𝗣𝗢𝗦𝗧𝗢 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗘

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Xavier's pov

Abbey era una ragazza formidabile, eccezionale e non se ne rendeva conto.

Anzi più lo notava e più lo nascondeva.

Era proprio questa una delle cose che mi piacevano di lei.

Era fatta a modo suo, questo non glielo posso negare, ma nella sua imperfezione coesisteva la sua perfezione.

Durante il duello non dubitai nemmeno un secondo sulle sue capacità. Sapevo che non avrebbe fatto del male a nessuno. O meglio, era fermamente convinto che si sarebbe fermata prima.

Mi fidavo di lei.

Mi bastava guardarla negli occhi e capire o ameno immaginare cosa pensasse.

Lei è quel tipo di ragazza con gli occhi che dicono quello che la bocca non riesce a dire.

Era la prima cosa che avevo subito notato in lei.

«Sai Abbey non voleva farti veramente così male. Anzi lei non lo voleva assolutamente fare. Si è fatta condizionare dalle sue emozioni e ricordi» cercai di far riprendere Chriss.

Annuì ma aveva ancora lo sguardo perso.

«Vedrai che passerà tutto. Visto che sei il suo migliore amico dovresti sapere il perché di tutto sto dolore no?» volevo sapere il motivo di così tanto dolore.

Annuii.

«È una lunga storia e non sono tenuto a raccontartela. Non mi sembra giusto nei suoi confronti» mi disse lui secco.

Ci ho provato peccato

«No ma tranquillo, non volevo saperlo. Te l'ho detto solo per farti ragionare: sai il perché di quel male e di conseguenza dovresti riuscire a capirla. Come ti sentiresti se fosse successo la stessa cosa a te? Se fossi stato al suo posto, lì immobilizzato e impotente, cosa avresti fatto? Non dirmi che avresti fatto diversamente, perché non ci crederei manco fosse la verità» lo feci ragionare.

A quelle parole, si fermò e ci pensò su un attimo.
Poi sorrise comprendendo la situazione e annuì.

Gli diedi una pacca sulla spalla e me ne andai.

Cerca di chiarire con lei, non vorrei mai che per colpa mia vi divideste

Detto ciò mi sedetti a pranzo e parlai dell'accaduto con gli altri miei amici.

Abbey's Pov

A pranzo non mi feci vedere.

Chissà che avrebbero pensato gli altri vedendomi dopo quella scenata

Non ci volevo pensare e tantomeno sentire i loro pensieri.

Decisi di andare in un luogo calmo e tranquillo: era l'ora di trovare il mio posto felice.

Cercai in giardino un posticino dove potessi svuotare la mia mente e rilassarmi, ma guardandomi attorno non c'era nulla che rispecchiasse il mio volere.

Sgattaiolai nella scuola e iniziai a vagare a caso.

Andai al secondo piano. Non ci ero mai salita, come tutti del resto.

Non era un posto vietato, ma nessuno vi ci era mai entrato perché era un luogo dimenticato e non più utilizzato.

Effettivamente un po' di brividi li sentii percorrermi la schiena ma non ci feci caso.

Entrai in una stanza a caso.

Accesa la luce e rimasi a bocca aperta: era una mega libreria con al fondo della sala un pianoforte.

Wow, era uno spettacolo. Questa libreria era molto più grande di quella che c'era al piano terreno.

Ma perché non veniva più utilizzata? Era così bella.

Ma ero concentrata solo su una cosa: il pianoforte beige.

Era così perfetto che avevo paura pure di toccarlo.

Premetti con molta delicatezza un tasto.

Era il do.

Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dai mille pensieri.

Xavier's Pov

Improvvisamente a metà pranzo sentii qualcosa.

Non era il casino o il chiacchiericcio dei ragazzi.

No era soave.

Era una melodia.

Una melodia suonata col pianoforte.

Il mio pianoforte.

Eppure nessuno si osava più ad andare in quel piano.

Il fatto che qualcuno fosse entrato in quella stanza e che stesse suonando il mio piano non mi dava assolutamente fastidio.
Anzi, mi rilassò, per mia sorpresa.

I tasti erano premuti delicatamente, come se avesse paura di premerli, ma il suono era intenso e deciso.

L'insieme creava una perfetta armonia.

L'avrei ascoltata all'infinito.

Era come se il brano diffondesse le proprie emozioni.

Sorrisi.

Mi venne in mente una persona.

L'unica che potesse farlo.

Si. Lei.

La mia Abbey.

New Emotions // Charles Xavier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora