Capitolo V

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Quella sera presi un'importante decisione. Mentre finivo di lavare il pavimento cancellai pure la linea che divideva la casa. Dopo averci pensato a lungo decisi di non ridisegnarla. Poi andai da Loki. La sua stanza era completamente cambiata: tutto era in ordine, il letto era fatto e i libri erano tornati al loro posto. "Cavolo, hai fatto davvero un buon lavoro" "ti ringrazio Heather" "cosa vuoi per cena?" "Ieri ho scelto io, oggi puoi fare tu se vuoi" "no grazie io non ho fame, ma posso cucinare per te" "non preoccuparti. Basta che mi accompagni per andare a fare la spesa" "d'accordo". Andai a cambiarmi e mi misi un paio di jeans aderenti e una maglia attillata. Quel giorno volevo sentirmi carina. Uscii dalla mia stanza e presi la giacca di pelle. Loki era in piedi e guardava fuori dalla finestra. "Sono pronta" annunciai.  Mi guardò quasi contrariato e poi mi sorpasso velocemente, uscendo quasi di corsa dalla porta. Arrivati al pian terreno lo vidi immobile sul marciapiede. "Hey sei a New York, a meno che tu non voglia morire non devi mai fermarti in mezzo al marciapiede" dissi avvicinandomi. Giunsi al suo fianco e poi capii perché era fermo: Cap e Nat erano dall'altro capo della strada e lo squadravano male. Li salutai e loro ricambiarono. Poi minacciarono Loki con lo sguardo e se ne andarono. Loki mi afferrò per un braccio e mi trascino via. Subito mi fermai "vogliamo muoverci?" Mi disse, quasi aggressivamente "Sei forse impazzito? Trascinarmi via con quei due così vicini? Hai davvero un istinto suicida" gli dissi proseguendo. Mi accorsi che Steve mi stava guardando, mi sentivo i suoi occhi addosso. mi girai e vidi Nat tirargli una sberla sulla nuca. Quella scena mi rubò un sorriso. Mi voltai avanti e vidi Loki guardarmi con sguardo interrogatorio, come se stesse aspettando una spiegazione. "Che c'è?" "Niente" rispose sospirando. Arrivammo al supermarket. "Prendi pure ciò che preferisci" "d'accordo" rispose e poi si allontanò. Lo insegui per le corsie. Man mano che mi avvicinavo aumentava la velocità per cercare di seminarmi. Lo persi di vista e andai completamente nel panico. Corsi a casa in preda all'ansia e trovai l'asgardiano seduto sui gradini davanti alla porta. "Buonasera, sei un po' lentina non credi?" "Che cazzo ti è saltato in mente? Se gli avengers ti avessero visto ora saresti di nuovo in cella" "non è ciò che vuoi?" Rimasi di stucco. Era davvero quello che volevo? Di certo non lo volevo in casa con me ma sicuramente non lo volevo vedere rinchiuso. Dopo ciò che era successo oggi mi ero resa conto di quanto fosse fragile in realtà. Sotto la corazza di ghiaccio (letteralmente) del Dio dell'inganno si celava un ragazzino bisognoso di affetto. Loki schiocco le dita davanti alla mia faccia per richiamarmi alla realtà. "In realtà..." feci una breve pausa. Nei suoi occhi vidi qualcosa. Poi abbassai immediatamente lo sguardo e pensai che per non scottarsi col fuoco bisognava usare il fuoco "che c'è? Non dirmi che ti sei intenerita? Che penserà Fury..." disse con un sorrisetto fastidioso. Lo guardai male "... sì, hai ragione" risposi in tono acido. Possibile che dovesse sempre cercare di offendermi? Il suo sguardo si spense immediatamente e con esso anche il sorriso. Mi pentii un po' di ciò che avevo appena detto, Ma, infondo, ero davvero stufa dei suoi atteggiamenti meschini.

The apartment  // Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora