Ci sono già stata un paio di volte a Milano.
Qualche anno fa mamma mi ha portato alla fashion week, a quattordici anni sono venuta qui con papà per vedere come funzionava un accordo tra aziende e poi, infine, sono venuta qua per la festa di Nina, ormai due anni fa.Tutte le volte in cui ho messo piede nella capitale lombarda ho apprezzato la città, la movida, la diversità di persone e di stili che si trovano per strada.
Milano è ammaliante, per me lo è sempre stata.
Io amo la moda, i vestiti e vivere in prima persona la capitale di essa è fenomenale. Se chiudo gli occhi e mi concentro, riesco a vedermi in prima fila nelle fashion week, tra qualche anno.
Ora come ora, però, la parte di Milano che mi interessa non la sto guardando.Lo studio di Debora si trova in una zona di Milano che non conosco e la vista dal quarto piano di questo palazzo non è delle migliori.
Ci troviamo nella zona economica della città, piena di avvocati, medici, banchieri e chi più ne ha più ne metta.
Qui non ci sono stili stravaganti e ultime collezioni di moda ma solo tailleur e giacche e cravatte.
E poi, il motivo per cui sono qui non riesce ad andarsene dalla mia testa."Quindi possiamo portarla a processo." Ripete mio padre per quella che sembra essere l'ennesima volta e io butto la testa all'indietro, appoggiandola contro al morbido schienale della poltrona in pelle su cui sono seduta da circa quattro ore.
Quando siamo arrivati a Milano, mamma ha fatto indossare a tutti un paio di occhiali da sole.
Nessuno ha avuto il coraggio di dirle che facendo così ci rende solo più riconoscibili, perché quattro persone con occhiali da sole e cappellini destano sospetti, quindi abbiamo girato per tutta Milano come degli spacciatori.Papà dice che non dovremmo avere paparazzi alle calcagna perché siamo sì importanti, ma non così importanti da ottenere la prima pagina.
Peccato che questa mattina Lucia è andata a comprare il Chi per vedere se parlassero di noi e in copertina c'era una foto di me, papà, mamma e Lucia con cappucci in testa e occhiali da sole.
Il titolo era qualcosa come Sava sotto copertura: la moda del momento.
Evidentemente il gossip italiano è così privo di contenuti che devono buttarsi sui drammi dei figli dei grandi imprenditori.Nel giro delle ultime quarantotto ore il mio profilo instagram è aumentato di non so quanti seguaci. Alcuni mi hanno scritto dei commenti, altri mi hanno scritto messaggi.
Tutti vogliono sapere la stessa cosa: il figlio di Manetti è così bello come si dice?
Ho quasi lanciato il cellulare contro al muro. Di nuovo. Per la terza volta in due giorni."Certo che possiamo. E le accuse che ha portato avanti sono una diffamazione, abbiamo grandissime probabilità di vincere questo processo, a meno che lei non abbia un team di legali più bravi di me, ma dubito." Dichiara Debora Balti, osservando i fogli su cui sono state stampati l'intervista e tutti gli articoli che sono riusciti a trovare.
Sulla sua scrivania, accantonato, c'è anche il Chi di oggi.La porta dello studio viene aperta, e io non ho bisogno di spostare lo sguardo verso di essa per sapere chi è entrato.
"Ci sono nuovi articoli che si chiedono perché sono venuti a Milano ed è arrivata una telefonata da Mila Manetti."
Enea Gori entra nella stanza con un plico di fogli in una mano e un caffè nell'altra.
Indossa un paio di pantaloni beige e una camicia nera, il tutto accompagnato dai soliti anelli e da una collana il cui ciondolo non riesco a vedere bene. Approvo mentalmente il suo outfit e lo osservo mentre appoggia il caffè e i fogli sulla scrivania di Debora.A questo punto, Enea è quasi il suo braccio destro.
Dico quasi perché è evidente che si trova ancora sull'ultimo gradino della scala sociale in questo studio, ma Debora ha passato le ultime ore a chiedere continuamente la sua opinione, a fargli domande su come risolvere il caso e a sorridere distrattamente tutte le volte che rispondeva in modo corretto.
Debora sta forgiando Enea per renderlo il suo sostituto e probabilmente l'ha capito anche lui, perché fa i salti mortali per andare a prenderle il caffè nel suo bar preferito dall'altra parte di Milano, divide il suo tempo fra fare fotocopie e scrivere email e nonostante gli si legga negli occhi che è stanco, tira avanti col suo solito ghigno presente sul volto.
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Ogni attimo di nulla [3]
Romance[COMPLETA] Quando Mac Manetti riappare nella tua vita dopo una notte trascorsa insieme, la prima cosa da fare è far finta di non ricordarsi il suo nome, ma lui ha tutt'altri piani e il suo unico obiettivo è quello di rinfrescarti la memoria. Tu ovvi...