𝗣𝗘𝗡𝗦𝗜𝗘𝗥𝗜 𝗖𝗔𝗢𝗧𝗜𝗖𝗜

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Abbey's Pov

Vidi Axel venire incontro di me piangendo.

Aveva gli occhi che cambiavano colore, proprio come me.

Mi abbracciò forte forte.

«Scusami, ti prego scusami» singhiozzò lui.

Io lo abbracciai più forte.

«Scusami se non ci sono stato... Se non ci sono stato nei momenti in cui avevi bisogno. Nei tuoi momenti bui, quelli tristi e pieni d'angoscia...» continuò piangendo.

«Eii, va tutto bene. Ora sei qui. È questo l'importante» cercai di tranquillizzare più lui che me.

Tutta la mensa ci guardò straniti.

«Te l'avevo premesso che ti sarei stato accanto sempre e invece guarda cosa è successo. Ed è tutta colpa mia. Avevo paura, tanta paura» si scusò tra un singhiozzo e l'altro.

«È comprensibile, tranquillo ora sei qua, le cose si risolveranno...» riuscii a calmarmi un po'.

Lui mi abbracciò ancora più forte, racchiudendomi nelle sue grandi e possenti ali.

«Mi sei mancato fratellone» gli dissi scoppiando di nuovo a piangere.

Improvvisamente nella mensa si ammutolì.

Ci staccammo e sorridemmo.

Mi accarezzò il viso e sorridendo mi disse «Sei proprio come nostra madre, hai preso la sua voce e la sua testardaggine».

«E tu i suoi occhi e la sua delicatezza» risposi.

Sorridemmo.

Poi mi prese le meni e me le posò lateralmente sulla sua testa.

«Leggimi tutto, ti prego» mi supplicò lui.

Annuii e entrai nella sua mente.

Nostra madre ci abbandonò per via di un tumore mai visto prima, lasciandoci orfani.
Quando arrivarono i servizi sociali, Axel poteva decidere se farci stare insieme o separarci, ma lui per paura e sotto shock decise di abbandonare anche me e di iniziare una nuova vita.
Ma prima di far ciò decise di togliermi tutti i ricordi passati con lui e nostra madre, per evitare di soffrire ancora di più.
Non passò giorno però in cui lui non smise di pensarmi.
Passò periodi difficili, pieni di rimorsi e paura.
Iniziò a cercarmi, ma una volta trovandomi, preso dalla paura, fece retrofront.
Aspettò circa dieci anni prima che arrivassi alla X-Mension per potermi finalmente conoscermi.

Lo riabbraccia forte forte.

Tutto si è risolto al meglio. Ora sono qui. Ora siamo qui e nessuno ci dividerà più.

Gli promisi a mia volta.

«E ora..?» gli chiesi rendendomi conto che eravamo ancora lì con tutti che ci fissavano stupiti.

«Abbracciami e ce ne andiamo via alla mia maniera» sorrise e uscimmo volando.

Xavier's Pov

La riconciliazione di due fratelli.
Cosa più bella e dolce non poteva capitare.

Poteri ammettere che all'inizio avevo un po' frainteso ma sentendo quel "mi sei mancato fratellone" mi sono tranquillizzato.

Ma che vai a pensare? Anche fosse stato il suo fidanzato o chissà chi, a te non sarebbe dovuto interessare. Ricordati che resterai sempre un professore e lei resterà la tua allieva.
Per quanto tu ti sforzi di non pensarci questa è la verità e non puoi negarlo.

Che stupido che ero stato.
Anche crederci solo per un momento.
Non dovevano succedere quelle cose sotto il ciliegio.
Non dovevano succedere.

Finito di mangiare mi diressi verso la mia camera.
Avevo troppi pensieri. Mi stavano confondendo e non poco.

Mi fermai un attimo e feci una cosa che non pensai di rifar più: andai nella libreria "abbandonata" per poter scrivere di nuovo sul diario.

Quando oltrepassai quella porta mi percossero dei brividi in tutto il corpo.

Non ci entravo più da un bel po' di anni. Circa dopo la morte di Raven, la mia piccola Raven.

Lì, con la sua morte, avevo seppellito il vecchio Charles.
Quel Charles che pian piano Abbey stava riuscendo a tirar fuori.

Andando nella parte dove c'erano i miei diari mi resi conto di una cosa: qualcuno prima di me 'cera già stato e aveva preso in mano un diario.

Il diario del 1935.
Il mio primo diario.

No. Non l'aveva letto. La polvere era su tutte le pagine, non c'erano segni che avesse aperto il diario.

Sospirai.

Presi un lungo respiro.
Lo aprii e lo rilessi.

Più sfogliavo le pagine e più gli occhi lucidi diventavano più pesanti.

Chiusi il diario e iniziai a piangere.

Avevo scritto della morte di mio padre, la prima volta che conobbi Raven, le marachelle che combinavamo assieme, la morte poi dei miei genitori...

Cercai di calmarmi.

Presi l'ultimo diario in basso a destra e lo aprì a metà.
Arrivai esattamente nell'ultima pagina in cui avevo scritto.

Lasciai una pagina vuota e iniziai a scrivere tutto quello che mi passava per la testa.
Ogni minima cosa, intelligente o stupida che fosse.

Proprio così mi sfogai quella sera.

Non mi addormentai neppure.
Restai sveglio tutta la notte a scrivere e scrivere.

Mi fermai subito dopo vedendo dalla finestra le prime luci del giorno.

New Emotions // Charles Xavier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora