JungkookEravamo appena scesi dalla macchina e stavamo percorrendo gli ultimi metri che ci separavano dall'ingresso del ristorante. Poche ore prima Taehyung mi aveva scritto dicendomi che mi avrebbe portato a cena fuori quella sera, anche se un po' più tardi rispetto all'orario in cui eravamo soliti mangiare. Infatti, non appena entrammo nel ristorante da lui scelto, notai che c'era davvero poca gente ai tavoli e, quei pochi che ancora erano lì, stavano già consumando il dolce.
Il viaggio in macchina per arrivare qui era stato tanto rapido quanto silenzioso. Nonostante la breve chiacchierata di quella mattina in ospedale, io ero ancora leggermente imbarazzato e, quell'imbarazzo misto all'agitazione che provavo in quel momento, mi portò ad essere più impacciato del solito. Quasi inciampai sulle gambe della sedia quando provai a mettermi a sedere, strappai leggermente una pagina del menù mentre lo sfogliavo e versai l'acqua sulla tovaglia mentre tentavo di riempirmi il bicchiere per donare un po' di sollievo alla mia gola secca che mi impediva di proferire anche una sola misera parola al ragazzo di fronte a me. E Taehyung sembrava divertito da tutte queste mie figuracce, lo vedevo come cercava di nascondere il sorriso. Tutto questo non fece altro che aumentare il mio imbarazzo.
E se con una mano Taehyung stava tentando di coprire la sua bocca ancora intenta a sorridere dei miei disastri, con l'altra andò a cercare la mia che, invano, stava provando ad asciugare con il tovagliolo l'acqua che avevo versato. Quando sentii il suo pollice accarezzare il dorso della mia mano, mi bloccai e lo guardai negli occhi. Quello, probabilmente, fu il mio più grande sbaglio perché io, in quegli occhi, mi ci persi subito. Erano socchiusi, segno che stava ancora ridendo, ma io non volevo abbassare lo sguardo sulla sua bocca perché ero sicuro che avrei iniziato a desiderare di baciarlo all'istante. Mi sentii ipnotizzato, come se fosse fisicamente impossibile per me guardare qualcos'altro al di là del suo volto.
Arrivò il primo piatto che avevamo ordinato, poi il secondo ed infine il dolce. Passammo la cena così, con le nostre mani unite e la bocca piena di cibo ma vuota di parole. Eppure io in quel silenzio mi ci ero accomodato subito, perché era quello di cui avevo bisogno per far scemare l'imbarazzo e tornare ad essere a mio agio con lui. Taehyung, invece, fremeva dalla voglia di dire qualcosa, lo percepivo, ma non disse niente ed assecondò il mio silenzio perché, come sempre, mi aveva capito.
Pagò per entrambi mentre io ero in bagno e, quando uscimmo, capii che era arrivato il momento da parte mia di rompere quel silenzio e, questa volta, assecondare il volere di Taehyung che, in fondo, era anche il mio, nonostante fosse ben nascondo da un muro di ansia ed imbarazzo.
«Ti va di andare sul fiume Han?»
Glielo chiesi sottovoce, ancora non del tutto convinto di esser pronto a soppiantare quel comodo silenzio con delle parole che non mascheravano bene la mia inquietudine. Lui annuì contento e allora decisi di farmi coraggio e gli presi la mano con la mia, tremante, e lo condussi verso un ponte che attraversava il fiume. A quell'ora non c'era nessuno che si avventurava in quel luogo, eppure a me affascinava l'atmosfera creata dalla fioca luce emessa dai lampioni. Arrivammo esattamente al centro e mi misi ad osservare l'acqua sotto di noi che rifletteva le luci della città.
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Sognatori in trappola ~ [Vkook&Sope]
Fanfiction[COMPLETATA] Quattro ragazzi, quattro lavori diversi, quattro vite diverse, si incontreranno e rincontreranno all'interno di un ospedale, trappola per sogni, luogo triste e asettico. Tra felicità e tristezza, come tra amore ed odio, c'è una linea so...