𝕯𝖎𝖈𝖎𝖆𝖓𝖓𝖔𝖛𝖊

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Hoseok

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Hoseok

Tornare a casa e raccontare a Yoongi tutto ciò che era successo durante l'incontro con i miei genitori fu tanto bello quanto straziante. Spiegare cosa aveva spinto mia mamma ad allontanarmi all'inizio mi aveva rattristato perché sapevo che lei non era felice della persona che era.

E non c'è niente di più brutto di non riuscire ad amare se stessi per quello che si è, pensare di essere sbagliati o di doverci comportare in un certo modo per essere amati.

I giorni, dopo quell'incontro, passarono piuttosto in fretta ed io, ogni mattina, mi svegliavo e mandavo un messaggio a mia mamma, ricordandole quanto l'amavo e che era un giorno più vicina dall'amare se stessa.

Il pomeriggio prima l'avevo accompagnata dal parrucchiere e si era tagliata un po' i capelli, abbandonando quella piega impostata che da anni continuava a farsi, e ravvivando un po' il colore. Erano piccole variazioni che però nascondevano un'enorme volontà di cambiare, cambiare non per essere diversa ma solo per diventare finalmente lei stessa, la persona che aveva sempre tenuto nascosta.

Era giusto partire dalle piccole cose, farla abituare al cambiamento ed accompagnarla in quel percorso che non sarebbe stato per niente breve o facile.

La giornata di oggi, però, avevo deciso di dedicarla completamente a Yoongi che, tra il lavoro e il tempo passato con mia mamma, avevo visto poco. Con i turni che entrambi avevamo, succedeva a volte di non incrociarsi per giorni, nonostante vivessimo entrambi sotto lo stesso tetto. Oggi, che era la giornata libera di tutti e due, non avrei sprecato neanche un secondo del tempo a nostra disposizione.

Per questo mi svegliai prima di lui e corsi in cucina a preparare, per la prima volta da quando Yoongi abitava qui con me, la colazione per entrambi. Di solito era lui a farlo ma oggi volevo davvero dedicarmi completamente a lui, ricambiare un po' il suo affetto e il suo sostegno che, in questo ultimo periodo, erano state le uniche cose a farmi andare avanti.

«Buongiorno, cosa ci fai qui in cucina così presto?»

Mi spaventai leggermente quando mi salutò perché era sempre così silenzioso che non l'avevo né sentito, né visto arrivare. Si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla guancia e poi si mise a sedere, notando il tavolo già precedentemente apparecchiato da me.

«Ti ho preparato la colazione.»

Fece un mugolio di apprezzamento alle mie parole. Mi sembrò piuttosto affamato e quasi mi dispiacque di essermi improvvisato cuoco invece di uscire e prendere qualcosa di pronto. Portai il piatto sul quale erano disposte le mie non così ben riuscite creazioni e lo poggiai al centro del tavolo.

«Crêpes?»

«In realtà dovevano essere pancake ma qualcosa deve essere andato storto durante la preparazione quindi sì, chiamiamole pure crêpes!»

Sognatori in trappola ~ [Vkook&Sope]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora