TaehyungNon mi era mai capitato prima d'ora di ritrovarmi confuso sullo stato d'animo di Jungkook. Era così facile intuire ciò che provava di solito che, non riuscire a capirlo quel giorno, fu per me davvero strano. Rimasi con questa incertezza tutto il tempo che passai seduto sul divano di casa sua mentre aspettavamo che arrivasse il suo migliore amico con il suo fidanzato.
Mi aveva proposto questa cena a quattro pochi giorni prima e a me era sembrato un sogno. Non mi aveva mai presentato a nessuna delle persone che facevano parte della sua vita e, nonostante Jimin l'avessi già incontrato, quella non la ritenevo affatto una vera presentazione perché era durata giusto qualche secondo. Ci eravamo incrociati per puro caso una sera a casa di Jungkook, ancor prima che ci fidanzassimo, e poi non l'avevo più visto.
In effetti, a pensarci bene, non avrei dovuto sentirmi così sorpreso nel non comprendere il comportamento attuale del mio ragazzo perché, quando si trattava di Jimin, Jungkook era sempre un enigma.
Più volte mi ero ritrovato a chiedergli qualcosa sul suo migliore amico perché anche lui faceva parte della vita di Jungkook e quindi volevo conoscerlo, volevo sapere qualcosa del loro rapporto. Gli facevo domande, gli chiedevo se l'aveva sentito di recente, come stava, come si erano conosciuti, perché pensavo che facesse piacere a Jungkook parlare di lui. Se anche io avessi avuto un migliore amico ne avrei parlato con lui perché amavo parlare delle cose a cui tenevo ed era esattamente per questo motivo che, ogni volta che incontravo qualcuno, i miei discorsi andavano sempre a finire, consapevolmente e non, su mio figlio e sul mio ragazzo.
Invece, quando chiedevo a Jungkook di Jimin, lui improvvisava e tentava di cambiare argomento. Non che non ne parlassimo mai, ma lo vedevo mentre tentava di evitare l'argomento, di girarci intorno, raccontandomi sempre le stesse cose. E per quanto fosse bravo a far cadere il discorso in poco tempo, non era altrettanto bravo nel non farmi comprendere che quello era un argomento di cui non voleva parlare con me.
Forse, se fossi stato un po' più insistente, lui mi avrebbe detto di più, rivelandomi il motivo del suo comportamento. Ma io non l'avrei mai fatto, non avrei mai insistito nel farmi dire qualcosa che non voleva dire, qualunque fosse il motivo dietro questa sua scelta. Sapevo che con il tempo sarebbe stato lui stesso a sbloccarsi e a parlarmene.
Ed infatti avevo ragione perché, se quel giorno aveva deciso di volermelo presentare ufficialmente, allora significava che parlare di lui con me non era più un problema.
Eppure c'era ancora qualcosa di strano nell'atteggiamento di Jungkook, qualcosa che non gli permetteva di stare tranquillo e il mio sesto senso mi diceva che era la stessa cosa che lo aveva sempre bloccato nel parlarmi di Jimin.
Inevitabilmente la mia testa era partita alla ricerca di una risposta ed aveva percorso vie così assurde che mi ero ritrovato più confuso di prima. Però, proprio ieri, ero riuscito ad intuire qualcosa che mi aveva portato ad una risposta sensata a cui, purtroppo, mancavano ancora dei dettagli fondamentali che solo Jungkook avrebbe potuto darmi.
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Sognatori in trappola ~ [Vkook&Sope]
Fanfiction[COMPLETATA] Quattro ragazzi, quattro lavori diversi, quattro vite diverse, si incontreranno e rincontreranno all'interno di un ospedale, trappola per sogni, luogo triste e asettico. Tra felicità e tristezza, come tra amore ed odio, c'è una linea so...