𝕼𝖚𝖆𝖙𝖙𝖗𝖔

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Hoseok

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Hoseok

Yoongi passò a prendermi la settimana dopo, alle sette di sera, per portarmi al nostro appuntamento. Non sapevo dove saremmo andati, né che avremmo fatto quindi non avevo la minima idea di cosa sarebbe stato giusto indossare. Dopo vari minuti a pensare, decisi di mettermi un paio di pantaloni eleganti blu notte e una camicia rossa che era stata uno dei miei ultimi acquisti. Indossai un paio di scarpe in tinta con la camicia e, subito dopo, sentii il campanello suonare ed andai ad aprire.

Era bellissimo nei suoi vestiti total black e, senza ombra di dubbio, era totalmente il mio opposto ma, per qualche strana ragione, c'eravamo sempre trovati bene insieme. Non avrei mai indossato niente di ciò che portava lui, tutto troppo scuro, largo e semplice, eppure non mi sarebbe piaciuto vedere nient'altro addosso a lui perché questo era ciò che era e a me piaceva da impazzire.

«Sono sempre così belli i colori addosso a te.»

Me lo disse mentre eravamo in macchina e fui contento che almeno non riuscisse vedere come adesso anche le mie guance erano in tinta con la mia camicia. Adoravo il fatto che mi riempiva di complimenti, l'aveva sempre fatto, forse perché sapeva quanto fossi insicuro di me stesso a volte. Ma non mi aveva mai fatto un complimento tanto per fare, lo capivo dal suo tono di voce e dai suoi occhi che pensava realmente tutte quelle cose.

Parcheggiò l'auto vicino al fiume Han e ci incamminammo verso la sua riva. Pensai che mi stesse portando a fare un pic-nic, o qualcosa di simile, sul prato che costeggiava il fiume perché l'avevamo fatto diverse volte in passato. Ci piaceva sederci sull'erba fresca ad ammirare le sfumature dell'acqua e i battelli che lo percorrevano. Continuai a seguirlo mentre parlavamo del più e del meno. Mi aveva rassicurato varie volte dicendomi che eravamo quasi arrivati ma, quando superammo il prato sul quale eravamo soliti sederci ad osservare il fiume, mi ritrovai spaesato, senza alcuna idea sul posto nel quale mi stava portando.

Poco dopo però lo capii perché, a pochi metri da noi, era fermo un grande battello.

«Pronto per una piccola crociera sul fiume Han?»

Era felice, sorrideva talmente tanto che, per una volta, chiunque avesse rivolto uno sguardo su di noi avrebbe pensato che, tra i due, il più allegro e solare fosse proprio Yoongi. E forse in quel momento era vero perché, nonostante fossi contento di essere lì con lui e fossi rimasto piacevolmente sorpreso da questa sua idea, continuavo ad avere mille altri pensieri per la testa che mi impedivano di essere l'Hoseok solare di sempre. Perché, purtroppo, il mio lavoro non si fermava quando io ero fuori dall'ospedale, il tempo continuava comunque a scorrere in quell'edificio e, in mia assenza, sarebbe potuta accadere qualunque cosa. Quando avevo scelto di diventare medico, sapevo che sarei dovuto esserlo tutto il giorno, tutti i giorni. Non esistevano pause perché i pazienti continuavano ad esistere anche mentre dormivo o mentre mangiavo, quando ero in ferie o quando avevo il giorno libero. Non esisteva il pulsante stop, non esisteva un modo per fermare il tempo, anzi, forse in ospedale tendeva a scorrere anche troppo velocemente. Il compito di noi medici era quello di cercare di rallentarlo il più possibile ma, purtroppo, non sempre ci riuscivamo.

Sognatori in trappola ~ [Vkook&Sope]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora