𝗦𝗕𝗔𝗟𝗭𝗜 𝗗'𝗨𝗠𝗢𝗥𝗘

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ABBEY'S POV

Ero arrivata in cima alla parabola.
Stesso posto in cui mi aveva portato la prima volta Axel.

Effettivamente lì era un posto molto tranquillo, perfetto per rilassarsi e scacciare ogni pensiero.

Sentii un fruscio dietro di me.
Mi girai di scatto ma non vidi nessuno.

Era già la seconda volta che succedeva.

O c'è veramente qualcuno che mi spia o mi faccio troppe paranoie...

Lasciai perdere.
Fosse stato anche uno stalker o un assassino ormai ero in grado di difendermi.
Potevo essere un po' arrugginita per via delle vacanze.

Sbuffai annoiata.
Lì non succedeva mai niente di nuovo, nulla di eccitante.

"I primi tempi sono stati stupendi, passavamo più tempo fuori cercando di salvare il mondo da minacce in corso, che dentro l'istituto"

Ricordando le parole del mio fratellone alzai gli occhi al cielo.
Ma proprio quando dovevo venire io finiva tutto il divertimento?

Quasi quasi ero tentata di fare un salto da Erik e cercare di far rianimare tutto.

Bastarda io? Nhaa, io mi diverto così.

Cercando rogne, esattamente.

Risi a quel pensiero. Ero una casinista nata. Mi scorreva nelle vene.
Ma a differenza di Axel io sapevo contenermi e controllarmi, sapevo quando stavo esagerando o quando andavo oltre. Lui no. E io ero al suo fianco apposta. Per evitare eventuali situazioni drammatiche.

Restai lì tutta la mattinata e solo dopo pranzo scesi e andai nella biblioteca.

Non mangiai non perché non avessi fame, ma perché sapevo che non avrei sopportato nessuno e anche per un minimo urlo mi sarei irritata.

Forse anche perché non volevo vederlo. Dovevo levarmelo dalla testa e l'unico modo per farlo era quello: evitarlo a tutti i costi.

Sentii il piano suonare da solo.

Sorrisi: sapevo benissimo chi fosse stato.

«Esci fuori, dai, Camaleonte» dissi riferendomi ad Axel.

Sentii una risatina.

«Aiuto, mi sono fatto beccare... Ma che gran peccato...» sentii prima di essere travolta nei suoi grandi e mega abbracci.

«Come stai? Mi spiace per stamat-» lo interruppi.

«Scusa me. Non dovevo reagire così. Io... Ecco io... È complicato da spiegare senti» chiusi il discorso.

Non ero quel tipo di persona che chiede scusa e quando lo fa sa di essere gran parte nel torto.

«Abbey tranquilla. è tutto ok. Vedo che un po' ti è passata... Ne vuoi parlare?..» mi chiese un po' titubante.

«Io... Ecco io...» non sapevo se fosse il caso di raccontargli tutto o cosa.

«è colpa di ieri sera. Non è andata come speravo tutto qua. Ennesima delusione. Ma tanto ormai mi ci sono abituata tranquillo. Nulla di cui tu ti debba preoccupare. Grazie per il pensiero lo stesso» cercai di non guardarlo mai negli occhi.

«È inutile evitare di guardarmi, so che stai mentendo. È evidente sai?» mi disse lui sorridendo.

Alzai gli occhi al cielo.
Ormai mi conosceva fin troppo bene.
Mi conosceva più di tutti.
Più di Chriss, sfortunatamente.

«Dimmi chi è, nessuno può ferire la mia sorellina preferita» disse cercando di fingersi forte e coraggioso.

Risi.

New Emotions // Charles Xavier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora