Quando mi svegliai mi resi conto di essere sdraiata in un morbido soffice caldo letto.
Mi misi a sedere e mi guardai attorno.Alla mia destra c'era un'enorme vetrata che affacciava sul lago, precisamente nel punto in cui c'era il mio ciliegio.
Ok sono a scuola, per fortuna.
La stanza era di un colore azzurro pastello molto chiaro. I mobili erano bianchi e le uniche cose che coloravano la stanza erano i quadri di paesaggi e tramonti dipinti accuratamente, rendendo l'opera più realistica possibile.
Ma la cosa che notai prima di tutto fu una grande lastra di alluminio che ricopriva il soffitto interamente. Il tutto era collegato da un piccolo box, attaccato alla parete opposta della vetrata, in cui c'era solamente un interruttore: On - Off.
Inutile dirvi che la levetta era abbassata sull'On.Ma che diavolo è sta roba? E dove sono?
Mi alzai dal letto ma appena uscii dal campo dello strano apparecchio, un forte mal di testa mi colpì.
Lasciai stare e continua con fatica a camminare.Cercai di ricordare per quale oscuro motivo mi trovavo lì e in meno di tre secondi tutto riaffiorò a galla.
Quei maledetti soldati!
Ero riuscita a batterli o no?
La risposta l'avrei trovata solamente uscendo da quella stanza.
Arrivai ad una mini cucina in cui c'era un tavolo.
Sopra ad esso c'erano dei fogli, lettere e documenti.
Presi la prima che ma passava sotto mano e lessi le prime righe.Per il Dott. Xavier...
Presi il foglio successivo e lessi ancora:
Caro Charles, da quanto tempo!! ...
Ok non avevo più dubbi: ero nella camera del Professore!
Mi aveva soccorso lui? Perché non mi aveva lasciato in camera mia con Axel?
Di certo gli altri alunni non avrebbero avuto un trattamento del genere.
Perché tutto questo per me?Improvvisamente diventai rossa come un pomodoro e mi nascosi il viso tra le mani.
Più mi allontanavo dalla stanza e più sentivo le mille voci dentro la mia testa.
Erano vari ricordi dei soldati, pensieri di tutti i ragazzi dell'istituto e emozioni contrastanti.Erano troppo forti e mi soffocavano ogni secondo che passava.
Ma la voglia di parlare al Professore era più forte.
Con mia sorpresa notai che le lezioni erano riprese: questo significava che le vacanze erano finite?
Santo cielo! Ma quanto ho dormito? Minimo tre giorni sicuro!
Mi diressi verso l'ufficio di Xavier ma quando bussai nessuno mi rispose.
Provai ad aprire la porta ma era chiusa a chiave.No. Non era sicuramente lì.
Andai in mensa e guardai il grande orologio.
Erano le 16:20Perfetto! Aveva lezione di Tattiche e Strategie di Combattimento e sapevo perfettamente dove trovarlo: nel bunker.
La cosa positiva che sapevo dove andare, invece la cosa negativa era che era dall'altra parte dell'edificio in mezzo ad una distesa di prato verde.
Forza Abbey un ultimo sforzo. Hai passato di peggio... Forse...
Mi incamminai ma ad ogni passo che facevo sentivo una fitta allucinante nella testa.
XAVIER'S POV
«Bene ragazzi, ultimo match e siete liberi di-» non feci in tempo a finire la frase quando Dorian, un ragazzo che riusciva ad andare in un posto in un altro creando dei portali, mi fece notare una persona accasciata sulla porta all'entrata.Corsi immediatamente a soccorrerla quando capii chi fosse.
«Abbey! O mio Dio, che ci fai qui?? Dovevi restare a letto!» le dissi cercando di rimproverarla, ma come potevo?
Una creatura bella come lei sgridata da uno stupido insegnante come me stracotto di lei?
Arrivai giusto in tempo per riuscire a prenderla prima che svenisse nuovamente.
«La lezione finisce prima, purtroppo, anche se a qualcuno di voi non dispiacerà affatto» dissi ai miei alunni il compito per la lezione successiva e mi fiondai in camera.
La appoggiai delicatamente sul letto, facendo attenzione a non svegliarla.
«Aah Abbey, non cambierai mai, non è così?» sorrisi scuotendo la testa.
«N-No...» mi disse lei con un flebile sussurro.
«A cosa serve questa lastra?» mi chiese con fatica.
«No Abbey, devi riposare. Allora facciamo una cosa: io ti racconto cos'è successo e cos'è questo macchinario ma tu mi prometti che chiuderai gli occhi e ti addormenterai, vero?» le suggerii.
Mi fece cenno di sedermi vicino a lei e una volta fatto iniziai a raccontarle tutto.
Iniziai col dirle che li avevamo scacciati, o meglio, lei li aveva battuti.
Senza di lei avremmo perso sicuramente.
Gli raccontai cosa successero i giorni seguenti: Chriss venendo a sapere dell'accaduto si fiondò qui nell'istituto per accertarsi che lei stesse bene e starle accanto per darle conforto.
Axel per la paura di perderla non dormì per qualche notte consecutiva e si offrì volontario per far la guardia a lei.Vedendo che si era addormentata, istintivamente allungai il braccio per accarezzarle il viso, ma la ritrassi subito.
Che diavolo stavo facendo?
O questa volta o mai più.
Che c'era di male dopotutto?
Mi avvicinai ancora di più, tanto che potevo sentire il suo cuore battere.
Sorrisi e un po' titubante le iniziai a spostare i capelli dal viso.
Il respiro era calmo, tranquillo.
Aveva il viso rilassato. Le labbra rosa come due petali di rosa appena sbocciata. Erano un po' incurvate che quasi mi parve che mi stesse sorridendo.
Iniziai ad accarezzarla, pian piano, sempre con molta delicatezza, passando dalle sua guancia morbida e rosata al suo orecchio, facendo passare delle piccole ciocchette dietro.Si era creata una sorta di atmosfera intima ma confortevole.
Sarei stato lì per sempre.
Al suo fianco, dandole sicurezza e proteggendola da ogni male possibile.
A rovinare il tutto fu il borbottio della mia pancia: eggià erano le otto e mezza e io non avevo ancora mangiato.
Scocciato mi alzai lentamente e mi misi qualcosa di più comodo innanzitutto.
Mi diressi verso la cucina e preparai velocemente un uovo per me e invece per Abbey le preparai un bel thè caldo.Ritornai in camera da letto e posai la tazza sul comodino.
Stavo per dirigermi verso il piccolo divanetto quando una mano mi bloccò.
«No ti prego... Resta... Non mi hai ancora raccontato la macchina come funziona...» mi sussurrò.
Scossi la testa e le dissi che doveva dormire perché aveva bisogno di forze ma lei controbatté.
«No... Ho solamente bisogno di te... Nient'altro... Ti prego, resta...».
L'aveva detto.
Finalmente.
Nonostante tutto.
Nonostante il mio casino.Mi sdraiai vicino a lei e continuai ad accarezzarla come prima.
«Perché non... Non restiamo così... Così per sempre?» farfugliò addormentata e si avvicinò a me ancora di più.
Ormai non c'era più niente a separarci.
Pelle contro pelle.
Sorrisi.
Non sai quanto lo desideri io.
Chiusi gli occhi e abbracciandola a me mi addormentai.
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New Emotions // Charles Xavier
FanfictionLei, Abbey una ragazza mutante, ignara di tutto ciò.. Ha un potere che nessuno ha avuto mai. Un coltello a doppia lama. Nasconde un grande segreto. Lui, Charles Xavier ragazzo giovane, ricco e telepatico. Occhi blu come l'oceano, ma dolci come...