1. firenze

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FIRENZE, 17 OTTOBRE

Crearsi una facciata significa dover anche essere in grado di saperla mantenere.
È facile cambiare per un giorno, far vedere al mondo che sai essere l'esatto contrario di ciò che sei veramente, ma mantenere quell'aspetto per anni e anni? Ci vuole coraggio e destrezza.
Bisogna imparare a prevedere le tue stesse mosse, imparare a scoprire che cosa la gente si aspetta che tu faccia e fare l'esatto contrario.
C'è di mezzo una costante, il permanente bisogno di mostrare al mondo chi sei e cosa puoi fare, nonostante lo stesso mondo cerchi di buttarti giù ogni singolo giorno.

Dopo anni è diventato un gioco.
Svegliarsi la mattina e inscenare il personaggio che le persone attorno a te ti hanno affibbiato. A volte è divertente, altre è semplicemente agonizzante, ma ognuno fa quello che deve fare per andare avanti.
Non siamo forse tutti finti, alla fine dei giochi? Chi è che non ha mai indossato una maschera? Chi è che non si adegua alla percezione che gli altri hanno di te? Vivere significa sapersi adattare, e c'è chi come me è in grado di farlo, cambiando in base alle situazioni, e chi si lascia trasportare dalla corrente per poi sbattere la testa contro agli scogli.

Realizzo queste cose ogni giorno di più, soprattutto al mattino, magari in una tranquilla mattinata di un venerdì, come quella di oggi, in cui sorseggio caffè nella mia vestaglia di seta rosa, appoggiata con il fianco destro allo stipite della mia camera da letto.
Solitamente le mie mattine sono calme, tranquille, mi prendo il mio tempo per svegliarmi come si deve dal mio sonno di bellezza, ma quello di oggi è stato un risveglio piuttosto particolare.
Non mi ricordo nemmeno il nome del ragazzo addormentato nel mio letto matrimoniale.
Matteo, credo, ma non ne sono sicura.
Non era certo nei miei piani portarlo a casa per passarci insieme la notte, ma i suoi discorsi da studente di filosofia sull'esistenzialismo hanno fatto breccia nel mio cuore.
È un ragazzo carino, abbastanza sempliciotto, non ha niente di ciò che solitamente mi attrae, ma era da tanto tempo che non passavo una notte in compagnia e lui continuava a lanciarmi occhiate di fuoco per tutta la durata della festa di ieri sera, quindi perché non sfruttare l'occasione?

Certo, avrei potuto fermarmi ad un semplice bacio appassionato scambiato nel bagno dell'appartamento di Sofia, una ragazza che di giurisprudenza e con cui condivido qualche corso, ma sono bastate qualche dolci paroline di Matteo o come diavolo si chiama per farmi cedere ai miei impulsi.
Era da tempo che non mi sfogavo sessualmente ed era ora di lasciarmi andare, almeno per qualche ora.
Avrebbe potuto essere una nottata più soddisfacente, ma eravamo entrambi brilli e bisognosi di sfogarci.
Ci siamo sfruttati a vicenda? Probabile.
Me ne pento? Nah.

Osservo Matteo mentre ronfa sonoramente, con i capelli castani spuntano da sotto alle coperte e gli occhiali sistemati sul comodino affianco al letto.
Guardo lui per non dover prestare attenzione alla presenza scomoda di quella persona con la quale purtroppo condivido parte del mio DNA.
"Dovresti svegliarlo." Accanto a me, appoggiata dall'altro lato dello stipite, mia sorella Lucia sta bevendo uno dei suoi smoothie pieni di proteine.
La guardo arcigna, ma lei alza un sopracciglio.
Io e Lucia potremmo tranquillamente sembrare semplici amiche e non sorellastre. Io sono tutta papà: capelli biondi e occhi azzurri, viso angelico e zigomi che sembrano stati rubati a Irina Shayk in persona, mentre Lucia con me e papà condivide solo i capelli dorati, tutto il resto l'ha preso da sua madre.
Ora, devo ammettere che seguendo il codice morale della coscienza umana dovrei odiare mia sorella a morte.
Effettivamente Lucia è il frutto del tradimento di mio padre nei confronti di mia madre, ma io e lei siamo state cresciute insieme, sempre una accanto all'altra ed è l'unica sorella che ho: non posso non adorarla.
E poi, Lucia è facile da adorare. È una rompipalle di prima categoria fissata con i workout di Chloe Ting su youtube e con i prodotti bio, ma dopo quasi diciannove anni passati a farle da ombra, ho imparato ad apprezzare anche i suoi difetti.

Ogni attimo di nulla [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora