𝗔 𝗠𝗘𝗧𝗔' 𝗧𝗥𝗔 𝗖𝗔𝗟𝗠𝗔 𝗘 𝗤𝗨𝗜𝗘𝗧𝗘

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Abbey's Pov

In quel momento c'eravamo solo io e la mia musica.

Nessun altro.

Finalmente avevo trovato la pace dentro e fuori di me.

Quanto avrei desiderato di sentirmi così per tutto il resto della mia vita.
Ma ciò ovviamente non era possibile.
Purtroppo

Mi staccai dal piano un po' amareggiata.

Nulla durava per sempre e questo l'avevo provato anche sulla pelle.

E rieccoci: tutti i miei mille pensieri riaffiorare uno dopo l'altro, senza sosta.

Improvvisamente mi sentii osservata.

Mi girai.

Non c'era nessuno. Che fosse invisibile?

Lascia stare e mi avvicinai al balcone.

Manco il tempo di aprire le finestre che sobbalzai.

C'era quel ragazzo con le ali da drago davanti a me.

Aveva gli occhi che cambiavano colore.
Erano stupefacenti.
Ma avevo un sguardo sereno e rilassato.

Che si sarà fatto? Spero non qualcosa di troppo pesante, perché io questo portarlo in camera non ce lo porto eh

Pensai scherzando.

«Ehi va tutto bene? Ti vedo un po' perso» cercai di digli pacata.

Sorrise e annuì.

«Si, è la tua voce e il modo in cui suoni quel piano che mi fa questo strano effetto Abbey» mi rispose.

Sorrisi un po' per l'imbarazzo e un po' perché non sapevo come prendere quel complimento(?).

«Non-Non ti avevo visto oddio» farfugliai.

«Ah scusami, sono Axel. Be' ho la capacità di mimetizzarmi e fare come i camaleonti. Lo so è buffo ma questo è quello che riesco a fare. Ah comunque mi spiace aver incominciato male, non sapevo chi fossi... Cioè si, ma non credevo fossi veramente tu, ecco» continuò lui.

Lo guardai stranita.

Mi conosceva? Ci eravamo già visti da qualche parte?

«Ehm.. No lascia stare, è complicato. Non far caso a quello che ti ho detto. A proposito come stai?» mi chiese.

Ci pensai un attimo. Non era facile spiegare come mi sentissi.

Anzi non era proprio possibile da spiegare. Lo dovevi provare.

Ma no, per oggi avevo sfruttato fin troppo il mio potere. Non mi ci dovevo abituare.

«Massì tutto bene dai» mentii «tu invece come stai?»

Mi rispose che stava decisamente meglio dopo avermi sentito, gli avevo migliorato la giornata insomma.

Dai almeno qualcosa di buono oggi l'avevo fatto.

«Che ne dici se usciamo da qui?» mi chiese lui con un'espressione mezza provocante e curiosa.

Annuii e mi diressi verso la porta.

Lui di scatto mi prese il braccio bloccandomi e scosse la testa.

«No. Non da lì. lo facciamo al mio di modo» sorrise beffardo e mi indicò la finestra.

Oh no no. Tu non mi farai volare con te là fuori. Ma col cavolo che accetto.

Neanche il tempo di rifiutare che mi trovai tra le sue braccia fuori nel cielo aperto. Sentivo l'aria fresca accarezzarmi la pelle, l'aria pulita, un senso di pace e tranquillità mi pervase tutto il corpo.

New Emotions // Charles Xavier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora