24. raggi di sole e l'ultima chiamata

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È la luce del sole a svegliarmi la mattina dopo, alle otto e trenta in punto, e maledico Mac, il suo capannone e la mancanza di persiane, tapparelle, tende, qualcosa che blocchi l'entrata dei raggi di sole.

Sospiro pesantemente, rendendomi conto che non ci siamo mossi durante la notte.
Mi sono addormentata con un braccio di Mac stretto attorno a me, la mia schiena contro al suo petto, e siamo ancora così.
Lui è a petto nudo, mentre io indosso la sua maglietra.
Non è il migliore dei pigiami, ma almeno non ho dormito nel golfino di Ralph Lauren che mi ero messa.
Non avrei mai osato mancare così tanto di rispetto alla moda.

Cercando di dargli il meno fastidio possibile, mi giro verso Mac, osservandolo mentre dorme.
L'altro braccio, quello che non è malamente stretto a me, è sotto al cuscino. Respira così profondamente che inizio a pensare che sia uno di quei pazzi col sonno pesante.
Lo osservo ancora per quale secondo, notando quanto sono lunghe le sue ciglia, o quanto è morbida e liscia la sua pelle (dovrò rubargli la skincare, prima o poi. Sempre se la usa, visto che è un uomo.), e delicatamente gli sposto i capelli dal viso, godendomi questo istante in cui non mi può beccare a guardarlo per memorizzare ogni particolare del suo viso.

Dopo mezz'ora decido che è ora di svegliarlo.
Anche perché devo tornare a casa e non so come uscire da qui.
"Mac." Sussurro, toccandogli la spalla, ma lui non si muove di un millimetro.
Sì, è decisamente uno col sonno pesante.
Tento di dargli qualche scossone, di svegliarlo in qualche modo, ma non succede nulla.
Quando mi rendo conto che non ho speranza di svegliarlo, sospiro e con delicatezza allontano il suo braccio da me.
Faccio per alzarmi dal letto, ma Mac mi acciuffa per i fianchi e mi costringe a tornare a letto con lui.

"Ciao." Mormora contro al mio collo con la voce resa roca dal sonno e io tento disperatamente di non prestare attenzione all'ondata di ormoni che chiedono a gran voce di permettere a Mac di ribaltarmi tutti gli organi, sia interni che esterni.
"Devo andare." Dico, non nascondendo la risata che mi esce quando lui inizia a lasciare baci sul mio collo.
"Cinque minuti."
"Sono sveglia da mezz'ora."
"E allora cinque minuti cosa ti cambiano?"
Sbuffo, incrociando le braccia al petto e lui appoggia la testa sul palmo della mano, osservandomi mentre gli lancio fulmini e saette con gli occhi.
"Dormito bene?" Mi chiede con un sorriso sornione e io vorrei tanto prenderlo a pugni.
"Devi mettere delle tende."
"Perché?" Mi chiede, prendendo la mia mano e portandosela alle labbra, lasciando baci talmente delicati che probabilmente non sentirei nemmeno se non fossi succube di ogni sua azione.
"Perché mi ha svegliato il sole." Mi lamento, indicando le finestre con un dito, e Mac mi guarda con un sopracciglio alzato.
"Sei proprio una ricca viziata."
"Da che pulpito!" Ribatto, ma lui ride e si alza dal letto.

Mentirei se non ammettessi che lo osservo camminare fino allo sgabello su cui abbiamo lasciato i nostri vestiti.
In questo momento Mac indossa solo un paio di boxer e la mia mente analizza i suoi muscoli, l'inchiostro dei tatuaggi che si muove assieme ad essi. La sua schiena sembra scolpita, e questi boxer gli fanno un fondo schiena che mi metto a fissare senza alcun pudore.
Per un attimo mi pento di non aver sfruttato l'occasione ieri notte, perché tutto ciò a cui riesco a pensare ora è passare le dita sugli addominali di Mac e magari anche la lingua e-

"Vuoi una foto?" Mi chiede, girandosi e mostrandomi anche il davanti del suo fisico.
I miei occhi vanno inevitabilmente giù, senza nasconderlo, e sono quasi sicura di sentirlo ridere sotto i baffi.
"Sei il mio ragazzo, credo che guardarti sia un mio diritto. E poi lo fai anche tu."
Può comportarsi come se fosse un santerello qualunque, ma la sua mano ha accidentalmente sfiorato il mio seno più di una volta ieri notte. Non che la cosa mi desse fastidio. Anzi.
"Io non lo faccio così apertamente." Mi risponde e io mi alzo dal letto per dirigermi verso il bagno.
Cammino lentamente, stirando le braccia e facendo alzare la maglietta che indosso.
"Dovresti." Rispondo, ma gli occhi di Mac sono fissi sulla mia pelle scoperta e io non posso fare altro che decretare vittoria.

Ogni attimo di nulla [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora