Can
Furono giorni sospesi nel tempo e nello spazio, non esisteva nient'altro che noi e la meraviglia che ci circondava. Andammo alla scoperta di ogni angolo dell'isola in cui risiedevamo e in barca visitammo anche diverse isole vicine. Il piccolo Nihat sembrava essersi adattato perfettamente all'indole da viaggiatori dei genitori, era sempre allegro, aveva assunto un bel colorito per essere stato ore a nuotare con il suo papà o a giocare con la sabbia in spiaggia con mamma.
Incontrammo iguane e tartarughe giganti, leoni maritini, pinguini e poi riuscii a fotografaree ogni specie di volatile tipico di quelle isole, gli albatros, i cormorani, i fringuelli, le petrelle ed il maestoso falco delle Galapagos. Avevo preso contatti con alcune riviste che avrebbe acquistato le mie foto una volta di ritorno a Istanbul mentre Sanem aveva cominciato a scrivere un nuovo romanzo ambientato in questi luoghi, stavamo così bene che decidemmo di prolungare la nostra permanenza di altri 15 giorni.
Non eravamo ancora sazi delle mille sfumature del mare e del contrasto del verde intenso della vegetazione contro l'azzurro sconfinato del cielo senza nuvole. Eravamo felici di una felicità che può essere assaporata così consapevolmente solo da chi l'aveva persa del tutto.Furono giorni di gioia intensa e notti di passione bruciante, ogni sera non mancavamo al nostro appuntamento con il tramonto che qui sembrava tingersi di una miriade di colori mai visti prima che risultavano ancora più magici perchè amplificati dalla gioia di essere uno nelle braccia dell'altro.
Sanem
Era tutto perfetto, eravamo noi insieme e c'era questo luogo da sogno, era molto di più di quanto avessi mai potuto immaginare nella mia cameretta da ragazza guardando il poster degli albatros in volo.
Le coste frastagliate, le spiagge bianche accarezzate da acque cristalline che assumevano mille sfumature tra il blu e il verde, il cielo sempre terso e una vegetazione che neanche Can ne aveva vista di altrettanto rigogliosa durante i suoi viaggi.
Il mio albatros era a casa, era libero in quest'angolo di paradiso ma, come aveva promesso, era con la compagna che aveva scelto per la vita. Ringraziavo Allah ogni giorno per averlo riportato indietro, per averlo riportato da me e da suo figlio che era rifiorito tra le braccia del papà e in questo bellissimo ambiente.
Facevamo fatica a pensare di dover tornare, avevamo già rimandato la partenza di 15 giorni,ma non potevamo fermarci oltre, il mio editore mi aspettava per mettere a punto le ultime cose prima del lancio del mio secondo libro. Avevo preso una decisione importante, la fenice era decisamente rinata dalla sue ceneri, non avevo più bisogno di nascondermi al mondo, volevo che tutti sapessero chi era, volevo che tutti sapessero che ero io l'autrice di quel libro che aveva fatto sognare tante persone in ogni angolo di mondo.
Avrei posto delle condizioni ad Alì, avrei fatto un tour molto limitato, prevalentemente a Istanbul e qualche altra città che avremmo scelto di comune accordo con Can. Sarebbero state delle mini-vacanze in famiglia durante le quali ci saremmo divisi il tempo del soggiorno tra le mie letture promozionali e i set fotografici che Can avrebbe fatto come freelance negli stessi luoghi.
Avevamo imparato che la vita di coppia è compromesso e gioia nel vedere la gioia dell'altro, avevamo imparato a duro prezzo la lezione.
Eravamo arrivati a capire che ogni scelta dell'uno doveva essere condivisa e discussa con l'altro per trovare un terreno comune che avrebbe reso felici entrambi, non avremmo mai più messo a rempetaglio la nostra vita insieme.
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Un amore rinato dalle ceneri
FanfictionCosa hanno vissuto Can e Sanem nell'anno in cui i loro cuori sono stati lontani? Ed ora che il destino ha permesso ai loro occhi di incontrasi di nuovo e alle loro anime di sentire ancora una volta la forza di quell'amore incondizionato cosa ne sar...