𝕾𝖊𝖉𝖎𝖈𝖎

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Hoseok

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Hoseok

Nonostante in quei giorni non desiderassi altro che starmene a letto, fui costretto ad alzarmi. Anche se il mio umore non era dei migliori, non mi era concesso di mettere in pausa tutta la mia vita, soprattutto non il mio lavoro. Finito il giorno di riposo, finì anche il mio letargo. Ero stato letteralmente un giorno intero sotto le coperte, alzandomi solo quando il mio corpo me lo rendeva obbligatorio. Era come se, in qualche modo, stessi cercando di sfuggire all'inverno, rappresentato dalla mia tristezza ed il mio dolore, nascondendomi nel caldo riparo che era il mio letto in attesa della primavera, in attesa di star meglio. Inutile dire che l'inverno non è mai durato un solo giorno e, quindi, quando fui costretto ad andare a lavoro, fui costretto anche a rinunciare al mio letargo. La primavera mi sembrava così lontana e la mia mente era troppo debole per affrontare l'inverno.

Yoongi era in cucina a prepararmi la colazione, proprio come mi aveva promesso prima di venire a vivere con me. Io nel frattempo mi stavo vestendo, non riuscendo a smettere di pensare a quanto ero fortunato ad averlo nella mia vita. Non mi aveva lasciato solo neanche un secondo, si era rintanato con me sotto le coperte e aveva fatto delle sue braccia il mio vero nascondiglio. Non mi aveva fatto domande, non mi aveva costretto a dire niente, mi aveva lasciato fare ciò che più mi pareva senza giudicarmi. In fondo sapeva che, nonostante tutto, avrei trovato la forza per alzarmi ed andare a lavoro. Per quanto potessi stare male, non avrei rinunciato a fare ciò che da sempre mi portava gioia: aiutare gli altri. Forse, così facendo, sarei riuscito anche a scordarmi tutto il resto.

Quel giorno non avevo particolarmente voglia di indossare vestiti colorati ma, nel mio armadio, non c'era niente che rispecchiava il mio attuale umore. Per questo andai a frugare nella parte in cui c'erano tutte le cose di Yoongi e pescai una delle poche felpe grigie che possedeva. Sotto mi misi dei normalissimi jeans e delle scarpe da ginnastica bianche. Andai in cucina con passo lento, trascinandomi dietro con fatica anche quella parte di me che mi stava pregando di tornare a letto.

Yoongi si accorse di me non appena misi piede nella stanza e vidi la sua espressione felice virare verso una confusa. Ma, ciò che lo lasciò sconvolto nel vedermi, non furono certo le mie visibilissime occhiaie o l'avergli rubato una felpa senza chiederglielo prima. No, lui era confuso nel vedermi, per la prima volta, senza colore.

E non parlavo solo dei vestiti, io stesso mi sentivo in bianco e nero, privato di quella vita che i colori accesi e vibranti si portano dietro inconsapevolmente. La reazione di mia madre mi aveva prosciugato di ogni sfumatura, dalla più brillante alla più tenue, lasciandomi in bianco e nero.

Non avevo più controllato il telefono da quando se n'era andata, ma ero abbastanza sicuro del fatto che non avrei trovato nessun tentativo di contatto da parte sua. Alla fine era stata lei quella a scappare via.

«La colazione è pronta. Oggi dovrai lavorare per molte ore quindi, per favore, mangia qualcosa.»

Nonostante continuasse a lasciarmi i miei spazi, sapevo che odiava vedermi così perché non era da me. Solitamente cercavo l'aiuto, l'appoggio di qualcuno e, tra tutti, Yoongi era sempre stato la mia prima scelta. Eppure stavolta non ce la facevo, sentivo il bisogno di restare in silenzio. Non riuscivo neanche a piangere, ero solamente spento e pregai di non impiegarci troppo tempo per trovare un modo per accendermi di nuovo.

Sognatori in trappola ~ [Vkook&Sope]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora