𝕾𝖊𝖎

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Hoseok

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Hoseok

Le cose tra me e Yoongi stavano andando molto bene. Eravamo usciti quasi tutti i giorni in cui eravamo entrambi liberi e, quei momenti con lui, erano sempre la mia parte preferita della giornata. Con lui stavo riuscendo a vivere una vita al di fuori delle mura dell'ospedale, cosa che non ero riuscito a fare negli scorsi anni.

Oggi ero particolarmente felice, forse perché mi ero svegliato con una risposta affermativa al messaggio che avevo mandato a Yoongi la sera passata, poco prima di addormentarmi. Avevo deciso che era giunto il momento, per me, di ricambiare le attenzioni che lui mi aveva riservato ultimamente. Quindi gli avevo chiesto di uscire con l'intenzione di dirgli di essere davvero pronto a ricominciare la nostra relazione.

Avevo capito che non sarei mai riuscito ad avere la certezza che lui non mi avrebbe mai abbandonato, come lui non poteva essere sicuro che io non lo abbandonassi a mia volta. Avevo realizzato che era impossibile avere la certezza di non soffrire più per amore perché, quel sentimento, aveva da sempre racchiuso anche un po' di sofferenza in sé. Per questo avevo deciso di concentrarmi sul presente, come mi aveva indirettamente consigliato Yoongi stesso. Allontanai dalla mia mente il passato e il futuro e dedicai tutto me stesso al presente perché, in questo momento, ero al settimo cielo quando ero in sua compagnia o anche solo quando i miei pensieri erano indirizzati a lui.

E stavo camminando tra i corridoi dell'ospedale con un sorriso immenso, che rifletteva il mio umore allegro, che si ampliò ancora di più quando un mio collega, con cui ero solito parlare della mia vita, mi fermò per dirmi che Yoongi era al pronto soccorso dato che, in qualità di paramedico, aveva accompagnato una signora che doveva fare dei controlli. Sarebbe quindi rimasto lì a non far niente fino al termine di tutti gli esami che la donna aveva programmato di fare. Ero contento perché, in questo modo, avrei avuto la possibilità di andare da lui a salutarlo e, magari, di scambiarci quattro chiacchiere prima del nostro appuntamento fissato per quella sera stessa.

Prima, però, sarei dovuto passare da Cheongho per dare al mio piccolo paziente una lieta notizia. Entrai nella sua stanza subito dopo aver bussato e lo trovai intento a disegnare con delle matite colorare su un foglio bianco. Mi avvicinai e riuscii a vedere il disegno che ritraeva due bambini che tenevano per mano una zampa ciascuno di un coniglietto grigio. Era difficile per me distinguere l'identità dei due soggetti, ma mi ritrovai a pensare che fossero proprio lui e JooWon. Quei due bambini avevano creato un legame unico in un tempo relativamente breve e, anche se adesso non si vedevano più così spesso, Cheongho non aveva mai smesso di parlare dell'altro per ribadire ogni volta di sentirne tanto la mancanza.

Nonostante fossi entrato nella stanza da ormai diversi secondi, il bambino non aveva ancora alzato lo sguardo su di me, aveva continuato a colorare la sua creazione. Soltanto quando iniziai a parlare riuscii a ottenere la sua completa attenzione.

«Cheongho c'è una visita per te!»

«WonWon?»

Non mi sorprese il fatto che il primo nome venutogli in mente fosse proprio quello dell'amichetto che tanto gli mancava. Mi ritrovai a sorridere e a desiderare che la loro amicizia durasse il più a lungo possibile. Quasi mi dispiacque dirgli che JooWon non c'era ma ero convinto che sarebbe comunque stato felice delle mie successive parole.

Sognatori in trappola ~ [Vkook&Sope]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora