𝕿𝖗𝖊

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Jungkook

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Jungkook

Varcata la soglia di casa di Taehyung, mi sentii subito il benvenuto nonostante il loro cane avesse inizialmente deciso di abbaiarmi contro. Era una piccola palla di pelo che non riusciva a spaventarmi minimamente e che, due minuti dopo, era venuta a strusciarsi sulla mia gamba in cerca di coccole. Taehyung mi aveva accolto con un sorriso e mi aveva scortato nel loro salotto dicendomi che JooWon stava ancora facendo il suo riposino pomeridiano e che, forse, avrei dovuto aspettare un po'.

L'attesa non mi pesava affatto ed impiegai i primi minuti a guardarmi intorno per catturare dettagli di quella casa che mi avrebbero fatto capire qualcosa in più su chi ci viveva. Prima di vederla, l'avevo immaginata arredata elegantemente, sui toni del bianco e del nero, minimalista ed ordinata. La mia previsione non poteva essere più lontana dalla realtà. Anche l'arredamento, come mi era sembrato che lo fosse la vita di Taehyung, era totalmente incentrato su JooWon. Era un mix di colori e alcuni cozzavano anche tra loro ma si vedeva che ogni piccola parte era stata scelta dal bambino o pensando a lui. I suoi giochi erano sparsi in giro e rendevano l'ambiente più piccolo di quello che era in realtà. I divani ospitavano delle coperte con stampe di qualche cartone animato che non conoscevo e i mobili erano addobbati con adesivi colorati e foto di Taehyung e JooWon. Nessuna cornice ritraeva, però, una figura femminile, qualcuno che potesse farmi pensare di ritrovarmi di fronte alla madre del bambino a cui avrei fatto lezione. In quel momento pensai a tanti possibili scenari riguardanti la vita di JooWon per cercare di ipotizzare dove fosse la donna che avrebbe dovuto chiamare mamma. Nella mia testa divenne, allora, molto più chiaro il motivo del forte attaccamento che Taehyung provava nei confronti del figlio.

«Scusami per il disordine ma in questo ultimo periodo non ho avuto tempo da dedicare alla casa.»

Mi disse quella frase mentre cercava di spostare alcuni pupazzi che avevano invaso il pavimento sul quale stavamo camminando e li ripose in una cesta poco lontano. L'appartamento era disordinato ma non mi infastidiva per niente. Lo preferivo di gran lunga a quelli perfetti, dove niente era fuori posto, quelli che sembravano appena usciti da un catalogo. Quella confusione mi dava l'idea, invece, di una casa vissuta, abitata, in cui non dovevo aver paura di fare anche solo un passo col rischio di lasciare traccia del mio passaggio. Era accogliente.

Lo rassicurai dicendogli di non preoccuparsi, che non avevo neanche fatto caso al disordine e lui ne sembrò sollevato. Mi fece sedere sul divano e il cagnolino si accoccolò al mio fianco. Taehyung cercò di offrirmi da bere e allora chiesi gentilmente un bicchier d'acqua. Ne portò due, uno evidentemente per se stesso, e si mise anche lui sul divano. A separarci c'era solo in cane.

«Com'è andata stamani a lavoro?»

«Bene, finalmente CheongHo non è scappato dalla lezione.»

Rise alle mie parole ma subito dopo tornò serio. Chissà quanti pensieri infestavano la sua mente, chissà quanto peso stava portando sulle spalle tutto da solo senza lamentarsene nemmeno per un secondo, chissà quanta tristezza aveva provato. Mi ritrovai a sperare che avesse qualcuno con cui condividere tutto ciò che era troppo da sopportare per una sola persona.

Sognatori in trappola ~ [Vkook&Sope]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora