4. tra vipere e scorpioni

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Il detto l'abito non fa il monaco non mi è mai piaciuto.
Che si sia d'accordo o meno, l'abito fa il monaco. I vestiti e gli accessori giusti non solo sono una protezione dal mondo esterno, ma emanano anche l'aura che tu vuoi che essi emanino.
Ovviamente solo se di vestiti ne capisci qualcosa e sai come abbinarli.

Io sono stata cresciuta da una donna che aveva le vecchie edizioni di Vogue stampate in salotto e una foto di Anna Wintour sulla mensola del camino, lì dove le nonne di solito mettono i santini, quindi di moda posso dire di capirne qualcosa.
Suddetta donna è ora in vivavoce, intenta a lanciare ingiurie contro al suo ex marito.

"Non ci posso credere!" Urla Francesca Sava (sì, ha mantenuto il cognome da sposata per farsi pubblicità e ottenere lavoro più facilmente, mica è scema, mia madre) mentre io ho la testa dentro all'armadio, alla ricerca di quei tacchi splendidi di Giuseppe Zanotti che sono il tocco finale al mio outfit di oggi.

"Mamma, è stata la scelta giusta."
"La scelta giusta? Vi sta buttando nelle fauci del nemico. Aspetta che lo venga a sapere Marina!"
"Marina già lo sa." Le rispondo, sbuffando quando i miei capelli biondi si inceppano nel bottone del cappotto della stagione autunno-inverno duemiladiciannove.
Marina è la mamma di Lucia. Una donna stravagante, letteralmente il contrario della figlia, che se ne frega delle regole e che attualmente si trova in viaggio in India.
Ha detto che ora che Lucia è cresciuta ha voglia di esplorare il mondo, quindi tre mesi fa è partita e una volta alla settimana ci chiama per raccontarci dei suoi viaggi.
È una donna squisita, dal gusto impeccabile e dalla personalità frizzantina. Unite dall'odio che provano per mio padre, lei e mamma sono diventate amiche dopo che papà ha tradito anche Marina.
La storia della mia famiglia è decisamente complicata.

"Vieni a Rivalago."
"Mamma!"
"Cosa? Lo sai che questo posto ti ha sempre fatto bene. Prenditi una pausa, lascia perdere tuo padre e le sue pazzie!"
Falso, Rivalago non è terapeutico per nessuno, solo per quelle pazze tipo mia madre che credono che vivere in un paesino sperduto in montagna faccia bene all'animo.
Rivalago è il luogo delle mie delusioni più grandi e non ci andrò solo per deprimermi ancora di più.
Al massimo ci tornerò dopo aver finito questo maledetto progetto con la Alarm Revolution, visto che i Manetti mi faranno mangiare il fegato, come minimo.
"Mamma, devo andare o io e Lucia non facciamo in tempo." La avviso mentre mia sorella sventola davanti ai miei occhi le chiavi della cinquecento che papà le ha regalato per il diciannovesimo compleanno.

"Non fatevi fregare! Quell'ingrato di tuo padre-"
Chiudo la chiamata prima che la situazione possa peggiorare.
Sentire i propri genitori che si insultano a vicenda è traumatico, e io sono anni che devo affrontare momenti del genere.
Non lo consiglio per niente.

Le chiamate con mamma portano sempre brutti sentimenti.
Non perché sia lei - cielo, adoro mia madre. È la persona che mi più assomiglia al mondo (almeno caratterialmente) e con lei ho sempre potuto parlare di qualunque cosa, ma il fatto che mi chiami da Rivalago mi fa ancora incupire.
La triste verità è che io a Rivalago ormai ci metto piede per poco tempo e solo quando non c'è nessun'altro in giro.
Evito le vacanze, conscia che sia i Gori che i Balti ci saranno, e vado a trovare mamma e Rossella nei weekend, evitando sempre di entrare a contatto con gli altri abitanti di quel paesino.

Non so neanche perché io faccia così.
Io e Dario siamo amici stretti, io e Nina ci siamo in un certo senso riapacificate e Rossella mi adora, ma vederli tutti , tutti quei ragazzi che ho sempre invidiato quando ero piccola... fa ancora male.
Certo, ho sempre avuto Lucia al mio fianco, ma lei a Rivalago non veniva mai. Passava le estati con Marina e quando parlavo di lei nessuno mi prestava particolare attenzione.
Non che lo facessero in principio.
Non importava che io me ne andassi in giro con vestiti firmati e con l'aria di chi comanda tutto ciò che la circonda, ciò che ottenevo dalla truppa dei Balti e dei Gori era semplice simpatia, neanche così tanto accentuata.

Ogni attimo di nulla [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora