𝗡𝗨𝗢𝗩𝗘 𝗦𝗖𝗢𝗣𝗘𝗥𝗧𝗘

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«Come mai ci hai messo così tanto? Ti sarai mica persa?» mi prese in giro Chess Murphy, un vecchio amico di Chriss. Ci eravamo conosciuti il giorno quando Chriss mi portò per la prima volta ad un parchetto per gli skaters. Prima volta che provavo ad andare sullo skate e miriade di volte che provavo e cadevo miseramente. In tutto ciò Chess era l'amico che si scassava dalle risate filmando tutto.

Il nostro primo approccio non fu proprio uno dei migliori, considerando che dopo quel giorno non volli più andare a quel parchetto per paura di essere vista e derisa da lui per l'ennesima volta.

Con il passare del tempo iniziai a sopportarlo di più e farmelo come amico.

Gli tirai una gomitata per riuscire a sedermi nel tavolo per mangiare e lui come risposta si mise ancora di più a ridere.

«Ma tu non la smetti mai di ridere?» dissi io scocciata.

«Ma ti pare? Nel vederti mi ricordo quel giorno al parchetto e le tue favolose cadute!!» disse lui più divertito.

«Guarda che posso tranquillamente cambiare il tuo umore semplicemente toccandoti» gli dissi fulminandolo. A quelle parole sbiancò e mi fece sedere.

Da mangiare c'erano le lasagne.

Pancia mia fatti capanna!!

Quanto adoravo le lasagne, avrei pagato oro pur di mangiarle sempre.

Stavo per finire il pasto quando iniziai a sentire una voce dentro la mia testa. Anzi no erano due. No erano cinque. Più passava il tempo e più sentivo voci nella mia testa.

Mi sentivo esplodere letteralmente la testa.

«Abbey tutto apposto? Guarda che se non vuoi finire tu, dallo tranquillamente a me eh» mi disse Chriss.

«Scemo non è questo» dissi dolorante.

Cercai di alzarmi ma ogni minimo movimento andava a colpire le tempie.

Xavier's pov

Abbey.

Bel nome. Mi piaceva.

Peccato per i momenti bui che aveva passato e che io non sapevo, o meglio, io non potevo sapere per via di quel maledetto blocco.

Ogni volta che la guardavo negli occhi vedevo l'energia e la voglia di fare le cose.

Era una ragazza molto sveglia, lo si poteva intuire subito.

Quando mi sedetti al tavolo dei professori, assieme a Tempesta, mi cadde l'occhio su Abbey.

Era il primo tavolo sulla destra. Davanti aveva il suo migliore amico e sulla sinistra sua c'era Chess.

Ad un tratto però vidi Abbey alzarsi.

Cercai di capire cosa stesse dicendo a Chriss «...è un leggero mal di testa, tranquillo».

Per essere un semplice mal di testa era un po' anormale che andasse a sbandare da tutte le parti.

Poi capii subito: non era un semplice mal di testa. Erano tutte le voci che sentiva.

Era anche lei telepatica!

Mi alzai subito e le andai incontro.

La sorressi e la portai nel mio ufficio.

«Ehi tutto bene?» chiesi.

Che domanda stupida Charles. Ovvio che non sta bene!

«Mmh, ho solo un forte mal di testa...» cercò si dire.

Sorrisi.

«Tranquilla, è successo anche a me la prima volta. Fa male, lo so, ma ti devi concentrare su una voce» le suggerii alzandole un po' la testa, cercando di vedere la sua espressione.

Solo allora mi resi conto dei suoi occhi.

Cambiavano colore continuamente. Probabilmente per via delle emozioni nei pensieri delle varie persone.

Erano spettacolari.

Si mise a ridere.

«E quindi ha sempre una risposta a tutto lei eh» mi disse lei.

«Be' quando ce l'ho» le risposi sorridendo «Ora però concentrati. Focalizzati su di una. Focalizzati su di me». le dissi con la voce più calma possibile.

Abbassai a mia volta le mie barriere e le consentii di farla entrare.

Non ci riusciva.

«Abbey, guardami. Devi solo guardarmi. Guarda me e concentrati su quello che penso e provo» la incoraggiai.

Abbey's pov

Si per lei magari è facile, ma per me no. Capisce quanto faccia male?!!

Improvvisamente mi prese le mani e mi disse di concentrarmi su di lui.

Feci come aveva detto.

No. Era troppo difficile. Troppe voci.

«...Focalizzati sui miei occhi...» senti pronunciare dal professore.

Alzai lo sguardo e li vidi.

I suoi occhi blu ghiaccio.

Blu come l'oceano immenso,ma calmi come una culla di un bebè cullata da tutto l'amore della madre.

Mi lasciarono senza fiato.

Mi senti? Abbey concentrati su di me.

Era la voce del professore, ma non aveva aperto bocca.

Professore è lei? chiesi sorpresa.

Si esattamente. Ora concentrati. Focalizzati solo ed esclusivamente sulla mia voce.

Si lo sentivo. Era lui. La voce era identica a quella sua solita, se non un pizzico di più dolce.

Mi concentrai. Si ora potevo. Potevo sentire solo la sua voce. Il dolore era passato.

Sospirai.

«Questi che hai appena sentito sono solo i miei pensieri, non sono io che parlo a te. Per riuscirti a parlare come hai fatto tu con me dovresti abbassare la barriera, ma giustamente non sapendo neanche tu come l'hai innalzata è normale che tu non riesca» mi disse il prof.

«Mi... Mi dispiace. Io non volevo» bofonchiai.

Vedendomi così mi strinse ancora di più la mano e mi disse che non dovevo preoccuparmi. Prima o poi sarebbe successo, di non sforzare troppo che sennò avrei peggiorato solo la situazione.

«È sorprendente quello che riesci a fare. Oltre ad essere empatica e sentire il triplo rispetto a noi, sei pure telepatica! Wow» mi disse meravigliato.

Arrossii per l'imbarazzo.

«Per qualsiasi dubbio o problema, non preoccuparti nel venirmelo a dire. Ti aiuterò io tranquilla. Questa è una promessa»

Si alzò e si diresse verso la porta.

«Davvero è fantastica la tua abilità...» mi disse una volta alla porta «... e non solo quello» sentii che sorrise.

New Emotions // Charles Xavier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora