Capitolo LXXII

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Come nelle migliori favole ripresi a respirare e sputai fuori tutto il sangue bloccatosi precedentemente in gola. O forse le favole non erano così? Vabbè, comunque... I miei vestiti erano zuppi di sangue ma non avevo tempo di cambiarli. Anche i capelli e il volto ne erano pieni. Indossai nuove scarpe e corsi fuori, dovevo avvertire Thor e Valchiria. Non avevo ancora realizzato cosa era appena successo. Gli occhi iniziarono a farsi umidi ripensando al ghiaccio del suo sguardo e alla passione spenta con cui mi parlava. Il modo in cui si era scostato mentre cercavo di sfiorare il suo viso. Cercai di trattenere le lacrime. Continuavo a correre con la vista appannata dal pianto e le gambe indolenzite. Scivolai. Caddi a terra sulla schiena. Mi risollevai dolorante. Le mie scarpe erano nuovamente piene di sangue. Le tolsi e legai insieme i lacci per appenderle alle spalle. Continuai a correre, disperatamente, verso la mensa, il punto di ritrovo stabilito in caso di emergenza. Mentre attraversavo lunghi corridoi qualcosa mi urtò. Andai a sbattere contro la parete, prendendo un brutto colpo. Mi rialzai disorientata strisciando sul pavimento. Grosse macchie scure occupavano il mio campo visivo. Davanti a me si stagliava una figura non troppo alta ed incappucciata. Era ancora lui. "Allora non ha mentito come fa sempre... Non muori? È così?" Sorrise. Mi rialzai e mi misi in guardia. "Sì, sono dura a morire. Avresti dovuto ascoltare quello sporco traditore." Alzai la voce assicurandomi che lui avesse sentito. Materializzai un piccolo pugnale e lo presi con la lama in basso, mentre nell'altra mano optai per un semplice tira pugni. Il piccolo bastone che il mio nemico aveva in mano sì trasformò in una lancia con un semplice click. Non mi diedi per vinta. Tossii e poi avanzai verso di lui con velocità e senza pensare. Mossa alquanto stupida. Ero sfinita. Mi abbassai cercando di colpirlo al ventre ma lui si difese con un calcio, facendomi ruzzolare a terra. Sì avvicinò e cercò di colpirmi con la sua lancia. Rotolai e rotolai ancora, prima a destra, poi a sinistra, per evitare di farmi colpire. Afferrai la lancia con entrambe le mani mentre quell'alieno la spingeva verso la mia faccia. Era a pochi millimetri dai miei occhi quando la spinsi avanti, facendolo cadere e ne approfittai per tagliarlo dietro le ginocchia. Cadde a terra di faccia. Prontamente afferrai i suoi capelli tirandolo su e lo sbattei contro il muro con forza. Senza accorgermi della sua lancia rimpicciolita mi avvicinai. L'essere la allungò verso di me trapassando il mio quadricipite fino a toccare il femore. Mi bloccai soffocando un urlo, poi con tutta la forza che avevo in corpo piantai il coltellaccio che avevo in mano proprio nel suo muscolo cardiaco, bloccandolo per sempre. Aspirai il suo ultimo respiro quasi come se fosse droga. Quando lui comincio a scivolare verso il pavimento mi allontanai sfilando involontariamente la lama dalla mia coscia. Osservai altro sangue scivolare verso il pavimento al ritmo del mio cuore. Sfilai una delle tante fibbie di cuoio dal corpo dell'alieno e la strinsi sopra il taglio, per fermare il flusso di sangue. Mi sedetti per evitare di svenire, non potevo permettermelo. Dopo una decina di minuti sentii le energie riaccumolarsi dentro di me e decisi di alzarmi. Una specie di patina rossastra di era formata all'interno del taglio che lasciava passare pochissimo sangue. Ripresi a camminare, seppur zoppicando, verso la mensa. Mancava davvero poco. Arrivai nel grande salone dove la sera prima sì era svolto il ballo. Macerie e pezzi di metallo ricoprivano il pavimento mentre condotti dell'aria, tubature e lampade penzolavano dal soffitto. Sentii dei passi e mi nascosi vicino alla porta della mensa, bloccata da una sorta di incantesimo. Mi distesi e cercai di ascoltare i discorsi delle persone entrate nella sala. Riconobbi una sola voce, quella di Loki. Insieme a lui erano presenti altri due uomini e probabilmente qualche altro soldato-guardia. "Allora? Dove si trova?" Una voce piuttosto profonda e minacciosa parlo con austerità. "Mio signore, sono veramente imbarazzato per la situazione. La donna che ho dovuto conquistare mi ha rubato il suo prezioso dono, c'è ne stiamo occupando." Loki. Che mi aveva "dovuto conquistare"? Inutili parole di miele. Stava mentendo, perfino uno stupido se ne sarebbe accorto. Queste misere frasi furono tutto ciò che riuscii ad udire. Lì sentii avvicinarsi e poi svoltare nel corridoio dal quale ero arrivata io. Mi sollevai lentamente. Loki era rimasto nella stanza a fissare le stelle oltre la grande parete. Aspettai che anche lui se ne andasse e poi realizzai: il cadavere era poco distante da dove mi trovavo io. Avrebbero capito tutto. Picchiai forte due volte sulla parete di ferro. Allungai il braccio per la terza ma caddi in avanti sul pavimento: ero dentro! Mi rialzai rischiando di scivolare per il sangue. Alzai lo sguardo versi gli altri. "Heather stai bene? È... è tuo questo sangue?" Thor mi appoggiò una mano sulla spalla. Annuii cercando di mettermi un sorriso sul volto. "Anche." Afferrai uno straccio dalla sua mano e me lo passai sul volto. "So che è una domanda stupida ma... avete dei vestiti?" Una donna si avvicinò portando un cumulo di stracci e indumenti vari. "È tutto ciò che abbiamo." Andai nel retro, dove c'erano le cucine, e mi lavai togliendo gran parte del sangue. Tra i miei seni si estendeva una lunga cicatrice verticale ancora rossastra. Uno strato muscolare aveva ricoperto la pellicola rossastra nella ferita alla coscia. Ora potevo appoggiare meglio la gamba. Tamponai i tagli sulla fronte e mi cambiai. Appoggiai la schiena ad una parete e riposai per qualche minuto prima di uscire. Nella mensa erano tutti riuniti. Si udivano bisbigli e sussurri, nessuno osava parlare ad alta voce per paura di farsi sentire. Mi avvicinai a Thor e Valchiria, nel centro della stanza, mentre mi legavo i capelli in uno chignon disordinato. "Stai bene?" La prima domanda che mi rivolgevano sempre. "Sì. Ma ora non dovete preoccuparvi di me." Annuirono silenziosamente. "Cosa avete intenzione di fare." Sentii un colpo di tosse dalle spalle di Thor. "Io potrei aiutarvi..." E davanti a me sì palesò Banner. "Bruce! Mi chiedevo dove ti avesse nascosto point break!" Lui sorride timidamente. "Non mi andava di stare in mezzo alla gente." "Non possiamo organizzare un piano di difesa." Disse Valchiria intromettendosi. "Esattamente. Non abbiamo la più pallida idea di che cosa vogliano questi alieni. Per ora dobbiamo pensare a mettere in salvo le persone." Tutti annuirono. "Troviamo qualsiasi cosa possa fare da arma e usciamo di qui. Dietro la sala macchine ci sono capsule di salvataggio abbastanza grosse da contenere tutti." "Qualcuno ha idea di quanti siano?" Domando Thor, evidentemente preoccupato per i suoi sudditi. Nessuna risposta. Iniziammo a cercare oggetti in ferro e organizzare la struttura del gruppo con cui ci saremmo mossi.

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Ciao ragazzi. Sfortunatamente sono risultata positiva è la quarantena mi sta sfasando gli orari. Mi ero completamente scordata di dover pubblicare questo capitolo. In ogni caso... eccolo, tutto per voi.
Alla prossima <333

The apartment  // Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora