𝗤𝗨𝗘𝗦𝗧𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗗𝗜 𝗢𝗥𝗚𝗢𝗚𝗟𝗜𝗢

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«E pensare che fino alle medie riuscivo ad arrivare terza nelle gare» sbuffai con il morale a terra.

Chriss mi abbracciò per consolarmi dicendo che non importava, in fondo era una stupida gara.

Ed è proprio qua che ti sbagli caro mio: non è una semplice stupida inutile gara. È la gara e io alle gare non arrivo mai ultima.
Mai.
Almeno fino ad oggi...

Il professore aveva ragione. Non che la cosa mi stupisse, quasi quasi mi ci stavo abituando, però mi frustrava.

Dovevo allenarmi sul fiato se almeno ad un combattimento frontale volevo sopravvivere.

Ok avevo deciso.

Da quel giorno in poi mi sarei allena nel tempo libero.
Non mi potevo far battere e farmi umiliare così.
Ne andava del mio orgoglio.

Quel pomeriggio avevamo lezione di storia col professore Wolverine e di italiano e geografia con Tempesta.

Quanto odiavo la geografia, ma sicuramente era meglio di storia.

Le ore passarono in fretta ed una volta finito mi fiondai in camera, mi cambiai e scesi sotto in cortile a iniziare a correre e fare esercizi per il busto e braccia.

Sentii l'orologio suonare: erano le sette. Dovevo farmi la doccia e poi avrei mangiato.

Una volta entrata in mensa mi diressi verso il tavolo di Chriss e gli altri.

Accidentalmente andai a sbattere contro qualcuno. Mi voltai: Era un ragazzo alto, blu, con i capelli tutti scompigliati e con delle ali da da drago??

Si esattamente.

La mensa si ammutolì improvvisamente.

«Wow...» mi uscii solamente.

«Mi sei venuta addosso e la prima cosa che dici è un wow? Ragazzina sei proprio strana forte eh» disse lui facendo una mezza smorfia.

«Parla quello» controbattei.

«Hai per caso qualcosa contro?» mi disse minaccioso.

«Strano sarà semmai il tuo modo per approcciare con una ragazza. Piacere Abbey. Comunque no, affatto, anzi ti volevo dire che hai delle ali bellissime, sono sincera» gli dissi.

Questa volta fu lui quello sorpreso.

Sorrisi e andai a sedermi al banco con il mio gruppetto di mutanti.

Xvier's pov

Quando non sentii più una mosca volare mi preoccupai.

Alzai lo sguardo e vidi Abbey che stava discutendo con Axel, un mutante con una forte autostima e carattere.

Era il solito ragazzo che per qualsiasi cosa la prende come una sfida o provocazione.

Stavo per andare a fermalo prima che succedesse qualcosa di grave, come al solito se si trattava di lui, ma mi stupii.

Abbey gli stava tenendo testa, facendogli i complimenti?

Be' che dire, mi stupisci sempre di più

«Avremo un bel da fare con Abbey» mi disse sorridendo Logan.

Annuii.

«È più sveglia di quanto già non sembri» continuò tempesta.

«Dai almeno non ci annoieremo, no?» conclusi.

Scoppiarono a ridere.

(...)

Dopo cena scesi per andare da Cerebro per vedere quanti mutanti ci fossero.

Aumentavano sempre di più.

Fortunatamente gli umani avevano accettato la pacifica convivenza con noi mutanti e negli ultimi anni non era più successo nulla.

Nessuna più catastrofe, nessuna più perdita di controllo dei poteri, nessuna più creatura che voleva distruggere e comandare il mondo, nessuna più minaccia di guerre mondiali o nucleari.

Ma nonostante questo io stavo sempre allerta a tutto. Ogni minimo cambiamento, ogni piccola decisione presa dai governi, ogni cosa che potevo sentire o vedere diventava un dettaglio piccolo ma preziosissimo.

Ma quella sera pensavo ad una sola cosa: fino a che punto si poteva spingere Abbey con i suoi poteri?

Lo so che era troppo azzardata come domanda e sapevo benissimo che la risposta non mi sarebbe piaciuta, che anzi probabilmente avrebbe creato dei problemi interni, ma io ci volevo provare.

Domani si sfideranno a vicenda. Ovviamente fruttando anche le loro abilità.

O forse era un po' troppo? Non volevo che succedesse di nuovo quello che era capitato con Jean... Non volevo più nessun morto.
Mi si strinse il cuore ripensando a quel giorno.

Effettivamente sarebbe stata la loro prima volta che si sarebbero sfidati così. Magari dovevano fare un po' di pratica prima. Ma più pratico così non si poteva.

No. Avevo deciso. Domani si sarebbero sfidati.

Uscii e mi diressi in camera. Controllai che stessero tutti bene e che non facessero casini, poi andai a dormire.

New Emotions // Charles Xavier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora