16. tradire la famiglia e mi sei mancata

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Mac



"Sei impazzito."
"E tu sei una stronza."
"Per quanto volete andare avanti ancora?"

Mia sorella Maya è un cuore di panna.
È la persona più dolce di questa famiglia, l'unica che porta un po' di zucchero in queste dinamiche da pazzi, ma essendo la maggiore, è anche colei che detiene il pugno di ferro.
Io e Mila ci ammutoliamo in un istante, ma non mi sfugge lo sguardo che mi lancia attraverso lo specchio dell'ascensore.
La ignoro, trovando improvvisamente interessante lo stato dei miei capelli. Cerco di sistemarli alla bell'e meglio, il tutto sotto gli occhi irritanti di entrambe le mie sorelle.

"Cosa?" Sbotto di nuovo, pregando che questo ascensore si muova a raggiungere il nostro piano.
Mila fa un verso di scherno, e Maya le rifila una gomitata nelle costole, dedicandomi un sorriso che mi fa venire voglia di lanciarmi giù dall'ultimo piano.
Questa situazione è esattamente tutto ciò che volevo evitare.

"Mila è solo preoccupata-"
"Solo preoccupata? Ti ricordo che ci sta facendo agire alle spalle del nonno per la Sava!"
Ovviamente, si tratta sempre di questa storia.
Apparentemente, per quella svitata totale di mia sorella la reputazione di mio nonno è più importante della pura e semplice morale.
Nel momento in cui Chiara mi ha rivelato perché se n'è andata a Rivalago sono tornato a casa dal mio studio e la prima cosa che ho fatto è stata svegliare Mila.

Lei mi ha tirato addosso tutti i santi, ma io, con tutta la calma del mondo, mi sono seduto alla sua scrivania e le ho detto di dirmi esattamente cosa si sono dette lei e Chiara qualche giorno prima.
Dopo varie insistenze e minacce, mia sorella ha sputato il rospo e io le ho detto che se avesse fatto un'altra minchiata del genere avrebbe potuto dire addio al suo posto nella Alarm Revolution, perché avrei fatto di tutto per sottrarglielo.

Alle otto della mattina dopo ho chiamato l'azienda e papà, obbligandoli a fissare un colloquio d'urgenza con la ZENO, il tutto per obbligare Chiara a tornare e a sistemare questa situazione.
Sono o non sono un genio?
Per me lo sono.

"Il nonno è un pezzo di merda." Ammetto, cercando di non pensare a lui qualche sera fa, in un letto d'ospedale, attaccato a macchinari che lo tengono in vita per miracolo.
Il suo tumore non gli consentirà di vivere molto a lungo, e almeno prima che se ne vada voglio che si renda conto di come le redini dell'azienda non sono decisamente più nelle sue mani.

"Stiamo tradendo la nostra stessa famiglia." Eclama Mila proprio mentre l'ascensore arriva a destinazione.
Le passo accanto senza degnarla di uno sguardo, uscendo nel corridoio.
Dopo pochi secondi sento il ticchettio dei suoi tacchi dietro di me e la voce implorante di Maya che ci segue entrambi come un'eco.

"Stiamo tradendo la nostra famiglia per una tua cotta del cazzo!"
Questa frase è tutto ciò che basta per farmi bloccare sul posto.
Mi volto lentamente, valutando sul serio l'opzione di tirare i capelli di Mila come facevo quando eravamo piccoli.
Mia sorella è sempre stata la preferita di tutti.
Viziata come una principessina, sempre abituata ad avere ciò che vuole e adesso le cose non stanno andando come lei vuole che vadano.
Questo basta a mandarla in cortocircuito.
E comunque, non è una cotta del cazzo.

"Aleša." Mi avverte Maya, ma sinceramente sono stufo di questa famiglia, del modo in cui con loro bisogna sempre stare attenti a quello che si dice, come se si stesse camminando su delle uova.
"La mia presunta cotta non c'entra un cazzo. È questione di moralità, Mila. Non manderò in fallimento un'azienda solo per comprarla, perché non c'era scritto questo nel contratto."
Mila mi osserva, ferita, per poi alzare le mani al cielo.
"Okay! Bravo Aleša, complimenti paladino della giustizia, hai ragione, e lo so che hai ragione, ma come faccio ad andare contro a papà e nonno? Loro sono l'azienda."

Ogni attimo di nulla [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora