JungkookEra ormai passato qualche giorno da quando avevo ricevuto quella lettera ma Taehyung sembrava ancora non essersi ripreso. Ogni volta che ci vedevamo lo sentivo distante, come se il suo corpo fosse lì vicino a me ma la sua mente fosse da tutta un'altra parte. Sapevo che non era arrabbiato con me, ma ero consapevole del fatto che erano stati i risultati delle mie analisi a fargli aprire gli occhi e a proiettarlo verso una realtà che fino ad ora aveva cercato di cancellare. Perché sì, la possibilità che non avrebbero mai trovato un donatore compatibile con JooWon c'era, ma non volevo che Taehyung smettesse di sognare e si lasciasse trasportare via da quella negatività che, da alcuni giorni a questa parte, sembrava guidare la sua intera esistenza.
Era raro vederlo sorridere, come se si fosse dato per vinto. Sembrava essersi arreso al fatto che, prima o poi, suo figlio gli sarebbe stato strappato via. Si sforzava di apparire apatico, senza emozioni, quando in realtà dentro aveva una burrasca. Sentivo la sua tristezza fare forza per poter uscire fuori ma lui si ostinava a tenerla al guinzaglio, legata e nascosta dentro di sé. Dopo quel giorno non l'avevo più visto piangere.
Pensavo che niente mi avrebbe fatto soffrire tanto quanto vederlo in lacrime, eppure adesso stavo mille volte peggio vedendolo così. Avevo provato a farlo sfogare ancora, pensando che potesse fargli bene, ma non c'ero riuscito. Avevo provato a dirgli di non perdere le speranze, a rassicurarlo del fatto che nulla era ancora perduto e che non c'era motivo di rassegnarsi così presto. Lui, però, sembrava non volermi neanche ascoltare.
Quel giorno mi aveva detto che avrebbe avuto un impegno di lavoro che l'avrebbe costretto a stare fuori casa per qualche ora e che, di conseguenza, avrebbe dovuto far stare JooWon dai suoi genitori. Allora gli avevo chiesto se, invece, fosse disposto a lasciare suo figlio con me perché avevo avuto un'idea ma mi serviva il piccoletto per realizzarla senza far scoprire niente a Taehyung. Lui acconsentì alla mia, forse, strana richiesta senza chiedermi perché volessi occuparmi di JooWon. Sapevo che, nonostante non lo lasciasse trasparire, era felice che io e suo figlio passassimo un po' di tempo insieme.
Mi consegnò una copia delle chiavi di casa sua, dicendomi che sarei dovuto passare a prenderlo a scuola e poi avrei potuto portarlo a casa loro e passare il tempo lì, in attesa che lui finisse di lavorare e tornasse da noi. E fu esattamente ciò che feci.
Per questo mi trovavo davanti all'ingresso della scuola di JooWon insieme ad una folla di madri e padri in attesa dei loro figli. Molti mi guardavano male, con occhi che ormai, per esperienza, avevo imparato a conoscere. Erano gli occhi di chi ti osservava solo per trovare qualcosa da criticarti, di chi si sentiva meglio nel far notare i difetti degli altri per nascondere i propri. Forse stavano parlottando tra di loro di quel poco inchiostro che si intravedeva sulla mia pelle o, forse, si stavano chiedendo cosa ci facesse lì un ragazzo giovane come me, iniziando a scommettere tra di loro se fossi il padre o il fratello di qualcuno dei bambini.
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Sognatori in trappola ~ [Vkook&Sope]
Fanfiction[COMPLETATA] Quattro ragazzi, quattro lavori diversi, quattro vite diverse, si incontreranno e rincontreranno all'interno di un ospedale, trappola per sogni, luogo triste e asettico. Tra felicità e tristezza, come tra amore ed odio, c'è una linea so...