11. the walking dead e un altro sava

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Mac

Con le mani sporche di pittura e la testa completamente da un'altra parte mi siedo al tavolo della cucina, cercando di evitare gli sguardi straniti di entrambe le mie sorelle.

Afferro una fetta di pane, la confezione del burro e il barattolo di marmellata.
Nel silenzio più totale preparo un panino alla marmellata di fragole, finché Mila non parla.
"Guardalo."
"Mila." La avverte Maya, colpendola sulle dita col cucchiaino del caffè e io mi fermo con la bocca aperta e il panino a mezz'aria.
"Che?" Chiedo, mentre tutto ciò a cui riesco a pensare è il cibo che dovrei mangiare.

Ho passato tutta la notte chiuso nel capannone a disegnare, dipingere e scolpire. Non ho una forma d'arte preferita, mi piace fare tutto, qualunque cosa la mia testa richieda di elaborare, quindi non mi pongo mai dei limiti precisi.
"Non fare il finto tonto." Bercia Mila, come se le stessi nascondendo chissà quale segreto.
Provo a capire il motivo della sua ira, ripercorrendo con la mente le mie mosse degli ultimi giorni, ma davvero non riesco a capire perché mia sorella mi stia guardando in cagnesco.

"Sii più gentile." Attacca di nuovo Maya, per poi girarsi verso di me con un sorriso.
La osservo stordito e lei abbassa il mio braccio, ancora fermo a mezz'aria, per poi farmi lasciare il panino nel piatto.
Maya mi prende le mani tra le sue e mi guarda preoccupata, e io inizio davvero a spaventarmi.
"Sappiamo che-"
"E basta trattarlo come se fosse un bambino! Ci ha chiesto di tradire la famiglia e tu fai tutta la mamma pancina?"
Oh.
Maya tira un calcio a Mila sotto al tavolo e quest'ultima lancia una parolaccia in russo, mentre io riafferro il mio panino e mangio in tutta tranquillità.

Quando ho proposto alle mie sorelle di giocare alle spalle di mio nonno, sapevo che sarebbe andata a finire così.
Maya ha ascoltato tutto il mio racconto e alla fine ha acconsentito, mentre Mila ha tirato su una scenata assurda, minacciando di chiamare il nonno e fare la snitch fino a quando io e Maya non l'abbiamo placcata a terra, dicendole che se non fosse stata zitta le avremmo dato fuoco alle Jimmy Cho.
Basta davvero poco per far calmare quella vipera di mia sorella, e dopo mille insistenze, seppur controvoglia, ha accettato.
Tuttavia, ha deciso di rinfacciarmi questa storia fino alla fine dei miei giorni.

"Puoi non urlare?!?"
"Posso non urlare? Ma ti senti, Maya? Sembri una maledetta traditri-"
La mia mano si spiaccica sulla bocca di Mila non appena scorgo la figura di mamma entrare in cucina, impedendole di rivelare ai quattro venti le nostre vere intenzioni.
Il piano è semplice: il nonno si fida ciecamente di Mila, il che significa che a lei spetterà passargli tutte le false informazioni del progetto.
Il risultato finale? La ZENO come nostra socia in affari.
I Sava ci guadagneranno e noi daremo il colpo di grazia al nonno. Non potrei chiedere di più.

"Buongiorno, tesori, tutto bene?"
Mamma ci passa in rassegna uno ad uno, lasciando un bacio sulla fronte di tutti e tre i suoi figli.
Non appena si gira per mettere su il caffè, Mila decide di mordere la mia mano e io caccio un urlo decisamente poco virile.
Mamma si volta di scatto, Maya affonda la testa nelle mani e Mila sorride come un maledetto diavolo tentatore.
"Scema!" Sbraito io mentre Mila ride come una cretina e mamma ci guarda con un sopracciglio alzato, decisamente confusa.

"Tutto bene?" Chiede mamma, osservandoci con quello sguardo da reporter che l'ha accompagnata per tutta la carriera, prima che lasciasse il giornalismo per dedicarsi completamente alla famiglia.
"Benissimo!" Risponde Maya, per poi sussurrarmi tra i denti di finire di mangiare.
Sotto gli occhi curiosi di mamma e quelli beffardi di Mila ingurgito il mio panino alla marmellata come se non mangiassi da settimane.
Poi bisogna specificare che non tocco cibo dalla cena di ieri sera e dopo aver passato tutta la notte immerso nei colori a spremere la mia vena artistica una certa fame mi è anche venuta.

Ogni attimo di nulla [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora