Capitolo LXVIII

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Della sera prima non ricordavo molto. Era tutto a spezzoni. Ricordavo abbastanza nitidamente i momenti in cui il mio corpo finiva di assimilare l'alcol in circolo e quindi tornavo sobria. L'unica cosa di cui ero certa era che non avevo versato una lacrima. Aprendo gli occhi notai che lo scaffale con le bottiglie di liquori vari era mezzo vuoto. Cercai di voltarmi ed una di esse cadde sulla moquette. Fortunatamente era vuota. Udii un libro chiudersi di colpo, facendomi esplodere la testa per un secondo. Loki era seduto sul divano al centro della stanza con le gambe incrociate. Allungai le braccia per stiracchiare la schiena. Cercai di sollevarmi per prendere un laccio per i capelli. La testa iniziò a girarmi vorticosamente nel momento in cui mi misi in piedi, costringendomi a sedermi nuovamente. Loki si alzò e si avvicinò a me. La nausea mi impediva di parlare. Avevo un odore orribile, sudore misto ad alcol puro. Eppure lui si avvicinò a me ed iniziò ad accarezzarmi la schiena. Sentii una forte tristezza e sconforto montarmi dentro. "Come ti senti?" Mi voltai verso di lui lentamente ma senza guardarlo negli occhi. "Mh". Non riuscii a dire altro. "Ieri sera sembravi un lavandino. Hai finito da sola metà delle bottiglie che c'erano qui prima di svenire." Si fermò per un istante. "Credevo fossi in coma etilico". Maledizione. Appoggiai una mano sulla fronte. Loki si alzò per prendere qualcosa. Aveva in mano un bicchiere d'acqua e una pastiglia. "Questa dovrebbe farti espellere l'alcol in eccesso prima che tu finisca di assimilarlo." Non volevo prenderla. Sapevo che sarei stata malissimo e non mi sarebbe successo nulla se non l'avessi presa. Era palese che stesse mentendo. Scossi il capo prima lentamente e poi freneticamente. "Heather". Appoggiò ciò che aveva in mano sul comodino. "Guarda come sei ridotta, non puoi rifiutarti. Starai malissimo senza." Continuai a scuotere la testa. "Ti prego". Si abbassò alla mia altezza. "Non fare così". Quella pasticca mi avrebbe tolto quel poco di sbronza che mi rimaneva e io sarei tornata ai miei pensieri. Loki sospirò e riprese la pastiglia in mano. Mi guardò negli occhi per un po'. Iniziò ad avvicinarsi a me. "Cazzo". Lo sussurrò in maniera quasi impercettibile. Non imprecava spesso, nemmeno una parola volgare, solamente quando era davvero preoccupato o arrabbiato. Mi appoggiò una mano sulla spalla e mi spinse sul letto, salendo a cavalcioni sopra di me. Iniziai ad agitare le braccia in maniera scoordinata. Le prese e le bloccò sotto la mia schiena. "Maledizione Heather." Strinse le mie guance con la mano libera fino a costringermi ad aprire la bocca. Ci infilò la piccola pastiglia che aveva in mano e poi mi tappò naso e bocca con le mani. Il piano iniziale era svenire, sapevo che non mi avrebbe uccisa, quindi chiusi gli occhi e aspettai. Purtroppo però l'istinto di sopravvivenza prese il sopravvento. Dopo essermi liberata strinsi le mani sui suoi avambracci cercando di toglierli da me. Lo sentii emettere un verso strano, come se fosse dolorante. "Dai, ingoia questa dannata pillola!" La sua voce mi fece spaventare. Non riuscii più a resistere senza aria e fui costretta a mandarla giù. Loki si asciugò il sudore dalla fronte mentre io mi alzavo per prendere il bicchiere sul comò. Sì massaggiava le braccia piene di rossori che sarebbero diventati lividi. Che diavolo mi prendeva? Mi sdraiai nuovamente e aspettai che la pasticca cominciasse a fare effetto. Lasciai cadere un braccio sul mio volto facendo aderire la piega del gomito in maniera da coprirmi gli occhi. Poco a poco cominciai a sentire gli effetti della pastiglia. Raccolsi il lenzuolo per coprirmi a causa dei brividi che continuavano a farmi venire la pelle d'oca. Loki raccolse le sue maniche e iniziò a passarmi le mani sulla schiena per scaldarmi. La nausea era diventata nettamente più persistente e il minimo rumore mi faceva esplodere la testa. Lui non smetteva un attimo di fissarmi. Mi portò dell'acqua ma nella mia goffaggine rovesciai tutto il bicchiere sulla mia maglia. Ero zuppa. Lentamente e a tentoni mi alzai e cambiai la maglia con l'aiuto di Loki. "Sei bollente Heather." Appoggiò le sue labbra sulla mia fronte per spostarsi poco dopo. "Vado a prendere una pezza." Si diresse verso il bagno. Stavo per tornare a letto quando, con uno scatto, mi fiondai in bagno attaccandomi alla tazza. Vomitai letteralmente l'anima. Loki mi teneva i capelli e mi accarezzava la schiena. "Non devi restare per forza." Continuavo a sussurrarlo poiché non riuscivo a parlare a voce più alta. "Sono disgustosa, guarda come mi sono ridotta." Mi stava sempre accarezzando la schiena. "Non dire così, sai che non è vero." Anche lui sussurrava. Poco a poco stavo tornando lucida. Iniziavo a ricordare nitidamente i dettagli di quel sogno. Mi sporcai la maglietta nuova, che ormai era completamente fradicia a causa del sudore. "Cambiarsi non basterà." Provò ad alzarmi ma fu tutto inutile, le mie gambe non volevano saperne di sforzarsi. Così decise di optare per qualcosa di più semplice. Aprì l'acqua della vasca e tornò da me. Quando ormai mi erano rimasti solamente i succhi gastrici da vomitare iniziai a spogliarmi, sempre con l'aiuto di Loki. Mi sollevò di peso e mi sistemò nella vasca. Tolse maglia e pantaloni ed entrò, sedendosi dietro la mia schiena. Raccolse una ciotola da terra e la usò per bagnarmi i capelli. Appoggiai la testa sulle ginocchia e lo lasciai fare. Automaticamente la mia attenzione sì spostò sul sogno e sulle conseguenze della morte mia madre. Una volta tornata sulla terra lei non ci sarebbe stata. La nostra vecchia casa vuota, il vento che muoveva i campanelli di Natale che avevo attaccato al portico e che lei non aveva mai tolto. Se il motore di questo stupido catorcio non avesse ricominciato ad andare ad un buon ritmo non sarei mai arrivata entro i tre giorni di veglia. Senza rendermene conto grosse lacrime avevano iniziato a cadere nell'acqua. Loki mi tirò a se per lavarmi il petto, l'addome e le gambe. Appoggiai la testa nell'incavo del suo collo e piansi silenziosamente, senza singhiozzare. I miei capelli erano incollati al suo petto come alghe. Mia madre sarebbe stata seppellita sola. Chi si sarebbe occupato di tutto? Gli avengers? Lo shield? Pensai un'ultima volta a lei ed esplosi in una tristezza infinita. Affondai la dita nei muscoli del suo torace e piansi un pianto inconsolabile. Loki continuava ad accarezzarmi e stringermi forte a se, come se togliendomi l'aria avrei finito di disperarmi. Una volta calma lui finì di sciacquare il sapone dal mio corpo e poi mi avvolse in una soffice salvietta, mi sollevò e mi stese sul letto. Rimasi in quella posizione a fissare il vuoto finché lui non tornò a vestirsi. Si stese sul letto di fianco a me e mi strinse nuovamente a se. Non riuscivo a proferire parola. "So che è una domanda inutile, ma devo chiedertelo, come ti senti?" Non risposi, nemmeno un misero suono. "Lei è da sola." Non sapevo se avesse sentito. Mi baciò su una spalla. "Non è sola, non lo sarà mai. Sono sicura che gli Avengers avranno organizzato un bel funerale per lei." Mi baciò di nuovo. "Ha avuto una vita felice, una fantastica bambina e, anche se il suo matrimonio è andato a monte, lei aveva te. Non è sola, lei sarà con te per sempre, lo è sempre stata." Le lacrime cominciarono a scorrere di nuovo sul mio volto. "Credo che dovresti mangiare qualcosa ora." Annuii silenziosamente e poi mi sollevai. Indossai i soliti vestiti sgualciti e raccolsi i capelli ancora umidi per avere un aspetto migliore. Poi uscii dalla stanza accompagnata da Loki.

The apartment  // Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora