𝗥𝗜𝗦𝗖𝗔𝗟𝗗𝗔𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢

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Abbey's pov

Quella mattina mi svegliai alle cinque per iniziare il mio riscaldamento mattutino.

Cercai di non svegliare nessuno, mi misi un paio di pantaloncini, una maglia e una felpa "rubata" da Chriss. Uscii dalla stanza e mi diressi fuori in giardino.

Stranamente quella mattina non incontrai il professore.

Questa cosa sì che mi stupii. Non era da lui non sorprendermi nei miei momenti calmi.

Corsi e feci vari esercizi per tutto il corpo. Quando finii erano le sette e mezza.

Quando entrai in camera erano già tutti svegli ma assonnati come pochi.

«Oh mio Dio Abbey, che hai fatto tutto sto tempo? O meglio, a che ora ti sei svegliata?» mi chiese sbadigliando il mio migliore amico.

Sorrisi e gli risposi che non si doveva preoccupare, che ora mi sarei fatta una doccia e quindi di tenermi il posto se avessi fatto tardi a lezione.

Dopo la doccia super fast, mi bevvi al volo un sorso di caffè con due o tre gocciole.

Quando scesi sotto vidi i miei compagni che si dirigevano verso il bunker: che dovevamo fare oggi?

«Buongiorno ragazzi. Spero che abbiate dormito bene perché quello che faremo oggi non sarà niente che popò di meno che la lotta a coppie. Si potrà usare ogni messo necessario per battere l'avversario, ovviamente senza ferirlo gravemente o addirittura ucciderlo, grazie mille» disse il prof entusiasta.

Mi girai subito verso di Chriss e lui fece lo stesso. Avevamo subito capito: la prima coppia dovevamo essere noi due.

Alzai la mano «Ci offriamo volontari io e Chriss» dissi super gasata.

Pronto Chriss?

Ovvio che io lo sia, ma la vera domanda è: tu sarai capace di controllare le tue emozioni?

Mi immobilizzai.

A quel proposito non ci avevo pensato.

Dovevo assolutamente. Non potevo perdere il controllo e ferire in modo anche grave il mio migliore amico.

Sono nata per questo!

Cercai di nascondere i miei dubbi al riguardo.

Il prof ci disse di prendere "l'arma" (un bastone di legno), metterci al centro della stanza e di iniziare quando ci sentivamo più pronti.

Ovviamente attaccai io senza pensarci due volte.

L'attacco è sempre la miglior difesa, no? Poi questo è anche un modo per spaventare l'avversario. Far vedere di non aver paura nell'attaccare l'altro avrebbe messo in difficoltà in rivale.

Sentii il professore sorridere vedendo la mia scelta.

No. Basta far caso agli altri. Ora dovevo concentrarmi solo più su Chriss e vedere e calcolare il suo modo di attacco e difesa.

Per riscaldarsi lui "giocò" a difendersi ed attaccare.

Ma era veloce nei movimenti, rapido e non molto schematico. Le sue mosse erano fatte a casissimo.

Non capendo come mi ritrovai a terra, con la sua faccia sogghignante a guardarmi con aria di sfida.

Tutto qua quello che sai fare?

Sentii leggendogli la mente.

Sbuffai rimettendomi in piedi.

Sta volta iniziò lui, ma a differenza di prima iniziò ad usare anche le sue capacità.

Ok le cose si stavano un po' complicando ma era tutto sotto controllo. Mi inciampai due o tre volte, ma sempre velocemente mi rialzai indifferente.

«Abbey non ci stai neanche provando» mi disse Chriss cercando di attivare il mio orgoglio.

Mi misi a ridere.

Lo colpii e colpii ma sembrava che non gli facessi nulla. Ma il suo dolore lo potevo percepire.

«Se lo facessi ti stenderei subito e così non ci sarebbe gusto» risposi provocatoria.

Rise.

Esattamente in quell'attimo non persi tempo e cercai di colpirlo col bastone dritto sulla testa, ma mi fermò subito con un ramo allungato da Chriss per evitare che lo colpissi.

Sempre con l'aiuto della pianta mi buttò via il bastone e mi capovolse buttandomi pesantemente per terra.

Anche il secondo round era suo.

Mi stavo veramente spazientendo.

Mi rialzai e lo fulminai.

Attaccai io ma non ebbi neanche il tempo di prendere il bastone che mi legò al muro con un rampicante.

Ero immobilizzata. Non riuscivo a muovermi.

Maledetto.

Rise «Non capisco se ti stai veramente impegnando o cosa. Capisco che i tuoi poteri sono inutili, ma mi aspettavo di più Abbey».

No. Erano troppo, soprattutto dette da lui. Sapevo che lo stesse facendo solo per motivarmi ancora di più ma aveva solamente peggiorato la situazione.

Mi concentrai solamente su di lui.
Riuscivo a leggere tutto di lui, i suoi momenti buoi e grigi, quelli più felici e quelli di paura.
I sogni che voleva che si avverassero e se mi concentravo veramente potevo vedere i suoi desideri più grandi.

Ok ero connessa con lui.

Ero totalmente legata a lui, era una sorta di fusione.

Non persi tempo e mi concentrai sulla mia più grande delusione.

I sentimenti puri che avevo verso Sam poi distrutti, devastati da lui stesso.

Chriss si inginocchiò dal dolore e iniziò a piangere.

Il dolore che avevo sentito. Il vuoto. L'oblio. Il vortice di tristezza, delusione e rabbia.

Si stava dimenando e mi stava chiedendo, anzi mi supplicava di smetterla.

Il crack che avevo sentito. Perdere la speranza nelle persone. Perdere la fiducia in tutte le persone.

Percependo il dolore di Chriss mi fermai di colpo.

Avevo esagerato. Era l'unica cosa che non doveva succedere.

«...Com Come fai... COME FAI A SOPPORTARE TUTTO QUESTO? NON ERO PRONTO LO CAPISCI?!! POTEVI AVVISARE» mi disse lui un po' spaventato e scioccato con le lacrime agli occhi.

«NEANCHE IL PROFESSORE ERA PRONTO» cercai di andare sulla difensiva.

Il prof a quel punto disse che la lezione era finita e che potevano andare a fare la ricerca della lezione di quel pomeriggio.

A quel punto me ne andai dall'altra parte della stanza per togliermi le fasce che mi ero legata ai polsi e mani evitando lo sguardo di tutti allontanandomi il più possibile da loro.

«E così sei riuscita a trasmettere le tue emozioni anche senza toccarlo. Sono fiera di te Abbey» si avvicinò lentamente.

Nella stanza eravamo solamente io e lui.

Come faceva ad essere fiero?? Avevo nuovamente perso il controllo!

Non risposi.

«C'è stato un progresso enorme, sai? Se vai avanti così sarai perf» continuò con la sua voce calma ma non gli feci finire la frase.

«COME FA AD ESSERE FIERO DI ME? A MOMENTI LO STAVO PER UCCIDERE. MANCAVA TANTO COSÌ E SAREBBE SUCCESO. STAVO PER PERDERE IL CONTROLLO» dissi esasperata con le lacrime agli occhi.

«È proprio su quello che contavo. Sapevo perfettamente che non l'avresti perso. Ecco perché ho così tanta fiducia in te» concluse lui sorridendo, come al suo solito.

Si girò e mi lasciò sola a ragionare su quelle parole.

...ho così tanta fiducia in te.

New Emotions // Charles Xavier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora