21. fratelli coltelli e buon natale, Sava

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La situazione è tesa.
Nessuno parla di ciò che è appena successo, ma tutti cercano di pensare ad altro facendo altre cose.
Il primo a riprendersi è Enea che, barcollante, si dirige verso al bagno.
Amira e Alberto si scambiano uno sguardo, e poi sono dietro di lui in un attimo.
Noi altri rimaniamo qui impalati, ma nessuno si guarda negli occhi.
Sembra che tutti abbiano paura di provare un'altra litigata come quella che è appena avvenuta.

"Che famiglia di merda." Borbotta Agnese, per poi andarsene, con Mattia alle calcagna che cerca di impedirle di fare cazzate.
Allo stesso modo, Clarissa si chiude in cucina con Remì per non far vedere che sta piangendo.
Rimaniamo io, Lucia, Jacopo, Mac, Blanche e Khalid.

Senza parlare, vado a prendere scopa e paletta e sotto gli occhi di tutti inizio a raccogliere i cocci del bicchiere che Agnese ha lanciato contro al muro.
In pochi minuti anche tutti gli altri iniziano a muoversi, sistemando mobili e oggetti caduti per via della collisione.
L'aria rimane comunque tesa, ma si inizia a far conversazione.
Sta a noi, che siamo completamente estranei alla faccenda, tentare di ristabilire la normalità.

È Mac il primo che si avvicina, è lui che tenta di aiutarmi, ma io mi giro di scatto, voltandogli le spalle.
Lo sento esalare un sospiro.
"Possiamo evitare?"
Certo. Come se tutto questo non fosse successo anche per colpa sua.
"Tu dovevi parlare, vero?" Gli chiedo, mantenendo la voce bassa per evitare di destate sospetti da parte degli altri.
"Dovevi per forza dire ad Enea tutto quanto!" Sibilo tra i denti, e Mac mi leva scopa e paletta dalle mani per poi afferrarmi per il gomito e trascinarmi fuori dalla stanza.
La cosa che mi sorprende è che glielo lascio fare.
Non oppongo resistenza, lancio solo uno sguardo di fuoco a mia sorella, che sussulta, e lascio che Mac mi spinga fino all'ingresso.

Lo osservo prendersi la testa fra le mani, per poi sospirare e andare a sedersi sul primo scalino dell'enorme scala di marmo che i Manetti hanno in casa.
A quanto pare, Mac oggi sa solo immischiari in situazione che non lo competono e sospirare e la cosa mi irrita non poco.
Mi guarda con gli occhi scuri pieni di rassegnazione, un sorriso, un misto fra tristezza e presa in giro, dipinto sul volto.
"Cosa dovevo fare? Lasciare che il mio migliore amico si rovinasse da solo? Lasciare che Enea si mangiasse il fegato? Almeno così hanno risolto."

"Oh, certo." Esclamo io, alzando le braccia in aria, per poi avvicinarmi a lui e indicargli la sala con un dito.
"Quello ti sembra aver risolto? Hanno dato vita ad un meccanismo che ha fatto stare di merda tutti quanti e non hanno risolto un cazzo!" Continuo a sibilargli in faccia, e i nostri visi sono vicinissimi.
Sarebbe una bella scena, se solo non ci stessimo guardando in cagnesco.
Passa qualche secondo in cui rimaniamo così, e io faccio per allontanarmi, ma Mac mi afferra per i polsi.

"No." Sussurra lui e prima che io possa capire cosa sta succedendo, le sue braccia stringono il mio corpo e la sua testa è appoggiata al mio stomaco.
Io sono in piedi, lui è seduto, e mi sta abbracciando.
Sono incazzata, sono furiosa, vorrei spingerlo lontano da me e dirgli che ha sbagliato, che è tutta colpa sua, ma quando sento la sua voce spezzata non ce la faccio più a fare niente.

"Non riesco mai a fare una cosa giusta." Esclama Mac, ma le sue parole escono ovattate, nascoste dal mio corpo.
"Te la sei cercata, questa volta." Gli dico, ma le mie mani finiscono comunque tra i suoi capelli, tracciano cerchi sulla sua cute, cercando di dargli quel poco di conforto che posso offrirgli.

"Mac?"
Ci allontaniamo di scatto.
Lo lancio lontano da me, spingendolo il quanto più possibile e Mac si alza all'improvviso, comportandosi come se non fosse successo niente.

Da dietro l'angolo sbuca il volto di Alberto.
Ci guarda confuso, probabilmente perché la situazione non gli permette di fare una delle sue solite battute.
Sembra irritato, un po' sconvolto, e non mi nota neanche, perché la sua attenzione è tutta per Mac.
"Mi dai del ghiaccio? E mi serve Blanche, perché quel naso è messo male." Esclama, indicando col pollice il bagno nel sottoscala, quello dove Enea è sparito non appena Dario se n'è andato.

Ogni attimo di nulla [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora