7. mamma all'improvviso e pranzi al mcdonald's

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Non sono una codarda.
Per questo ho invitato Massimo Manetti a casa mia.
Oddio, invitato è dire troppo.
Lui ha preteso un incontro e io, come la più scaltra dei nemici, gli ho aperto le porte della mia tana.
Il tutto senza dire niente a mia sorella, ovviamente.

La povera piccola Lucia questa mattina si è svegliata, ha litigato col frullatore svegliando mezzo condominio, e poi è uscita di casa, avvisandomi che non sarebbe rientrata prima delle tre di pomeriggio.
Motivo per cui io ho detto a Mister Manetti di venire a casa mia verso mezzogiorno.
Le regole del buon comportamento prevedono che verso mezzogiorno significhi mezzogiorno spaccato, ma da uno che l'alta società l'ha vista col binocolo per via dell'iperprotettività dei genitori di certo non mi aspetto un comportamento impeccabile.

Eppure a mezzogiorno e zero uno suona il campanello del mio appartamento.
Sospiro, mettendo su la mia finta scenetta.
Farò finta di niente, come se non lo stessi aspettando, come se mi avesse preso alla sprovvista.
Infatti, il mio iPad è lasciato sul tavolo della cucina assieme ad appunti e libri dell'università, come a far finta che stessi studiando.
Indosso una semplice camica bianca di Ralph Lauren con un paio di pantaloni neri, il tutto abbinato al mio set di orecchini e collana oro che mamma mi ha regalato per il diciottesimo.
Minimal. Come se avessi pensato di trascorrere tutto il giorno in casa.

Cammino verso la porta e con un sorriso raggiante la apro.
Il mio sorriso, però, crolla non appena vedo chi c'è davanti alla mia porta.
Non Mac Manetti.
Ma mia madre.
"Sorpresa!"
Oh, cazzo.

Francesca Sava è una donna dalle mosse calcolate. Significa che lei aveva pianificato di venirmi a trovare già da settimane.
E ora è qua.
Proprio al momento giusto!
Apparentemente fare cazzate è di famiglia.
"Ciao, mamma." Biascico, mentre mamma mi sorpassa per entrare in casa.
Non ci assomigliamo molto, io e lei.
Mamma ha i capelli di un castano scuro, curati da una messa in piega perfetta e una visita settimanale dal parrucchiere.
I suoi occhi sono verdi, così diversi dai miei azzurri.

Mia madre è una furia.
Una vera donna in carriera che ha sempre avuto la brutta abitudine di porre suddetta carriera sopra ad ogni altra cosa.
Non cambia mai il suo atteggiamento. Anche adesso, mentre ispeziona lo stato del mio appartamento, mantiene la stessa posa autoritaria che ha nelle riunioni comunali di Rivalago.
"Dovreste curarlo meglio, questo appartamento."
A volte mi chiedo come mamma e papà siano riusciti ad innamorarsi (anche per poco tempo) l'uno dell'altro.
Mamma è una maniaca dell'ordine, ligia al dovere e dalla ramanzina sempre pronta, papà invece passa la vita più liberamente, togliendo quelle costrizioni da lui stesso ritenute inutili.
Non saprei dire a chi dei due assomiglio di più sotto a questo punto di vista.
Siccome ho passato tutta la mia vita divisa tra le loro casa e i loro stili di vita, penso di essere un mix di entrambi.

"Cosa ci fai a Firenze?"
Chiedo mentre passo dietro a mia madre e raccatto le felpe che Lucia lancia in mezzo al salotto assieme alle carte dei cioccolatini che lascio io, tentando di non farmi notare da mamma.
Che dire, mamma è sempre stata attenta all'apparenza, basando i suoi piatti su cibi sani e con pochi grassi.
Io però non ho mai seguito il suo stile di vita, nonostante lei abbia provato ad insegnarmelo.
"Te l'ho detto, devo parlare con tuo padre per la retta dell'università. E ovviamente iniziare a sondare il terreno per il mio sbocco in politica!"
"Non hai un gala da organizzare?"
Mamma ridacchia e io lancio uno sguardo veloce all'orologio verde che Lucia ha appeso in cucina qualche mese fa.
Mezzogiorno e dieci.
Cazzo.

"Tesoro, ma la conosci tua madre? Io so fare benissimo uso del multitasking-"
"Io devo incontrarmi con degli amici dell'università per preparare un esame, tu stai pure qua, io tornerò subito."
Mento spudoratamente in faccia a mia madre.
Aspetto che lei colga le mie menzogne così ovvie, che mi faccia notare che non le ho mai parlato di amici universitari, ma tutto ciò che fa è sorridermi.
Mamma sorride e mi molla un bacio sulla guancia, lasciando sicuramente traccia del suo rossetto.
"Ma certo, tesoro!"
Ho mentito a mia madre e lei non se n'è neanche accorta.
È in momenti come questo che mi chiedo quanto lei veramente presti attenzione alle nostre chiamate.

Ogni attimo di nulla [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora