ABBEY'S POV
Restai immobile nella stanza.
Non sapevo cosa stessi provando.
Tristezza?
Delusione?
Rabbia?
Frustrazione?
O forse tutto insieme?Mi vennero gli occhi lucidi.
È stato troppo bello per essere vero. Sono un'illusa.
Stavo per uscire dalla sala da ballo, quando una mano forte mi fermò.
«Allora? Com'è andata? E soprattutto, chi era? C'era complicità nei vostri sguardi eheh» era Axel.
Ma smettila per favore. Non lo so chi sia e non lo voglio sapere. Ora se permetti vorrei andare fuori, c'è troppo casino qua dentro.
Strattonandolo mi lasciò la presa e uscii dall'edificio.
Perché? Perché?? PERCHÉ?
Riuscivo a pensare solo a quello.
Perché mi aveva regalato un vestito?
Perché nn mi aveva invitata al ballo?
Perché mi aveva fatto tutti quei complimenti?
Perché aveva ballato con me?
Perché mi aveva guardato in quel modo?Mi ero sentita al settimo cielo se non di più e improvvisamente subito dopo come un pugno dritto e fulmineo dritto in pancia.
Non sapevo più che pensare o che sperare.
Forse non ero abbastanza per lui?
Io proprio non lo capivo.
Mi attirava e subito dopo mi respingeva.
Ma che modi erano questi??
Non ne vale la pena piangere per uno così, Abbey.
Risparmiati quelle lacrime. Non se le merita.Strinsi i pungi più forte che potevo per trattenermi, ma ero arrivata al limite.
Ci ero cascata di nuovo come con Samuel.
Mi ero fidata.
Ci speravo.
Mi ero aperta con lui.
Avevo abbassato le barriere per lui.
E come mi ringraziava lui?
Facendomi piangere?No, no e no.
Era troppo.—— Il giorno seguente ——
Mi alzai alle cinque e sbadigliando andai a prepararmi una tazza di caffè.
Quella notte no, non avevo dormito.
Presi la tazza e mi diressi verso la sala grande.
Non c'era nessuno.
Iniziai a pulire e un'ora dopo avevo già finito.Poi mi diressi in mensa e mi sedetti in un tavolo in un angolo vicino alla finestra.
Iniziai a fissare un punto fisso al centro della mensa.
Il mio sguardo era perso. Vuoto.Non stavo pensando a letteralmente a nulla.
Nulla.
Cosa molto strana per una che pensa il doppio delle persone normali.
Fissavo il vuoto e ogni tanto sorseggiavo quel poco di caffè che era rimasto.
Sentii delle voci in lontananza: «Oddio!! Ma è già tutto pulito!».
«Com'è possibile?» era una vocina di una bambina.
«Sarà stato il Professore probabilmente...».
Il Professore?!
Ma figuriamoci!Quello ormai pensava solo a se stesso.
Si era divertito quella sera, ma non aveva tenuto conto delle persone che lo circondavano.
Continuai a guardare fisso davanti a me persa.
Poi dei passi...
«Ah ciao Abbey! Come stai?» mi chiese una bambina che avrebbe dovuto poi pulire con me.
Alzai lo sguardo e finsi un sorrisetto.
«Tutto bene dai. Ieri sera è stata una serata pazzesca, non è stato così?» chiesi cercando di far parlare più lei che me.Annui tutta elettrizzata e si sedette accanto a me.
Ma perché non vai in camera a dormire come tutti gli altri?! Ho pulito tutto io apposta dai!
«Cos'hai? Ti vedo strana...» mi disse incupendosi.
«Ah.. Ehm... Nulla tranquilla. Sono andata a dormire tardi ieri e questo è solo un po' di sonno. Nulla per cui tu ti debba preoccupare» cercai di essere più convincente possibile.
Entrò anche Axel che vedendomi si diresse anche lui al mio tavolo.
«MA BUONGIORNO SORELLINAA» mi urlò con una voglio di vivere unica.
«MA CHE PROBLEMI AVETE?! MI SPIEGATE?! CE UNA PERSONA VUOLE STARE PER CONTO SUO IN PACE E VOI L'ANDATE A DISTURBARE? MA VI RIPIGLIATE?!» urlai al limite della disperazione e me ne andai di corsa via.
La bambina per poco non scoppiò a piangere, mentre Axel cercava di capire, guardandomi, cosa mi fosse successo.
Non potresti capire imbecille.
Nessuno di voi capirebbe.
Quindi tanto vale non sprecare fiato...Non sapendo più dove andare, mi diressi verso la grande parabola.
Lì sicuramente nessuno sarebbe venuto a cercarmi.XAVIER'S POV
Per quanto ci avessi provato, quella notte non riuscii a chiudere occhio.
Avevo troppi pensieri che mi frullavano in testa.
Avevo perso la mia unica occasione per delle stupide paranoie.
"Goditi l'attimo" mi ripeteva sempre mia madre.
E io quella sera non l'avevo fatto.
Purtroppo...Mi diressi in mensa e vidi una bambina piangere vicino ad Axel.
Cos'è successo? Ha fatto incubi?
Chiesi al ragazzo.Non proprio... è un po' complicato da spiegare...
Gli feci cenno di seguirmi per parlare in privato.
«Racconta su» lo incitai.
«Abbey. Era in un angolo da sola in mensa. Di fianco c'era la bambina. Mi sono avvicinato e probabilmente ad alta voce le ho dato il buon giorno. Irritata ci ha urlato contro...» raccontò titubante.«Se me lo concedi, frugo nella tua testa per vedere meglio la situazione» e con il suo consenso entrai.
Strano... Non è da Abbey...
«Magari semplicemente si è svegliata male» ipotizzai.
«O magari è andata a dormire male...» questa frase mi spezzò.
Se fosse andata a dormire male, sarebbe stata esclusivamente colpa mia.
Mi sentii un'emerito idiota.
Ferirla era l'ultima cosa che avrei voluto farle, eppure in questo caso fu la prima.
Lo congedai e rimasto solo nell'ufficio inizia a cercala telepaticamente.
No, nessuna traccia.
Aveva innalzato di nuovo le barriere.
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New Emotions // Charles Xavier
FanfictionLei, Abbey una ragazza mutante, ignara di tutto ciò.. Ha un potere che nessuno ha avuto mai. Un coltello a doppia lama. Nasconde un grande segreto. Lui, Charles Xavier ragazzo giovane, ricco e telepatico. Occhi blu come l'oceano, ma dolci come...