra del grande albero mentre Aziz non perdeva mai d'occhio i movimenti delle proprietà vicine.
Soprattutto era interessato a quelli della poprietà un po' più il là.

Mi raccontò della sua storia di più 30 anni prima con Mihriban e come, per tutto quel tempo, non l'avesse mai dimentica,  ora che il fato gli aveva inaspettatamente permesso di ritrovarla, non se la sarebbe fatta più sfuggire.

Mi divertii tanto ad assistere alle manovre di avvicinamento di Can con Sanem e di Aziz con Mihriban,ah ask, l'amore! Cosa non era in grado di far fare.

Sanem

Ero stata invitata ad andare dopo pranzo da Yusuf ed Aziz per il caffè, naturalmente sarebbe venuta anche Mihriban che orami era diventata inseparabile da Aziz cioè, per la precisione, era quest'ultimo che gli stava incollato alle calcagna come se avesse paura che potesse sparire da un momento all'altro.
Era uno spasso vederli flirtare timidamente come due adolescenti, Can era evidentemente felice per il padre ed anche io ero contenta per Mihriban che sembrava magicamente rifiorita sotto lo sguardo di Aziz, ah ask, l'amore!

Arrivai spingendo la carrozzina di Nihat al tavolo che Can aveva costruito sotto il grande alberto nel giardino alle spalle della casa di Yusuf, erano già tutti lì e mi accolsero con baci e abbracci. Il piccolo Nihat fu subito rapito dal nonno che iniziò a fargli il solletico sul pancino facendolo ridere con quel riso contagioso tipico dei neonati.  Quanto era bello il loro rapporto, aveva fatto bene a venire a vivere qui Aziz,  stava instaurando un rapporto bellissimo con suo nipote.

Ad un certo punto  mi sembrò di vedere Can lanciare uno sguardo di intesa agli altri, poi mi prese la mano e mi chiese se poteva parlarmi un attimo.
Ci allontanammo verso il molo, ero curiosa di sapere di cosa volesse parlare ma, inspiegabilmente restava silenzioso.
Mi invitò a salire sulla sua barca perchè aveva una cosa da farmi vedere, mi fece cenno di scendere sottocoperta davanti a lui ma prima, mi disse , doveva bendarmi perchè aveva una sorpresa per me.

Mi guidò giù per i gradini poi si fermò togliendo la benda - Apri gli occhi-

Mi trovai davanti uno specchio ma questa volta non c'era un messaggio per me, ce n'erano centinaia

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Mi trovai davanti uno specchio ma questa volta non c'era un messaggio per me, ce n'erano centinaia. Rimasi a bocca aperta.

Ti lascio un attimo sola se vuoi leggerli....

Così dicendo tornò sul ponte superiore della barca.
Rimasi lì incredula ed emozionata leggendo:seni çok seviyorum, ti amo, sei la mia vita, mi fai battere forte il cuore, ogni mio respiro è per te, sei il mio tutto, non posso vivere senza di te, sei la mia stella, ti amo erkenci kus ...

Ad ogni biglietto il mio cuore faceva un triplo salto mortale mai, durante la nostra storia, Can era stato così aperto sui suoi sentimenti, era stato affettuoso certo, ma ora stava chiaramente dando il meglio di sè.
Ero così intenta a leggere che mi resi conto a fatica che c'era qualcosa di strano, ci stavamo muovendo? Possibile? Mi affrettai a salire in coperta. Non potevo crederci, Can era al timone e stavamo navigando in mezzo al Bosforo.

- Caaan ne yapıyorsun, cosa stai facendo?Dove stiamo andando? -

- Verso il nostro futuro Sanem! -

- Caaan ma sei impazzito? Torniamo indietro da Nihat -

- Non ti preoccupare non potrebbe essere in mani migliori, siediti qui vicino a me Sanem, goditi il sole, il mare, il cielo, le nuvole e l'aria tra i capelli.
Goditi il panorama di Istanbul che scorre davanti ai tuoi occhi, godiamoci questo momento insieme Sanem, non sai quanto ti avrei voluta vicino a me in questi mesi-

Mi sedetti sul divanetto vicino a lui un po' rigida all'inizio ma poi cominciai a fare quanto mi aveva consigliato, guardai i gabbiani che volavano alti incrociando la nostra rotta, osservai curiosa le facciate delle case che si affacciavano sul Bosforo, vidi un bambino che mi salutava da un'imbarcazione vicina. Cominciai a godermi il viaggio e il piacere del sole che mi baciava la pelle. Era meraviglioso!

Can

La vidi chiudere gli occhi ed offrire il viso al sole come era sua abitudine ogni volta che usciva all'aria aperta, era così la mia Sanem, godeva di ogni singolo aspetto della vita anche  il semplicce calore del sole era per lei fonte di gioia.

Ben presto arrivammo alla nostra meta, avvicinai la barca ad un molo un poco nascosto da un'insenatura, Sanem era chiaramente  curiosa di sapere dove stavamo andando.
Finite le manovre di ormeggio l'aiutai a scendere e la guidai sù per una ripida scala intagliata nella roccia, sembrava infinita ma non mi potevo lamentare, la vista di Sanem che saliva davanti a me non era per niente spiacevole.
Si girò, scorse un mio sguardo e mi gridò -Caaan!- Ridendo arrivammo in cima ma, prima di svoltare l'angolo,  tirai fuori di nuovo la bandana e le bendai gli occhi - Di nuovo? -

La spinsi piano in avanti - Shhh è una sopresa, vieni ti guido io, cosa senti Sanem? - La vidi irrigidirsi al ricordo di aver già vissuto questa situazione
- Senti la voce di Istanbul? -
La  sentii respirare a fatica senza osare parlare, mi avvicinai, la presi tra le braccia sussurrandogli piano in un orecchio
- Sono ancora innamorato di te Sanem-
Le accarezzai piano i capelli.
- Quando chiudo gli occhi vedo ancora e solo te, quando ci sei e quando non ci sei, ovunque vada o sia andato tu ci sei sempre stata Sanem, se guardavo il cielo tu c'eri Sanem. Ci sei e ci sei sempre stata solo tu Sanem - Le tolsi la benda dagli occhi, ci guardammo a lungo, poi la girai per farle vedere dove ci trovavamo anche se, a questo punto, pensai che l'avesse capito.

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- Questo,  se lo vorrai Sanem, sarà il nostro futuro- 
La vidi trasalire interdetta.
- Si hai capito bene, quando mi hai chiesto dove ti stavo portando non scherzavo dicendo che stavamo andando verso il nostro futuro.
Se accetterai di dividere la tua vita con me Sanem,  questa sarà la nostra casa, io sono cresciuto qui, è l'unico luogo che significava famiglia per me ed è qui che vorrei far crescere nostro figlio-

Mi misi in ginocchio e tirai fuori una scatolina con un anello...


Un amore rinato dalle ceneriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora