Capitolo XXXI

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"E tutto il resto? Ci sono 5 ricoveri per tentato suicidio e due sono anche molto recenti. Il resto che cosa è?" Sospirai profondamente. "La mia depressione è sparita totalmente poco dopo New York. Prima la poca importanza che davo alla mia vita mi ha portato a fare stupidaggini. I miei compagni mi chiamavano la kamikaze. Ero un po' come Steve, pronta a dare la vita per gli altri. L'unico problema è che mentre lui lo faceva per salvare gli altri io lo facevo per uccidere me stessa." Loki si avvicinò velocemente e mi prese le braccia. Bruscamente spostò i braccialetti che avevo sul polso sinistro. Dannazione. Quello era l'unico polso che Helen non aveva fatto cicatrizzare. Mi voltai per non vedere la sua espressione. Gli occhi iniziarono a diventare lucidi. Lui mi tirò forte verso di lui e mi abbracciò. Mi accarezzò i capelli con le mani ancora tremanti. Strinsi le braccia dietro la sua schiena. Il "calore" del suo petto mi faceva sentire al sicuro. Senza sciogliere l'abbraccio disse "Perché non me lo hai detto? Io sono stato sincero con te." "Me ne vergogno. Veramente tanto. La mia vita non è mai stata facile ma nemmeno la tua. Non volevo farti pesare questa cosa. Non era necessario. Tutti quelli a cui l'ho detto hanno iniziato a dubitare di me, mi guardavano come se fossi pronta ad estrarre la mia pistola e piantarmi un colpo in piena fronte." Ci fu silenzio per qualche secondo. "So cosa si prova. Dopo il casino che ho combinato su Asgard tutti parlano di me come se fossi pronto a far saltare in aria l'universo." Si interruppe per prendermi il volto fra le mani e guardarmi negli occhi. "Ma tu ti devi fidare di me. Non puoi avere paura del mio giudizio ok? Non potrei mai fare come farebbero gli altri." Fu come se qualcuno avesse aperto la finestra in una soffitta buia e impolverata. I miei occhi brillavano. Mi aggrappai al suo collo e lo baciai lentamente. Un bacio casto, che non desiderava niente di più, solo quell'istante. Mi staccai lentamente da lui e per caso mi scappò l'occhio sull'orologio. Erano già le 9:45?! "Oh merda! Siamo in ritardo!" "In ritardo? Che vuol dire in ritardo?" Loki si voltava cercando di trattenermi mentre io correvo in camera. "Veloce! Vestiti dobbiamo uscire!" Gridai mentre chiudevo la porta. Indossai velocemente l'uniforme dello shield. Mi legai i capelli in una coda alta e corsi davanti alla porta. "Sbrigati Loki!" Finalmente lui arrivò. Fissava l'orologio che aveva al polso finché non alzò lo sguardo. Rimase esterrefatto. "Che diavolo vuol dire quello?" Disse mentre indicava la mia uniforme. "Senti ora che abbiamo abbastanza informazioni dobbiamo iniziare a sistemare il piano d'azione." Lui guardò il soffitto e alla fine esordì con un "Eh va bene!" Aprii la porta e iniziai a correre verso il garage. Anche Loki corse questa volta. Salii in auto e partii velocemente. In men che non si dica eravamo al quartier generale. Scesi dall'auto, entrai nella struttura e lui mi seguì. Percorsi un lungo corridoio illuminato solo da qualche luce al neon tremante e poi ci trovammo in una sala con una grande vetrata e un tavolo con numerose sedie. Nella sala c'erano solamente Fury accompagnato come sempre dall'agente Hill, Burton e Natasha. Raggiunsi il capo del tavolo dove si trovano loro e appoggiai la cartellina con gli appunti. "Buongiorno a tutti. Chi aspettiamo?" Nick aprì la cartellina e iniziò a leggere. Passò dei fogli a Nat che li lesse insieme a Clint e Hill continuava a leggere sul suo tablet. Fu l'unica a rispondermi. "Dovrebbero arrivare Stark e Rogers. Banner e Thor sono andati a prendere Selvig." "In quanto saranno qui?" "Non so... magari mezz'ora" mi tastai una tempia con la mano. "Io te lo avevo detto che non c'era bisogno di correre così tanto" Disse Loki dal fondo della stanza. Mi ero quasi scordata della sua presenza. "Anche voi siete in ritardo. La riunione era iniziata 15 minuti fa." Questa volta era stata Nat a parlare. All'improvviso la porta di ferro si aprì ed entrarono il capitano e Stark. Con il suo solito fare da sbruffone disse "Scusate il ritardo, sapete, il traffico. Oh, guarda, c'è anche il giovane cervo... che però sembra aver perso le corna." E si stravaccò su una sedia. Steve invece fu più educato e si sedette compostamente. "Perché lui è qui?" Se ne uscì Clint. "Sembra che senza ciò che so io voi non siate in grado di fare granché" rispose Loki quasi con disinteresse. Poi si mosse verso di lui. Riuscì a fare solamente un passo o due prima che tutti si alzarono e estrassero le loro pistole. Io gli misi una mano sulla spalla. Gli altri tornarono a rilassarsi. "Davvero lo lasciamo stare senza manette?" "Non è pericoloso" mi affrettai a rispondere. Non mentivo. Non aveva intenzione di ferire nessuno. "Per favore White" roteai gli occhi e mi avvicinai a Loki con le manette che avevo alla cintura. Sussurrai uno scusa al limite del percettibile mentre le stringevo ai suoi polsi. Lui non mi guardava. Mi misi con la schiena al muro dietro la sua ombra. Tutti stavano discutendo sul da farsi anche se a me poco importava. "Ok mettiamo che il prigioniero abbia ragione: Come arriviamo nello spazio? Come sopravviviamo per più di qualche secondo?" Disse Stark. "Perché credi che ti abbia assunto? Per le battutine? Per i soldi? Come tu ami ricordarci sei anche un genio. Tu e Banner troverete un modo. Avete anche Selvig ora." Fury aveva alzato leggermente il tono della voce. Il capitano non era affatto preoccupato. Per lui l'importante era portare a termine la missione. Finalmente Thor e Bruce arrivarono e con loro il professore. Mi alzai dal muro e mi avvicinai a Loki. Non sapevo che reazione avrebbero avuto i due e non volevo correre rischi. Quando Erick entrò nella stanza l'aria si congelò. Lo sguardo di Loki si fece glaciale e un ghigno beffardo apparve sul suo volto. Selvig non aveva affatto un bel aspetto: i capelli erano arruffati, gli occhi quasi vacui delineati dai segni delle occhiaie e i vestiti trasandati. Sapevo che non si era ripreso molto bene ma non immaginavo una cosa del genere. Cercai di contenere il mio stupore e la mia pietà. Colpii delicatamente Loki con il gomito per fargli levare quell'espressione. I tre entrarono e lo scienziato andò a sedersi dal lato opposto della sala rispetto all'asgardiano, tremava come una foglia.

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Ciao a tutti. Come la maggior parte di voi saprà sta finendo la scuola e la razione di compiti e studio aumenta esponenzialmente giorno dopo giorno. Posterò sempre meno spesso purtroppo. Mi spiace darvi questa brutta notizia però sappiate che non ho intenzione di mollare. 🖤

The apartment  // Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora